Hype ↓
21:57 mercoledì 3 settembre 2025
Trieste è piena di turisti delle crociere che non possono attraccare a Venezia e quindi li scaricano a Trieste Le persone fanno un giro in città e poi prendono l'autobus. Per Venezia.
I Radiohead hanno annunciato un nuovo tour che farà tappa anche in Italia Arriveranno a Bologna, a novembre. I biglietti saranno disponibili solo registrandosi prima sul sito della band dal 5 al 7 settembre.
Alla grande parata militare di Xi Jinping in Cina hanno partecipato anche dei soldati-lupi-robot Hanno sostituito i loro predecessori, i cani-robot, che evidentemente non hanno soddisfatto i generali cinesi.
Shein ha usato un modello AI uguale a Luigi Mangione in una pubblicità ma ha dovuto rimuoverla subito È durata poco, molto poco, la prima volta di Luigi Mangione come testimonial di una multinazionale (a sua insaputa).
Sulla Global Sumud Flotilla c’è anche la scrittrice Naoise Dolan «Qualunque cosa accada sulla barca non potrà causarmi più disperazione di quanta ne provocherebbe il non fare nulla», ha detto.
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.

Rotelline e fili

La fine del mouse, superato dal touch e i comandi vocali-gestuali. Un progetto online lo ricorda oggi, in vita (anche se è già modernariato).

29 Maggio 2013

La scorsa settimana è stata presentata la XBox One, la nuova consolle Microsoft che sembra destinata a rivoluzionare il rapporto dello spettatore con il suo televisore (e i videogiochi, ovviamente). Come ha scritto Farhad Manjoo su Slate, alcune sue funzioni sono talmente impressionanti da superare i sogni di gloria televisivi di Steve Jobs, che negli ultimi anni di vita aveva sognato una “Apple TV” in grado di conquistare l’intrattenimento casalingo come aveva già fatto in altri campi con iPod, iPhone e iPad.

Ogni XBox One sarà munita di Kinect, il dispositivo già in uso nel modello precedente che permete di captare i movimenti dei giocatori, trasformando il corpo umano in joystick. Un dettaglio per gli amanti delle distopie: il dispositivo rimarrà acceso continuamente, per captare i movimenti degli utenti presenti in sala e nel caso attivarsi all’istante. Non solo: il giocatore potrà passare dalla modalità videogame a quella televisione con un gesto della mano (così), facendo comparire o scomparire le diverse finestre a piacimento.

Una tecnologia spettacolare se unita a quella dei comandi vocali (presenti nella One), già molto diffusi nel settore mobile. Google ha recentemente presentato “Ok, Google” con cui l’utente potrà comunicare dicendo: «Ok Google, trova via della Spiga a Milano» (con quel Ok Google che ricorda l’”Ok Computer” della Guida Galattica Per Autostoppisti che si dice abbia ispirato anche i Radiohead), mentre Apple con Siri ha puntato sull’oralità tra device e utente, spesso con risultati tra l’inquietante e l’esilarante. E molte altre novità seguiranno di certo.

Il tutto avviene in uno scenario in cui gli schermi touchscreen si sono diffusi dagli smartphone ai tablet passando per ibridi tra laptop e tablet come il Windows 8, che permette di utilizzare una tastiera Qwerty fisica mentre si selezionano icone toccando direttamente lo schermo. E una domanda sorge spontanea: in tutto questo, che fine farà il mouse?

Il mouse, quell’aggeggio curvilineo e tozzo anticamente dotato di filo grigio o biancastro – la coda del mouse – che si collegava a un computer enorme e in tinta; un tempo incentrato sull’elemento della rotellina, sfera in vena d’inceppamenti che veniva trascinata per chilometri e chilometri rimanendo sempre vicino a te. È difficile capire che futuro possa avere uno strumento simile – oggi più snello, senza fili e rotelline – nell’era della cyborgisation: abbiamo già cominciato a parlare con i computer, presto impareremo a dar loro segnali gestuali e un domani ce li ritroveremo davanti gli occhi, se lo scenario dei Google Glasses dovesse diventare realtà. E poi sono ovunque, minuscoli, liquidi, geneticamente diversi da quelli che comandavamo con il topo. Il probabile tramonto del mouse è la fine di un oggetto che è forse già oggi modernariato, e non a caso è da anni “mutato” in un oggetto ibrido come il trackpad, basato su tocco e polpastrello. La fine di tutto questo potrebbe rappresentare anche la scomparsa di un altro elemento: il cursore.

O la freccia, chiamatela come volete. Questa, insomma.

Si tratta di un compagno informatico più riservato del mouse o della tastiera, che sono oggetti fisici, ma essenziale: la freccetta è stata per anni lo strumento con cui milioni di persone hanno cliccato, indicato e selezionato materiale digitale sugli schermi dei computer. E ora, con la comparsa del vecchiume informatico e l’ascesa di interfacce vocali, gestuali e ottiche, potrebbe finire in cassetto – in un futuro non immediato ma vicino. Insomma: a che ci serve una pallina deforme di plastica se la tecnologia quotidiana assume contorni fantascientifiche? Chi userebbe il mouse in Minority Report?

Sono questi due lutti a venire – la scomparsa del mouse e del suo vettore su schermo – le basi di “Do Not Touch“, l’ultimo progetto dello Studio Moniker di Amsterdam. È un progetto opensource con cui gli utenti possono misurare le proprie capacità di puntamento su schermo, seguendo le direttive che compaiono man mano. Agli utenti viene subito fatto presente che i loro movimenti con il mouse saranno registrati e aggiunti a quelli di tutti gli altri visitatori, andando a creare un piccolo esperimento sociologico, e un effetto sciame che sembra uno studio sulle masse. «Dopo 50 anni di puntamenti e clic, stiamo celebrando la vicina fine del cursore del computer», hanno spiegato quelli di Moniker. E non è tutto: il risultato finale – che viene man mano aggiornato con l’aggiunta dei dati dei nuovi utenti – è un video musicale per “Kilo”, il brano che si sente in sottofondo dei Light Light, band prog-rock di Amsterdam.

“Do Not Touch” è il migliore omaggio che si potesse fare allo strumento mouse: ne mostra la comodità, la velocità, i mille difetti e l’impatto “sociale” in termini di massa, che viene fotografata giorno per giorno fino a creare una nube di frecce diversissime nella forma – ce ne sono quattro (quella tipica del Mac, quella di Windows Xp, di Windows 7 e di Ubuntu per gli utenti Linux) – e nel comportamento. Dentro quella nube di cursori ci siete anche voi, che per anni vi siete mossi in ambiente digitale trascinandovi dietro quella specie di zappa ora pronto alla pensione. Voi, che nel futuro diventerete sempre parte integrante del network. Cosa che siamo già, a dire il vero, solo che facciamo fatica a rendercene conto: in questo momento e ancora per un po’ di tempo saremo cyborg strani, cyborg con il mouse.

Clicca qui per andare su “Do Not Touch“.

Immagini: screenshot del progetto (Studio Moniker)

Articoli Suggeriti
L’attivista palestinese che ha lavorato a No Other Land è stato ucciso da un colono israeliano

Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.

Sam Altman ha detto che a differenza dell’avvocato e del terapeuta, Chat GPT non ha l’obbligo del segreto professionale

Quello che le diciamo non si può cancellare e potrebbe essere usato in tribunale.

Leggi anche ↓
L’attivista palestinese che ha lavorato a No Other Land è stato ucciso da un colono israeliano

Maestro e attivista, Odeh Muhammad Hadalin aveva aiutato i registi del documentario premio Oscar a girare il loro film a Masafer Yatta.

Sam Altman ha detto che a differenza dell’avvocato e del terapeuta, Chat GPT non ha l’obbligo del segreto professionale

Quello che le diciamo non si può cancellare e potrebbe essere usato in tribunale.

Ripensare tutto

Le storie, le interviste, i personaggi del nuovo numero di Rivista Studio.

Il surreale identikit di uno degli autori dell’attentato a Darya Dugina diffuso dai servizi segreti russi

La Nasa è riuscita a registrare il rumore emesso da un buco nero

Un algoritmo per salvare il mondo

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.