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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Il primo giorno di scuola e la morale del new kid

Il disagio e l'emozione della nuova esperienza sono difficili da dimenticare, come dimostrano tutti i film e le serie tv che hanno provato a raccontarli.

di Studio
12 Settembre 2017

Il primo giorno di scuola è sempre l’ultimo di qualcosa. C’è quello sconvolgente della prima elementare, quando si lascia il nido caldo dell’asilo in cui si è sguazzati pigramente e con gioia per 3 anni e si viene proiettati in un universo completamente diverso, dove bisognerà imparare delle cose e ricevere dei voti, giudizi coi quali delle signore sconosciute valuteranno (molto benevolmente, oggi, un tempo con estrema severità) i progressi raggiunti dagli alunni nell’arte della scrittura del proprio nome, della data, delle prime frasi. Già oggi potrebbero nascere amicizie che dureranno per tutta la vita, o per cinque anni, o forse qualche giorno, almeno finché le amicizie vere inizieranno a delinearsi.

Il primo giorno delle scuole medie in genere non è così traumatico, essendo il più delle volte una specie di continuazione delle scuole elementari. Nello stesso paese o quartiere, con più o meno le stesse persone. Il vero salto nel vuoto lo si vive al liceo: spesso privati delle amicizie più strette, coltivate negli anni delicatissimi del passaggio da bambini a adolescenti, in nome della necessità di seguire una propria presunta vocazione (classico, scientifico, linguistico, artistico, ecc.) ci si ritrova, ancora abbastanza ingenui e non troppo entusiasti di crescere (molto confusi prima di tutto su se stessi) catapultati in una dimensione più competitiva e difficile, soprattutto a livello sociale e relazionale (dei voti non fregherà più niente a nessuno ovviamente, tranne ai genitori e a qualche secchione invasato).

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Il cinema e le serie tv hanno spesso utilizzato (forse molto più dei libri) il facile schema “primo giorno di scuola” per inaugurare le dinamiche di scoperta e formazione dei protagonisti, che verranno poi seguiti durante l’affascinante percorso che conduce dallo spaesamento totale, a un iniziale riconoscimento dei vari ruoli di potere e sottomissione all’interno della scuola, a un prendere parte in modo attivo o passivo a queste dinamiche, al sopraggiungere di problemi di vitale importanza (ad esempio il ballo della scuola e la partita di baseball nei film americani, la festa di compleanno della ricca figlia di papà in quelli italiani). Durante il primo giorno si manifestano già una serie di eventi che danno forma alla storia e ai suoi personaggi.

Se esiste uno schema narrativo ancora più efficace del primo giorno di scuola, in cui tutti sono in preda al panico, eccitati, emozionati e incerti, è quello del new kid. Il trucchetto è sempre il solito, quello con cui una grossa parte delle narrazioni ci incoraggia a essere noi stessi e identificare con coraggio il nostro posto nel mondo, e che è in realtà inversamente proporzionale alla necessità di omologazione che la maggior parte degli esseri umani vive nella realtà, il desiderio di amalgamarsi, confondersi, essere come tutti. E cioè il punto di vista dell’outsider (Drew Barrymore in Never been kissed, le protagoniste di Romy and Michele, e chissà quante altre centinaia), di quello diverso, che non c’entra niente, che è nuovo e imbranato in un posto in cui tutti si conoscono, sono esperti e sanno già tutto.

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Un esempio italiano di uso del topos del new kid è il film Caterina va in città di Paolo Virzì (2003), anche se qui si tratta del primo giorno di terza media. Il padre di Caterina, un aspirante scrittore insegnante di ragioneria a Montalto di Castro, finalmente ottiene il trasferimento a Roma. Caterina, che non ha mai sentito parlare di ideologie e di politica, si ritrova in una classe in cui, già dal primo giorno, le dinamiche appaiono chiare. Da una parte c’è la sinistra, con a capo Margherita, figlia di un intellettuale e di una editor, e dall’altra la destra, con Daniela, figlia di un parlamentare di Alleanza Nazionale. All’inizio Caterina viene catturata da Margherita, con cui si ubriaca e si fa un tatuaggio, poi viene presa da Daniela, che la trascina nel mondo del lusso e delle feste. Le prime delusioni: un cugino di Daniela la allontana con una scusa quando apprende che la madre, notando da dove arriva Caterina, dimostra di disapprovare una loro eventuale relazione. Ma Caterina passa attraverso tutto ciò con una leggerezza che non si capisce se è grande ingenuità o immensa saggezza e alla fine realizza il suo sogno: entrare al Conservatorio.

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Il film di Virzì non è certo l’unico che in Italia ha trattato il tema del new kid, ma è un esempio che per la linearità della sua trama e la semplificazione delle polarità che rappresenta (destra/sinistra, successo/fallimento, povero/ricco, ecc.) può essere citato come un caso da manuale. I veri esperti delle variazioni del tropo del new kid sono gli americani. Negli Usa l’high school è vista come un periodo di passaggio importantissimo, forse più che da noi, in cui gli studenti sono sottoposti a uno stress psicologico fortissimo (basti pensare al recente 13 Reasons Why), in un tutti contro tutti talmente feroce che, spesso e volentieri ci scappa il morto (e il film si trasforma in horror o thriller, l’esempio più artistico Twin Peaks, il più tremendo Amiche Cattive). Di sicuro, qualcuno si mette a piangere (e uno dei pianti migliori è quello alla fine di Cruel Intentions). Anche nei film made in Usa le polarità sono una costante: secchione/sportivo, cozza/bellissima, intelligente/scemo, povero/ricco, timido/esuberante.

La narrazione delle vite dei teenager a scuola, sempre simili ma sempre diverse, hanno fatto sognare le generazioni soprattutto sottoforma di serie tv: da noi finalmente gli studenti si riconoscevano in I ragazzi della 3C, andato in onda dal 1987 al 1989, ma avrebbero iniziato a sognare davvero con gli esotici, inarrivabili personaggi di Beverly Hills 90210, trasmessa tra il 1990 e il 2000, e con le sue mille evoluzioni, da O.C. a Gossip Girl alle versioni contemporanee spogliate di trama e di scuola (restano solo i ragazzini ricchi), come Riccanza, il reality di Mtv. Di sicuro ogni serie di ragazzini che vanno al liceo (da Buffy l’ammazza vampiri, a Una mamma per amica, a Skins) ha il suo new kid. In Dawson’s Creek ad esempio era la bravissima Jen/Michelle Williams, in Mean Girl la povera Caty/Lindsday Lohan, in Clueless un personaggio di cui è difficile ricordarsi il nome, talmente appariva oscurato dal fascino di Cher/Alicia Silverstone. Qualche giorno fa i-D ha voluto celebrare il primo giorno di scuola di tutti i new kid sparsi per le scuole con una lista di film a loro dedicati. In effetti, se tutti hanno così voglia di raccontarlo e guardarlo, questo scomodo e emozionante ruolo del ragazzo nuovo (che di sicuro tornerà nella nostra vita quando dovremo affrontare il primo giorno in una nuova università, posto di lavoro o città) non dev’essere poi così male.

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