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08:52 mercoledì 3 settembre 2025
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.
Emma Stone, che in Bugonia interpreta una donna accusata di essere un alieno, crede nell’esistenza degli alieni E ha spiegato anche perché: lo ha capito guardando la serie Cosmos di Carl Sagan.

L’arte di Instagram

I cinque anni di Instagram e la sua ascesa inarrestabile. Cinque account da seguire per scoprire che non è solo il regno del selfie.

23 Settembre 2015

Il 6 ottobre 2010 Instagram compirà cinque anni. La ricorrenza, insieme alla sua sempre più solida ascesa, ci ha spinti a dedicare al social network la prossima storia di copertina della nostra rivista, in edicola da venerdì.

La prima cosa che viene percepita da chi si avvicina a Instagram, e forse anche da chi ne rimane distante, è la sua immagine di amplificatore della vita, soprattutto intima, delle celebrità. Kim Kardashian, Beyoncé, Miley Cyrus, Taylor Swift, eccetera, eccetera… Subito dopo saltano all’occhio le sue “funzioni commerciali”, modelle e modelli, che hanno curato in modo maniacale la loro capacità di influenza, e che oggi si fanno pagare per apparire con vestiti, scarpe, accessori nelle foto che postano sul social network. Ci sono poi le proverbiali fotografie di cibo,  colazioni, piatti, che hanno persino spinto una catena di fast-food americana a rimodulare l’aspetto delle sue pietanze. Ma nelle immagini dei trecento milioni di utenti c’è ovviamente tantissimo altro. Pochi sanno per esempio che il “brand” più seguito al mondo è l’account del National Geographic che posta moltissime, spesso meravigliose, foto naturalistiche che danno la vertiginosa sensazione di essere collegati al mondo, inteso come luogo di paesaggi e di specie. Ancora poco esplorate sono, invece, le potenzialità narrative e artistiche di questo mezzo, che però lascia intravedere molte possibilità di espressione. E, in effetti, anche solo guardando le foto di chiunque, siamo tentati di costruire mentalmente la storia che attraversa la sua vita, come se la sequenza di immagini costituisse una forma di micronarrativa.

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Ne parliamo anche sulla rivista: nel 2014 Richard Prince compra un iPhone, scopre Instagram e partorisce subito un’idea. Ispirato da una sua stessa serie (Portrait del 1984),  si appropria delle immagini che trova, aggiungendo un commento personale sotto il post. Dopo di che stampa, espone in galleria e vende “l’opera”. Il suo chiaramente è un esempio di ready-made, ovvero di come qualcosa che non nasce come arte possa diventare arte. Al contrario si trovano su Instagram account che dichiarano più o meno esplicitamente la loro natura espressiva e di sperimentazione. Qui di seguito segnaliamo cinque account che vale la pena osservare per capire che Instagram non è solo il regno del selfie, del glamour, dell’autocelebrazione (tutte cose comunque con cui non possiamo rifiutarci di fare i conti).

Schermata 09-2457289 alle 11.00.441) L’account di Hans Ulrich Obrist, il famosissimo curatore, direttore di Serpentine Gallery, è un vero e proprio progetto in divenire intitolato The Art of Handwriting, che consiste in una raccolta di foto di biglietti con scritte e disegni a mano da artisti e non. In un’intervista Obrist ha dichiarato che entrare in Instagram è stato come «essere gettati in acqua e dover imparare a nuotare», il che lo ha spinto automaticamente a farsi venire un’idea che non fosse postare semplicemente le foto dei suoi viaggi. «Trovare le regole del gioco», o inventarne di nuove. Nonostante esista già da cinque anni, Instagram più di ogni altro social network dà la sensazione che sia possibile farlo.

2) Schermata 09-2457289 alle 11.12.23L’account dell’artista argentina Amalia Ulman è un performance di travestimenti e plagio dell’estetica media di Instagram. Amalia interpreta di volta in volta dei personaggi tipo (la fashion victim, la ballerina, l’amante dei libri) e mette in scena immagini di vite in linea con il personaggio. Credibili al punto che molti dei suoi commentatori fraintendono completamente il senso di quello che fa.

3) Asap Rocky, il rapper newyorkese, ha iniziato invece a comporre sul suo profilo dei mosaici, i cui tasselli sono le singole foto postate, che prese singolarmente non hanno significato. Sono come murales giganti, totalmente autocelebrativi, ma scorrere il pollice sullo schermo è una gioia per gli occhi.

4)Schermata 09-2457289 alle 11.44.07 Socality Barbie è uno strano incredibile fenomeno mondiale (più di un milione di seguaci). L’account mostra la vita quotidiana di una Barbie attraverso immagini, che non solo hanno una ammirevole cura per il dettaglio, ma riescono anche a trasmettere un contenuto sentimentale, o persino poetico.

Schermata 09-2457289 alle 11.51.375) We Never Met, un progetto ideato da due braziliani, creativi della Ogilvy di Londra, più classico e improntato alla fotografia pura, è l’account che mostra immagini di esseri umani ritratti di spalle e che sembra rispondere all’utopistica aspirazione di catalogare il genere umano. Mai come in questo, ogni immagine contiene una microstoria, o meglio i puntini di una storia che siamo tentati di unire. E anche qui, come nel caso di natgeo, l’ebbrezza di essere affacciati sul mondo.

In evidenza, in testata, all’interno: immagini di Richard Prince (Courtesy of Gagosian 976 Madison Avenue, New York; Gagosian, 17-19 Davies Street, London; Blum & Poe, Tokyo). All’interno, sono state tratte anche dagli account di Hans Ulrich Obrist, Amalia Ulman, Socality Barbie, We Never Met.
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