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Sabrina Impacciatore prima dell’Emmy

Le dicevano che non era abbastanza bella per fare l'attrice: ha recitato in teatro, per la tv e per il cinema, e ora il suo talento è stato riconosciuto anche a Hollywood, con la nomination all'Emmy ottenuta per l'interpretazione di Valentina in White Lotus.

di Lorenzo Peroni

Primo piano di ragazza, né donna né bambina, ripreso dall’imbocco di una tazza del water mentre è accovacciata a scrostare sudiciume. Ha un sogno, diventare un’attrice, ma le dicono che è troppo brutta. A 12 anni le è spuntata una gobba sul naso, fino a quando ne ha 18 piange disperata di quella che per un’adolescente non può che essere un’orrenda malformità, una maledizione come quelle delle fiabe. Un giorno quella ragazza fa un sogno, dopo un intervento chirurgico, lo svelamento di un nuovo volto, ma lei inizia a urlare: “Chi sei? Chi sei tu?”. Nasce così per lei la consapevolezza di sé, della sua bellezza eccentrica, irregolare. Fa pace col suo naso, ci scherza su. Nel suo futuro c’è Hollywood, ma lei non lo sa ancora, e intanto continua a pulire cessi. 

“I’ve kept my nose to spite my face” cantava Barbra Streisand, cambiando le parole di una canzone. Sei troppo brutta per fare l’attrice, le diceva sua madre. Devi rifarti il naso le dicevano quelli della casa discografica. Quando Otto Preminger ha scelto Jean Seberg al suo posto per Santa Giovanna in testa non possono non risuonarle quelle parole. Sappiamo tutti come è andata a finire. Anche Sabrina Impacciatore si fa notare così, cambiando le parole di una canzone, per prendersi in giro. Anche lei, al suo primo provino per il cinema, si sente dire: non farai mai l’attrice, sei troppo brutta. Per quelli che ancora non lo sanno, Sabrina Impacciatore ha appena ricevuto la sua prima nomination agli Emmy per la sua interpretazione in White Lotus, la serie TV di Mark White che ha steso pubblico e critica (10 Emmy vinti con la prima stagione). 

Facciamo un passo indietro. È il 1991, Gianni Boncompagni è alla guida di Domenica In. Sabrina Impacciatore – che ha già deciso, lei sarà un’attrice – è stata arruolata tra le ragazza pon pon. Aveva accompagnato al provino la sua migliore amica, e alla fine s’è trovata immischiata nella tv anche lei. “Io con il mio naso devo stare attenta e sai perché, se mi giro all’improvviso ne ammazzo tre”, canticchia, storpiando il testo di una canzone che Boncompagni aveva scritto per le Boccoli, lui, che ha occhi e orecchie ovunque, la sente e capisce che può puntare su di lei, che però pensa solo al teatro, si paga i corsi di recitazione facendo le pulizie, vendendo pratiche assicurative, si fa notare perfino da Carmelo Bene. Poi il padre ha un infarto, la famiglia attraversa un brutto momento finanziario e a lei serve un “lavoro vero”. Richiama così Boncompagni, che nel frattempo è passato a Mediaset con il ciclone Non è la Rai, ma per lei c’è posto solo in redazione. Dura poco, Boncompagni è ancora convinto della sua intuizione, “fai ridere le ragazze” le dice, e da un giorno all’altro la manda in onda in diretta. Lei su due piedi si inventa la Posta del Cuore di Sabrina, con finte lettere scritte da finte telespettatrici in cui ironizza sui problemi dell’adolescenza. Ha anche una canzone tutta sua, una parodia rap, “Né donna né bambina”: «Dai 20 ai 25 la vita è molto strana, sei come una perlina se si rompe una collana, la prima cellulite si fa un po’ più vedere, ti leghi un maglioncino per coprirti un po’ il sedere».

Con la fine di Non è la Rai si chiude un’era (si dice sempre così), Gianni torna in Rai e porta Sabrina con sé, a Macao. Lei diventa a tutti gli effetti una comica televisiva, con Gregorio Paolini che la ingaggia per programmi come Ciro, il figlio Target e a Convenscion. Altri tempi, altri spazi in TV per la satira; si inventa anche un’indimenticata Lara Croft alle prese con un fantomatico giocatore incapace, la fantasia non le fa difetto. Però… Eh, però lei vuole fare l’attrice, lei deve fare l’attrice: l’aveva scritto sul diario di quando aveva otto anni e guardava e riguardava i film di Anna Magnani volendole bene come alla maestra del cuore: «io un giorno sarà un’attrice e la mia vita sarà un film». Monica Vitti e Anna Magnani vegliano su di lei, in una foto usata come testiera del suo letto, abbracciate l’una all’altra.  La tv può essere pericolosa, viene vista come il tinello della produzione mass mediale, se fai la comica poi, peggio ancora, si rischia di passare per qualcuno senza nulla di serio da dire; «La televisione mi terrorizza», dirà alla Parietti nel 2011, ospite nella trasmissione di interviste Alballoscuro, 14 anni dopo Macao.

E poi, e poi… E poi finalmente il cinema, Ettore Scola la sceglie per Concorrenza Sleale, Gabriele Muccino per L’Ultimo Bacio. Siamo a cavallo del secolo, e qui cambia la sua vita. Sul set di Scola è agitatissima, non dorme e va avanti a lexotan per non sbroccare: Depardieu, anche lui nel cast, le dice «Non prendere la pillùla, tu la sera prima di dormire accarezzati le cosce e pensa a me». La dose di lexotan è da raddoppiare. Intanto Hollywood, nella persona di Mel Gibson, è volata in Italia e lei veste i panni biblici della Veronica. Seguono film con Virzì, Veronese e Genovesi, che alterna al teatro, dove recita Natalia Ginzburg (È stato così) e David Ives (Venere in Pelliccia). Come da bambina, quando giocava a essere Tarzan o la Perla di Labuan, Sabrina non si accontenta mettere in scena dei personaggi, lei li vuole attraversare, vuole farsi attraversare: «Io non faccio l’attrice, io sono un’attrice, indago la vita così», crea dei mondi tutti suoi, li abita, si inventa rituali magici per propiziare la fortuna e il destino, in una continua avventura di escapismo acrobatico. Riempie la casa di fatine, statuine e personaggi, parla con tutti loro: «Io parlo anche con lo stipite delle porte, io parlo con tutto. Mi sembra che tutto abbia una vita, che gli oggetti abbiano un’anima». Nella sua vita si alternano tanti analisti, tanti guru, anche due sciamani.  

Per preparare il provino di Non ti muovere di Sergio Castellitto si immerge così a fondo nel ruolo della protagonista, Italia, da iniziare a vivere come lei: non si lava i capelli, si veste con vestiti dismessi, cammina zoppicando. La notte prima dell’audizione scende in strada per investire col motorino delle scarpe colpevoli di non essere sufficientemente consunte. Poi Penelope Cruz legge il libro, e sappiamo come è andata a finire; da allora per Sabrina l’attrice spagnola diventa Penelope Puz, quando ci ripensa almeno adesso le viene da ridere. Un giorno una telefonata che le cambia la vita, di nuovo: i suoi agenti le segnalano un provino per White Lotus, serie Hbo che alla prima stagione ha già conquistato tutti, rilanciando anche la carriera di un’altra attrice piena di analisti e lexotan, Jennifer Coolidge. Sabrina però sta girando un altro film, non vuole distrarsi, per fortuna loro insistono. A fare da gancio c’è Francesco Vedovati, già casting director per L’Ultimo Bacio. Sabrina si convince, è un’occasione troppo ghiotta, quello di Valentina, la concierge lesbica e un po’ pasticciona, a capo di un lussuoso resort in Sicilia dove si consumano i drammi e le passioni di alcuni vacanzieri americani nevrotici, è destinato a diventare un classico della tv.

In una giornata passata a riprovare le scene fino alla nausea realizza il self-tape da spedire alla produzione. La conferma arriva mentre lei è a teatro per non pensare all’esito, dentro di lei un’esplosione, deve uscire, per ridere, per piangere, per chiamare sua madre. Ce l’ha fatta, ora è lei a volare a Hollywood, come Sophia, Gina e la sua amatissima Anna prima di lei; con sé una valigia grande così, perché è un’insicura, ci mette tutto dentro: il suo naso, le ossessioni, i pupazzetti, la borsa di Italia, i lavori saltuari, le tazze del cesso pulite, la gratitudine per chi ha creduto in lei e il senso di rivincita per chi invece non aveva capito niente.