Hype ↓

Andare a morire su Marte

12 Febbraio 2015

Lo studente di fisica britannico che intende lasciare una speciale eredità alla razza umana; il giovane dottore mozambicano che pensa che questo mondo non sia un buon posto per vivere, o almeno non più; la ragazza nata in Iraq, poi migrata negli Stati Uniti, che dice «non ho bisogno dell’amore». Sono tre dei candidati (inseriti nell’ultima shortlist) a prendere parte a Mars One, la prima missione di colonizzazione umana su Marte, pensata nel 2011 e progettata per partire nel 2025.

Mars One si è proposta di selezionare un team di quattro astronauti “dilettanti” attraverso una semplice bando (“Chi vuole andare su Marte?” – 200.000 candidature) e di mandarli in orbita dopo un addestramento di dieci anni. Il viaggio verso Marte durerà, secondo i calcoli, 7 mesi, mentre quello di ritorno, beh, quello di ritorno non ci sarà. L’unico modo per rendere il viaggio realizzabile a costi sostenibili (per modo di dire: si stima una spesa di 5 miliardi di Euro) è la formula sola andata: così i quattro pionieri non potranno mai tornare indietro, si imbarcheranno su una sorta di viaggio-suicidio.

In questo video realizzato dal Guardian conosciamo tre candidati. La domanda più frequente che il giornalista pone loro è a proposito del sesso e sull’astinenza: su Marte, infatti, non si potranno avere rapporti. Una delle tante piccole ma enormi micce psicologiche di una traversata spaziale unica. Non mancano risvolti più controversi: dalla volontà di ripagare parte dei costi attraverso la creazione di un reality che documenterà la colonizzazione umana del pianeta rosso, all’avvertimento del Massachussetts Institute of Technology: secondo i loro ultimi studi, i calcoli di Mars One sono sbagliati, e i coloni potrebbero sopravvivere soltanto per due mesi, prima di morire di asfissia a causa dell’ossigeno “rubato” dalle piante.

Articoli Suggeriti
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Leggi anche ↓
L’arte o la vita?

Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Le scorie del dibattito sul nucleare italiano

Tra ministri dalle idee non chiarissime, popolari pagine Facebook e cartoni animati virali su YouTube, la discussione sull'atomo in Italia è una delle più surreali degli ultimi anni.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.