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13:58 venerdì 4 luglio 2025
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.
La Lidl ha fatto una giacca limited edition dedicata agli Oasis e l’ha chiamata Lidl By Lidl Prende ispirazione da una giacca cult indossata da Liam, quella di Berghaus, di cui è volto pubblicitario.
L’uomo Del Monte ha dichiarato bancarotta L’azienda ha grossi debiti perché i consumatori statunitensi hanno cominciato a cercare cibi più sani, facendo diminuire molto le vendite. 
La sentenza del processo Diddy è molto più complicata di come la si sta raccontando È vero che è stato assolto dalle accuse più gravi, che gli facevano rischiare l'ergastolo. Ma è vero anche che rischia fino a 20 anni di carcere.

L’uomo che sceglie gli emoji è un sessantenne

03 Marzo 2016

La parola dell’anno del 2015 di Oxford Dictionaires è stata per la prima volta un segno grafico non verbale. A vincere è stato l’emoji aba “Faccia con lacrime di gioia”, una delle faccine più usate nelle nostre chat quotidiane, un’icona diventata molto familiare. La diffusione delle emoji e la loro relativa semplicità estetica non rende però giustizia al complicato iter che un singolo segno deve affrontare per venire approvato. Il processo è raccontato dal Time in un articolo-intervista a Mark Davis, presidente dell’Unicode Consortium, l’ente no-profit che di anno in anno vota sui nuovi emoji da aggiungere a quelli già esistenti.

Particolare interessante, Davis, che lavora a Google, ha 63 anni. Un’età forse controintuitiva, per chi ha il ruolo di disegnare strumenti cardine dei codici espressivi dei teenager, ma che non gli ha certo impedito di “indovinare” le faccine più utilizzate. Quando Time gli ha chiesto come funziona il procedimento di approvazione delle nuovi emoji, Davis ha detto: «Ci sono diversi fattori che entrano in gioco riguardo al destino di una proposta di inserimento. Probabilmente il più importante è se tu, che l’hai fatta, sei in grado di costruire una buona argomentazione per spiegare perché la tua diventerà un’emoji comunemente utilizzata». Ci sono quindi diversi round di votazione, comitati che si esprimono, testi anche piuttosto lunghi (attorno a un migliaio di parole) che sostengono la causa dell’accettazione del nuovo emoji e discussioni talvolta accese.

Che le emoji siano diventati cose serie anche a livello commerciale lo dimostra, tra le altre cose, anche l’ultimo Super Bowl, prima del quale Twitter ha chiesto un investimento di almeno 1 milione di dollari per far avere agli sponsor interessati un’icona personalizzata da affiancare a un hashtag.

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