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L’organizzazione che monitora la sicurezza alimentare nel mondo ha confermato per la prima volta che a Gaza c’è una carestia Secondo l'Integrated Food Security Phase Classification, organizzazione alla quale si affida anche l'Onu, a Gaza la situazione è di Carestia/Catastrofe umanitaria.
Il nuovo trailer del Mostro conferma che la serie di Stefano Sollima è uno dei titoli imperdibili della Mostra del cinema di Venezia Dopo la prima a Venezia sarà disponibile su Netflix a partire dal 22 ottobre.
L’ultimo film della saga di Mission: Impossible è stato trasmesso gratuitamente su YouTube, ma ha potuto “vederlo” solo chi conosce l’alfabeto Morse E il pubblico sembra aver molto apprezzato l'iniziativa, a giudicare dai commenti che si leggono su YouTube.
A Maiorca quest’anno ci sono molti meno turisti a causa delle proteste contro l’overtourism Addirittura il 40 per cento in meno rispetto al 2024, secondo gli allarmatissimi balneari, ristoratori e albergatori locali.
Un sacco di gente è andata a vedere un concerto di Justin Bieber a Las Vegas senza accorgersi che sul palco non c’era lui ma un sosia Ci è voluta una canzone intera (una non eccellente interpretazione di "Sorry") prima che qualcuno cominciasse a sospettare.
È uscito il primo trailer di Good Boy, l’horror raccontato dal punto di vista di un cane Chi il film l'ha già visto dice che è bellissimo e che il protagonista, il cane Indy, meriterebbe un premio per la sua interpretazione.
È stato sgomberato il centro sociale Leoncavallo di Milano La polizia è entrata questa mattina alle 7:30, l'operazione verrà completata oggi, dopo più di 30 anni di contenziosi e 133 rinvii.
I Paesi africani chiedono (per l’ennesima volta) di cambiare la mappa del mondo perché in quella attuale l’Africa è troppo piccola Le 55 nazioni dell'Unione africana vogliono cestinare la mappa di Mercatore, vecchia di secoli, e sostituirla con una più moderna e realistica.

Kanye West e le ragazze Pon Pon

L'esordio parigino nella moda dell'artista americano, fra jet-set, endorsement sartoriali e donne ideali

06 Ottobre 2011

Una delle uscite topiche  è un abito effetto mummia creato da bende zippate. A fine show, tra le prime a complimentarsi in backstage, Silvia Venturini Fendi e figlia Delfina Delettrez. Il front row scottava sul suo cuore (molto) più degli sguardi attoniti per le stecche assorbite da una platea durante gli Ema.

Sul perché Kanye West fosse agitato alla presentazione della sua prima collezione donna entrata nel calendario della Paris Fashion Week primavera estate 2012, il motivo è molto chiaro: avremmo scoperto tutti la sua vera predisposizione. Quelle che sono in show, grazie anche a un cast stellare -con l’opening di Anjia Rubik che a Parigi di solito è la signora Balmain- sono le donne che West ama. Nessun eccesso da videoclip per il rapper Re Mida, che a Parigi lascia sfilare alcune delle sue confessioni, come se ammettesse serenamente a un muro di fashion editor (twitter add) che le donne che ama lui non sono quelle esibite in patinati show e video, ma altre, perse in un mix di femminilità non chiare e, spesso, come riporta fedelmente la sua collezione, con le idee confuse su quanto e come sedurre. Ma più che criticarlo la prima sensazione post show è quella di aver scovato l’album del liceo del 34enne miliardario ed essersi sorpresi per  i cerchiolini intorno a un certo tipo di ragazze, non proprio Pon Pon.

Eppure è solo una prima sensazione perché a freddo il debutto di Kanye West è un tripudio di quello che ama nella musica messo in chiave sartoriale, come suggerisce un sibillino (?) Tim Blankes nella sua review su Style.com:  ii ragazzo è bravo e s’impegna, manifestando un chiaro interesse per il lusso. Ma forse non sempre quello che indossa (Kanye) è riproducibile su algide pulzelle. Per esempio quello che vedremmo perfetto in un video di Shakira (o suo),  cioè code di volpe e canotte bianche divinate, il plus con cui Kanye riassume il suo bisogno di safari urbano – trend che non sfugge neppure a Sonia Rykiel (e da 30 anni) .  A New York si è mai vista una volpe? No ma non importa, Re Mida può permettersi di far uscire uno zaino da ranger interamente in pelliccia. Poi il sopravvento lo prende il suo passato da jet set ancora vivo e vegeto e allora la pelle diventa la seconda-pelle delle modelle, skinny neri e scolli profondi su seni non proprio da pin up ma da parisienne annoiate,  cioè le socialite di oggi.  E ancora una volta Kanye si porta l’attualità “da casa” ai riflettori.

Perché nell’immaginario album del college Kanye deve aver cerchiato anche questo: lascive parigine da primi anni del Baron di André e Olivier Zahm; così si spiegano le uscite con cortissimi no shorts e soprattuto pantaloni in cotone spalmato o in lucertola argentata, che sono un bell’omaggio alla quotidianità di Balmain quanto di Isabel Marant (entrambi made in France, un caso?). Quando poi West ci prende gusto, mette in disparte la pseudo timidezza del debutto e ci regala anche un mix tra colori pantone di Balenciaga su nudo a vista di Céline. E in mezzo? Il miracolo dell’abito accessoriato: pelle, tanta, zip, tantissime, scolli, incredibilmente tanti. A questo proposito, a metà strada tra realtà (dei suoi live+video) e sogno (couture) è il tubino iconico con scollo all’ombelico indossato da Eniko Mihalik, la modella il cui décolleté è fissa ispirazione testimoniata da Terry Richardson.

Ecco di che ha bisogno West per debuttare meno teso,  il jet-set. A Parigi si è soliti vedere una prima fila molto mirata, calibrata su uno snobismo ancora bello vivo, in cui i ruoli sono funzionali e le celebs ci sono ma con ragion d’essere. Per Kanye West avere in prima fila le sorelline Olsen ha più che senso (ma sono ancora attrici o più che alto buyer assetate e poi designer perditempo?), ma siccome è un cultore del bel costume (Jay-Z fa lo zarro lui il milord) tra i nomi attesi e presenti sul front c’è anche un ammirato maestro couture come Azzedine Alaïa. Forse per stima e rispetto, ma anche per curiosità visto che il rapper è stato appoggiato psicologicamente e manualmente dal team di maestri del Central Saint Martin.

Alcuni prestiti da Michael Kors (made in USa), rivisitazioni di Calvin Klein testate con la mano pesante, qualche squarcio per un nudo a vista “alla” Ackermann: non è per simpatia che definiremmo tutti questi nomi “ispirazioni” e non plagi (come invece ci verrebbe da sibilare per le ultime uscite di Chloé by neo designer Clare Waight Keller che gridano P-r-a-d-a), ma perché West voleva riassumere le sue donne. E se nel cantarlo può raggiungere picchi di sensualità diretta, qui ci mette più tempo e neanche sempre gli viene. E torna a sedurre come al liceo: meno cool ma con la timidezza che abbatte (anche) qualunque parigina stizzosa.

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