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C’è un nuovo problema con l’Odissea di Nolan: l’accento americano degli attori Nel primo teaser del film Tom Holland e gli altri attori utilizzano una marcata cadenza americana, particolare che ha indispettito molti fan.
Le acque del mar Mediterraneo ormai sono così calde che nelle mappe satellitari appaiono arancioni L’agenzia spaziale europea ha pubblicato delle mappe impressionanti in cui si vede che in certe zone la temperatura dell'acqua arriva quasi a 30 gradi.
La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, aprirà la Mostra del cinema di Venezia Protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti, il film sarà in concorso e punterà a vincere il Leone d'Oro.
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

Una piccola storia estetica della pubblicità

Un profilo Instagram raccoglie adv dai magazine degli anni Ottanta, Novanta e Duemila: tra stili e sperimentazioni spuntano nostalgia e bellezza.

08 Luglio 2016

Dal settembre dello scorso anno, la graphic designer Halima Olalemi – che vive e lavora a Londra, una perfezionista con particolare attenzione verso la stampa, la tipografia e lo sviluppo dell’immagine digitale – ha preso a catalogare emblematiche pubblicità contenute in vecchie riviste degli anni Ottanta, Novanta e Duemila. Su @adarchives, il suo account Instagram, si possono incontrare alcuni reperti che mostrano come sia cambiato nel tempo l’estetica della pubblicità dei magazine. Alcune idee, innovative per i tempi, fanno apparire l’approccio di queste campagne (perlopiù legate al mondo della moda) come sperimentale. Anche perché, con il ritorno di una certa estetica che si rifà a quella degli anni Novanta, stiamo assistendo ad un nostalgico riproporsi di costruzioni visive che si riverberano nell’account della grafica londinese.

Quello di Halima, cominciato come un semplice progetto personale, si è trasformato rapidamente in un racconto visivo che indaga la nostra relazione con l’evoluzione di stile, consumo, tecnologia e sessualità. @adarchives fa da vetrina a decine di campagne pubblicitarie che stringono un legame unico con cultura e sottocultura giovanile, riviste di moda – tra cui i-D, The Face, Esquire, Dazed e Sleazenation – designer come Katharine Hamnett e Helmut Lang, e brand tra cui Carhartt, Asbolut, Sony Playstation, Gola. Ma ci sono anche incursioni nel mondo musicale, con adv degli album di The Chemical Brothers e Massive Attack.

Oltre a riportare l’attenzione su alcuni progetti considerati provocatori e di rottura al tempo della loro pubblicazione, come nel caso di alcuni lavori firmati Benetton e Diesel, o altri scolpiti nell’immaginario firmati Levi’s, il progetto offre anche uno sguardo sulle evoluzioni della pubblicità del fashion, e quanto quest’ultima sia cambiata nel corso degli ultimi trent’anni. Tra gli scatti in bianco e nero del 1990 di Levi’s, le campagne lo-fi di Wrangler del 1980 e quelle patinate e lucenti di oggi, corre un mare che separa approcci totalmente differenti.

Ogni scatto ripreso da Halima regala delle madeleine che conservano il gusto di intere epoche. In un’intervista a i-D magazine la stessa designer di Londra sottolineava come postare queste immagini sia un po’ come aprire una capsula del tempo. «Mi appassiono e vado alla ricerca di chi potrebbe averle realizzate, come sono state accolte quando sono uscite, se fanno parte di una serie. Amo quelle che hanno un filo narrativo che si dipana attraverso le differenti campagne».

Nel lavoro di Olalemi è presente una velata nostalgia, in parte connaturata all’uso dei social media come strumenti di memoria. Le immagini raccolte dalla designer ci lasciano con il gusto di qualcosa che ha perso il suo obiettivo originario – vendere un prodotto – ed è diventato semplicemente bello come un qualsiasi prodotto culturale.

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