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How does it feel? Girare un video per Like a Rolling Stone

Abbiamo fatto una chiacchierata con Yoni Bloch, 32 anni, cofondatore di Interlude, la startup israeliana che ha creato il video interattivo per Bob Dylan.

25 Novembre 2013

Tel Aviv – Bob Dylan ti chiede di fare un video per una sua canzone: “Like a Rolling Stone“, inno di una generazione. Lo fai ed è un successo di innovazione tecnologica. Poche ore dopo il lancio, ne parla tutto il web. I maggiori siti americani, di musica e politica, raccontano la tua storia. E tu che fai il giorno dopo? Ti svegli alle sei del mattino per prendere la metropolitana ed essere in ufficio alle sette.

Yoni Bloch ha 32 anni. È un chitarrista e cantante israeliano – ha inciso diversi dischi nel suo paese – ma anche presidente tech savvy della società Interlude che ha messo in video, a 48 anni dalla sua nascita, uno dei successi musicali più esplosivi di mezzo secolo. «Ho ancora il jet lag e lo voglio tenere: quando sono a Tel Aviv mi sveglio a mezzogiorno e mi sento una rock star. Qui a New York mi alzo alle sei e mi sento una persona responsabile», racconta scherzando al telefono con Studio.

Il video di “Like a Rolling Stone” è stato messo sul sito di Dylan mercoledì mattina e coincide con l’uscita di una raccolta dei successi dell’artista (The Complete Album Collection Volume 1). A sera, un milione e mezzo di persone lo aveva visto. «Il video più incredibile che vedrete quest’anno», ha scritto Gawker. «Un capolavoro interattivo», lo ha definito Wired. Ed è proprio questo aggettivo, interattivo, a rendere il video concepito da una sqaudra di israeliani e americani, sensazionale e innovativo. Lo spettatore che ascolta Dylan non è passivo, ma può interagire con le immagini facendo zapping tra 16 canali. Passando da “Il prezzo è giusto” a uno programma di cucina o una partita di tennis, canta la canzone assieme a giornalisti, attori, sportivi, e per ognuno l’esperienza del video è diversa.

Quello che Yoni Bloch ama fare è «raccontare storie e trovare modi diversi per farlo». La sua Interlude è «una compagnia di tecnologia dal primo giorno in cui è stata fondata, due anni e mezzo fa», ma è anche una band, la sua. Il vice presidente Tal Zubalsky è il suo chitarrista. Il direttore operativo Barak Feldman è l’autore delle sue canzoni. Il regista del video di Dylan, Vania Heymann, 27 anni, è considerato in Israele una star del web. Ha lavorato con Asaf Avidan – cantante che l’Italia ha scoperto alla scorsa edizione di Sanremo – e per Eretz Nehederet (paese meraviglioso), programma satirico cult in Israele. «Vania è un regista riconosciuto ed è anche un esperto in scienze informatiche – spiega Yoni – La nostra squadra è formata da persone che hanno talento in più di un campo, un fatto comune in Israele».

«Ci hanno commissionato un video e poi ci hanno chiesto: “Di quale canzone?” Non ci potevo credere. Ho risposto “Come quale canzone? “Like a Rolling Stone”, ovviamente”»

Dai caffè di Tel Aviv ai corridoi di compagnie multimilionarie americane: la rotta è stata già battuta da altri prima – basti ricordare il successo pochi mesi fa dell’applicazione di navigazione stradale Waze, acquisita da Google per circa un miliardo di dollari. La Interlude di Yoni – che nel 2013 ha raccolto oltre 15 milioni di dollari da diversi investitori, ha un percorso diverso. Con 22 persone a Tel Aviv che si occupano della parte tecnologica e dieci a New York per la parte creativa, la società ha ideato pubblicità interattive per Subaru, i cosmetici di Mac, la Shell. E ha vinto nel 2011 un MTV Award per il video più innovativo dell’anno con “Say you Like” me dei We the Kings. I musicisti della band diventano avatar in un videogioco che – accompagnato dalla canzone – ha percorsi diversi a seconda della tua agilità. È proprio questo video che ha portato i manager di Bob Dylan alla porta della Interlude, interessati ad attirarei i giovani, ricorda Yoni. «Ci hanno commissionato un video e poi ci hanno chiesto: “Di quale canzone?” Non ci potevo credere. Ho risposto “Come quale canzone? Like a Rolling Stone, ovviamente”».

La squadra di Yoni ha applicato alla musica le competenze di una generazione che ha reso Israele la Start-up Nation, ma c’è dell’altro. Ci sono pomeriggi di inizio anni ’90 passati in agguato davanti alla televisione, in una mano la videocassetta da 60 minuti pronta per per registrare, nell’altra la cornetta del telefono per avvertire l’amico o amica di turno: «Muoviti, accendi, ora».

«Siamo la generazione MTV», dice Yoni che racconta come in quei Novanta, ad incollarlo allo schermo in attesa erano due video in particolare. Non è un caso che a entusiasmarlo fossero Just, dei Radiohead, e “Where it’s at” di Beck, due video che – il primo con i suoi sottolitoli che raccontano una storia parallela, il secondo con finestre che si aprono e si chiudono – sono già sulla via dell’interattività. «Adoro quando la musica ha anche una traccia video. Come musicista penso che i video siano divertenti quanto la musica».

Che cosa abbia pensato esattamente il 72enne Bob Dylan non è dato saperlo, visto che il musicista non ha incontrato i creatori del suo video e non ha rilasciato dichiarazioni a riguardo ma, raccontano, ha fatto sapere di essere contento. Alla Interlude pensano già ai prossimi progetti, crogiolandosi nella entusiasta creatività dei titoli di siti e giornali. “Finora il mio preferito è questo – dice ridendo Yoni – “How does it feel? It feels f*** insane!”».

Leggi anche: Bob Dylan, o quel che ne rimane

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