Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
La Bridget Jones dello Zimbabwe
Un pezzo da leggere, oggi, è questo articolo del Christian Science Monitor. Ovvero un’intervista, di quelle che uno normalmente non si aspetta, alla misteriosa columnist africana che da anni intrattiene la classe media e istruita dello Zimbabwe (sì lo Zimbabwe ha una classe media) con la sua rubrica “Diary of a 30-Something Lady.” Dove scrive di ordinaria amministrazione (pagare prima l’affitto, la bolletta o il pedicure?), di donne, uomini e, naturalmente, di singletudine. In versione africana, va da sé, per cui uno dei suoi problemi, di recente, consiste nel valutare se sposare o meno un certo tizio, presentato ai lettori come “Mr. Old Mutare”, per questioni di lobola, ovvero il prezzo che lo sposo dovrebbe pagare alla famiglia della sposa.
Chick-lit allo stato puro, insomma, ma in stile sub-sahariano. Qualcuno ricorderà forse che anche Il Diario di Bridjet Jones, il libro del 1996 di Helen Fielding poi adattato a film, anzi a due, era cominciato sotto forma di column anonima sull’Independent di una trentenne single londinese. Non sorprende, dunque, che il Christian Science Monitor abbia soprannominato l’autrice di “Diary of a 30-Something Lady” come “la Bridget Jones dello Zimbabwe”. Solo che lei, giura, il libro di Helen Fielding non l’ha mai letto.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.