Furono tra i primi a denunciare l'uso di armi chimiche in Siria, e da lì sono diventati la più importante piattaforma di citizen journalism del mondo: dal nuovo numero di Rivista Studio, intervista a Eliot Higgins, fondatore e direttore di Bellingcat.
Grazie all’AI si è scoperta l’identità dell’assassino nazista ritratto in una famosa foto della Seconda guerra mondiale
Dopo anni di ricerca, lo storico Jürgen Matthäus è riuscito a dare un nome al soldato fotografato mentre uccide un ebreo in una strage del Terzo Reich in Ucraina.

È una delle foto più celebri della Seconda guerra mondiale, la cui fama è stata a lungo legata ai misteri che la circondavano. Nello scatto si vede un soldato del Terzo Reich che punta la pistola alla tempia di un uomo inginocchiato davanti a lui. Al braccio porta la fascia che il regime imponeva agli ebrei d’indossare in pubblico. Nella foto si vede anche un “pubblico” composto da altri militari nazisti che assistono a questa esecuzione. Per anni si è pensato che si trattasse di una testimonianza dalla strage di Vinnitsa, cittadina ucraina dove i nazisti, negli anni ’40, compirono un massacro, uccidendo migliaia di ebrei e seppellendoli in fosse comuni scavate in fretta e furia. L’uomo che sta per essere ucciso, infatti, è inginocchiato sul bordo di una fossa che contiene già dei corpi. Dopo anni di ricerche, lo storico tedesco Jürgen Matthäus ha definitivamente confutato questa ricostruzione: l’uomo nella foto non è “ultimo ebreo di Vinnitsa”, come era stato ribattezzato dagli storici. Non solo Matthäus è riuscito a scoprire dove è stata scattata la foto, ma anche l’identità dell’assassino. Il Guardian ha ricostruito l’intera ricerca dello storico, che ha dedicato buona parte dalla sua vita a svelare il mistero di questa foto.
La foto è stata sì scattata in Ucraina, ma a Berdychiv, non a Vinnitsa. A Berdychiv il 28 luglio 1941 i nazisti passarono una giornata intera a uccidere ebrei, inseguiti e catturati in città. A sparare erano gli uomini delle Einsatzgruppe, gli squadroni della morte comandati da Reinhard Heydrich, uomini inviati lì con lo scopo di “liberare la zona” da partigiani ed ebrei in vista di una visita ufficiale di Adolf Hitler, programmata nei giorni successivi. Alla scoperta del luogo in cui è stata scattata la foto si è arrivati grazie al riconoscimento di tre elementi architettonici che si intravedono sullo sfondo, oltre che a un lavoro di archivio durato decenni e portato avanti anche con l’ausilio del famoso gruppo di open source journalism Bellingcat (il cui fondatore, Eliot Higgins, abbiamo intervistato qui). Queste prime rivelazioni hanno suscitato molto clamore in Germania, ed è proprio grazie a questo clamore che si è fatto avanti un lontano parente dell’assassino ritratto nella foto: il nome suo nome, adesso lo sappiamo, era Jakobus Onnen. Questo lontano parente ha contattato Matthäus, dicendo di essere sicuro che il il soldato nazista della fotografia fosse lo zio di sua moglie. L’uomo ha fornito diverse foto di Onnen e raccontato ancche negli anni ’90 la famiglia aveva distrutto le lettere inviate dal fronte da Onnen.
In questa fase della ricerca è entrata in gioco l’intelligenza artificiale, cruciale per la comparazione delle foto fornite dell’uomo con quella da cui la ricerca è partita, integrando l’una e l’altra con una serie di prove circostanziali che hanno dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che Onnen è davvero l’uomo della foto. Matthäus ha spiegato che si tratta di uno dei primi casi in cui nel suo campo di ricerca l’intelligenza artificiale viene usata per fare “un lavoro di fino” e non per macinare ed elaborare molti dati in poco tempo. La ricerca e la componente umana, ha sottolineato, rimangono però essenziali per questo tipo di scoperte. Il suo auspicio ora è quello di riuscire a dare un nome anche alla vittima ritratta nella foto, una delle tante dell’eccidio nazista in territorio sovietico, dove vennero uccisi più di un milione di ebrei, la gran parte dei quali ancora senza nome. I risultati della ricerca di Matthäus, a ulteriore conferma della credibilità del suo lavoro, sono stati pubblicati nella nota rivista accademica tedesca Zeitschrift für Geschichtswissenschaft (Rivista di Studi Storici).