Hype ↓
00:41 venerdì 4 luglio 2025
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.
La Lidl ha fatto una giacca limited edition dedicata agli Oasis e l’ha chiamata Lidl By Lidl Prende ispirazione da una giacca cult indossata da Liam, quella di Berghaus, di cui è volto pubblicitario.
L’uomo Del Monte ha dichiarato bancarotta L’azienda ha grossi debiti perché i consumatori statunitensi hanno cominciato a cercare cibi più sani, facendo diminuire molto le vendite. 
La sentenza del processo Diddy è molto più complicata di come la si sta raccontando È vero che è stato assolto dalle accuse più gravi, che gli facevano rischiare l'ergastolo. Ma è vero anche che rischia fino a 20 anni di carcere.
Il Dalai Lama sta per compiere 90 anni e Cina e Tibet già litigano per il suo successore Lui ha detto che il suo successore non nascerà sicuramente in Cina, la Cina lo ha accusato di essere «un manipolatore».
I BTS hanno fatto la reunion, annunciato un nuovo disco e anche un tour mondiale Finita la leva militare, i sette sono tornati a lavoro: in una live hanno annunciato i molti impegni per la seconda metà del 2025 e il 2026.

Governare o restare quelli di sempre

Riflessioni attorno alla confessione di un conservatore riluttante e ai progetti della sinistra che non si riconosce nel Pd di Renzi.

18 Maggio 2015

ccrNella lettera con cui annunciava lo scorso 6 maggio la sua uscita dal Pd a guida Renzi, Pippo Civati affermava che «di fronte al trasformismo di tutto e di tutti, personale e collettivo, sono rimasto fermo e noioso sulle mie posizioni, mentre tutto intorno a me cambiava, vertiginosamente». È una rivendicazione di coerenza; sta a significare che non è lui che se ne sta andando più a sinistra ma che sono Renzi e i suoi ad aver cambiato idea ed essere pericolosamente scivolati al centro quando non a destra. Civati sostanzialmente dice che non ha intenzione di costruire un partito alla sinistra del Pd, bensì vuole colmare un vuoto che il Pd lascia, essendo definitivamente diventato un’altra cosa. Il Pd si muove, io resto qui. Fermo. Civati non è solo nel ragionamento: basta parlare un attimo con molti fra quelli che vengono da un percorso politico – attivo o di semplici elettori – più di sinistra per sentirsi esprimere un pensiero analogo: questo Pd di Renzi vincerà anche le elezioni ma non mi rappresenta più e se la sinistra per vincere deve diventare destra allora è meglio perdere. Andate pure, io resto qui.

Nel Weekend Magazine del Financial Times di sabato, Robert Shrimsley ha usato la sua consueta rubrica per fare una confessione: sono uno shy tory, uno di quegli elettori timidi che hanno votato Cameron senza averlo detto prima. Anzi, senza averlo deciso prima. Gli shy tory sono stati individuati da tutti come la causa della sorprendente e netta vittoria conservatrice alle elezioni britanniche, destinate secondo tutti i sondaggisti a finire in pareggio. La teoria è questa: esiste una gran parte di elettori che ha votato i conservatori di Cameron pur non essendone un fervente e pubblico sostenitore semplicemente perché non si fidava del resto delle offerte di governo. Da qui lo spread fra i sondaggi e il risultato reale.

Nel motivare la sua scelta Shrimsley scrive che hanno inciso poco le schermaglie elettorali e molto di più il pensiero, ad esempio, di «una politica sulla scuola fatta da uomini ostaggio dei sindacati del settore». La scelta era su un progetto di governo, e quello dei laburisti semplicemente lo convinceva di meno. Conclude Shrimsley: «non c’è dubbio che alcuni avessero già deciso di votare conservatore e che non fossero pronti a condividere con altri la propria scelta. Ma il mio sospetto è che siano molti di più quelli che non si considerano affatto dei conservatori e non avevano particolare intenzione di dare il loro voto a Cameron. Non si tratta di una setta segreta che si nasconde maliziosamente dai sondaggisti; più che tory timidi li definirei tory riluttanti. Abbiamo aspettato fino alla fine di essere convinti che ci fosse un’opzione migliore, ma quest’opzione non è arrivata».

Sarebbe interessante capire come si pongono nei confronti dei «conservatori riluttanti» Civati e compagnia. Se il coinvolgimento di questi ultimi rientra o meno in quel progetto politico che resta fermo sulle proprie posizioni «mentre tutto intorno cambia, vertiginosamente», o se di contro sono parte integrante del «trasformismo di tutto e di tutti» e quindi, sostanzialmente, da tagliare fuori. Dici, ma Shrimsley è in Inghilterra, altro paese, altro sistema elettorale, altro rapporto con la politica. Qui non devi mutare geneticamente per convincere gli indecisi, devi ricordarti chi eri per rientusiasmare i tuoi, sostengono in molti, soprattutto a sinistra. Ma è veramente così?

Oggi La Stampa pubblica i risultati di un’indagine (Cmr Intesa Sanpaolo) proprio su questo tema, cioè il rapporto degli italiani coi vari partiti politici. Tre dati ci possono venire incontro per provare a rispondere alla domanda di cui sopra:

– il 52% percento degli intervistati non si riconosce in nessuna formazione politica in particolare;

– solo il 17% si considera un militante;

– il 75% percento degli intervistati è d’accordo con l’affermazione che «le categorie sinistra/destra/centro hanno perso significato».

Civati chiudeva la sua lettera dicendo che per prima cosa si dedicherà al partito degli astensionisti, «il partito più grande, che vincerebbe le elezioni direttamente al primo turno». Da questo sondaggio, viene fuori il quadro di un elettorato estremamente mobile e fluttuante, non particolarmente affezionato a tradizioni o parole d’ordine (quelli che lo sono di solito, alla fine, votano; più o meno volentieri ma votano), conquistabile grazie a un progetto specifico o su iniziative concrete. A una prima analisi sfugge il nesso fra il «restare fermi sulle proprie posizioni mentre tutto intorno cambiava» e il cercare di riconquistare quelli che non hanno votato per te o che non hanno votato proprio. Sempre che il progetto di chi lamenta la mutazione genetica del Pd sia il governo del paese. In caso contrario, di sogni di opposizione al 10 percento, di andare a stanare i conservatori riluttanti alla Shrimsley, che votino Berlusconi, Grillo o che non votino proprio, convincendoli che esiste un progetto alternativo per l’Italia, si può fare benissimo e comodamente a meno.

Articoli Suggeriti
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

Leggi anche ↓
Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Odessa ex città aperta

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.

Assediati dai tassisti

Cronaca tragicomica di come non sia possibile sfuggire alla categoria più temuta e detestata del Paese.