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02:21 mercoledì 12 novembre 2025
Hbo ha annunciato che V per Vendetta>/i> tornerà, stavolta come serie tv Del progetto al momento si sa pochissimo, ma è già stato confermato James Gunn nel ruolo di produttore esecutivo.
Le aziende di Big Tech stanno investendo nella creazione di neonati “di design”, cioè geneticamente modificati I miliardari della Silicon Valley hanno deciso che quello di cui l'umanità ha bisogno è una formula per creare “neonati potenziati”.
Secondo il presidente della COP30 i Paesi ricchi dovrebbero tutti prendere lezioni di ambientalismo dalla Cina André Corrêa do Lago ha detto che la Cina, uno dei tre maggiori inquinatori al mondo, è l'esempio che il resto del mondo dovrebbe seguire.
Prima di essere scarcerato, Sarkozy si è vantato su Instagram di tutte le lettere che stava ricevendo in carcere Un reel sull'Instagram dell'ex Presidente mostra le tante lettere, regali e cartoline inviategli dai sostenitori. Lui ha promesso che risponderà a tutti.
I giurati del Booker Prize hanno detto di aver premiato Nella carne di David Szalay perché «non abbiamo mai letto niente del genere» Già pubblicato in Italia da Adelphi, il romanzo di Szalay si conferma così, ancora una volta, uno dei libri dell'anno.
Dopo il flop di Megalopolis, Francis Ford Coppola è così indebitato che ha dovuto mettere in vendita la sua isola caraibica privata Dopo un orologio da un milione di dollari, Coppola è stato costretto a rinunciare anche all'isola caraibica di Coral Caye, suo ritiro estivo.
Si è scoperto che il Fedora Man, l’elegantissimo uomo fotografato il giorno della rapina al Louvre, è un 15enne che si veste sempre elegantissimo Non un giornalista né un detective né un cosplayer né un buontempone: Elias Garzon Delvaux è solo un ragazzo a cui piace vestire elegante e visitare musei.
Lo scandalo che ha portato alle dimissioni dei capi della Bbc ricorda molto la trama di The Newsroom 2 di Aaron Sorkin Il video manipolato di un discorso di Donald Trump ha portato alle dimissioni del direttore generale Tim Davie e della Head of News Deborah Turness.

È stato sgomberato il centro sociale Leoncavallo di Milano

La polizia è entrata il 21 agosto alle 7:30 per sgomberare lo spazio autogestito, dopo più di 30 anni di contenziosi e 133 rinvii.

21 Agosto 2025

L’ultimo rinvio poco più di un mese fa: il 15 luglio lo sgombero del Leoncavallo, il più famoso centro sociale di Milano, era stato rimandato al 9 settembre. È stato il centotrentatreesimo rinvio, l’ultimo: questa mattina, con un’operazione iniziata alle 7:30, la polizia ha provveduto allo sgombero. Nel momento in cui le forze dell’ordine, assieme all’ufficiale giudiziario, hanno fatto irruzione, dentro l’immobile di via Watteau non c’era nessuno. L’operazione è ancora in corso e ci vorranno diverse ore prima di completarla. La polizia ha chiuso tutti gli accessi a via Watteau per consentire agli operai, incaricati dai proprietari dell’immobile, di sigillare i portoni d’ingresso.

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Non appena la notizia si è diffusa, diverse persone si sono radunate nelle vicinanze per protestare contro lo sgombero. Nel pomeriggio è prevista un’assemblea pubblica – luogo e ora non sono ancora stati precisati – organizzata dal Leoncavallo per discutere dell’accaduto e decidere come procedere. Al momento, nessuno cosa succedere da qui in poi. Da tempo sono è in corso una discussione tra il Leoncavallo e il comune di Milano per raggiungere un accordo e trasferire il centro sociale in un altro immobile in via San Dionigi, nella zona sud del Corvetto. La discussione, però, procede lentamente perché questo edificio necessita di lavori di bonifica a causa delle presenza di amianto, lavori che costerebbero almeno 300 mila euro.

Adesso dell’edificio di via Watteau riprende possesso la famiglia Cabassi, che da tempo porta avanti un contenzioso con il Comune di Milano. Questo contenzioso era giunto al termine nel 2024, quando la Corte d’appello di Milano aveva condannato il ministero dell’Interno – responsabile del mancato sgombero – a risarcire i Cabassi della cifra di tre milioni di euro. Il Viminale aveva chiesto quei soldi a Marina Boer, presidente dell’associazione Mamme antifasciste del Leoncavallo, l’unica ufficialmente registrata con la sede sociale presso l’ormai ex Leoncavallo (e quindi, tecnicamente, vittima dello sgombero).

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