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L’Unione Europea ha stabilito che sapere quanto guadagnano i propri colleghi è un diritto Lo ha fatto con una direttiva che l’Italia deve recepire entro il 2026. L'obiettivo è una maggiore trasparenza e, soprattutto, contribuire alla diminuzione del gap salariale tra uomini e donne.
Grazie all’accordo tra Netflix e la Nasa ora si potrà fare binge watching anche dell’esplorazione spaziale Il servizio di streaming trasmetterà in diretta tutta la stagione dei lanci spaziali, comprese le passeggiate nello spazio degli astronauti.
Gli asini non sono affatto stupidi e se hanno questa reputazione è per colpa del classismo Diverse ricerche hanno ormai stabilito che sono intelligenti quanto i cavalli, la loro cattiva fama ha a che vedere con l'associazione alle classi sociali più umili.
In Turchia ci sono proteste e arresti per una vignetta su Maometto pubblicata da un giornale satirico Almeno, secondo le autorità e i manifestanti la vignetta ritrarrebbe il profeta, ma il direttore del giornale ha spiegato che non è affatto così.
Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.

I bambini separati dai genitori al confine Usa-Messico finiscono in adozione

10 Ottobre 2018

Sono centinaia i bambini immigrati dall’America latina che si trovano sotto la custodia delle autorità statunitensi: sono stati separati dai genitori a causa della “border separation policy” o perché i genitori sono stati catturati in raid e rimpatriati senza di loro. Cosa succede a questi bambini? Una recente indagine dell’Associated Press rivela che alcuni sono dati in adozione a famiglie americane, senza che i genitori lo sappiano e nonostante il fatto che le famiglie di origine chiedano di riprenderli con sé.

«La politica di tolleranza zero è finita a giugno, ma centinaia di bambini restano in centri di detenzione, case famiglia o in affido. Di questi, dicono rappresentanti del governo americano, più di duecento non possono essere né riuniti alle loro famiglie né messi in libertà», si legge. «I rappresentanti federali sostengono di fare tutto il possibile per riunire le famiglie. Ma un’indagine dell’Associated Press, basata su centinaia di documenti, tra carte giudiziarie e documenti d’immigrazione, e su interviste negli Usa e in America centrale, ha identificato falle nel sistema che permettono ai tribunali locali di trasferire la custodia dei bambini migranti senza informare le famiglie di origine.

Come spiegavamo qui, la cosiddetta “border separation policy”, ovvero la politica di separare genitori e figli che entrano illegalmente negli Stati Uniti, era stata annunciata lo scorso 7 maggio dall’attorney general Jeff Sessions. Date le dure proteste sollevate, però, era stata revocata il 20 giugno. In quel lasso di tempo più di 9 mila bambini – alcuni dei quali ancora lattanti – erano stati separati dai loro genitori, stando alle stime della stampa americana. Una volta divise le famiglie, gli adulti che non hanno diritto d’asilo vengono rimpatriati velocemente, mentre i bambini possono restare molto più a lungo: il risultato è che molti minori vengono trattenuti sul suolo americano per lunghi periodi mentre i genitori sono già a centinaia di chilometri di distanza; spesso questi ultimi cercano di riavere i figli, ma la lontananza e la mancanza di risorse complicano tutto. In una situazione simile si trovano anche alcuni immigrati irregolari che vengono scoperti durante dei controlli e poi rimpatriati: in alcuni casi i figli minorenni restano in America.

L’indagine dell’Associated Press raccoglie diverse storie. Per esempio quella di una coppia americana che è riuscita ad adottare permanentemente, nel Missouri, «un neonato la cui madre era stata presa in un raid dell’ufficio immigrazione». La donna aveva provato a prendersi la figlia, ma senza successo. Un caso simile si era verificato in Nebraska, dove una donna originaria del Guatemala è però riuscita a riavere i figli… ma solo dopo una battaglia in tribunale durata cinque anni. Aveva potuto pagare le spese legali grazie a un milione di dollari donati da varie associazioni e privati. Poi c’è la vicenda, più recente, di Alexa, una bambina di due anni originaria del San Salvador e giunta quest’anno al confine col Texas insieme alla madre: era il periodo della “border separation policy”, così le due sono state separate e una coppia americana era riuscita, in via preliminare, ad avere la custodia della piccola. L’inchiesta completa può essere letta qui.

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