Dimostrando come la nuova funzione di ChatGPT possa essere usata a fini di discriminazione.
L’Homeland Security americana ha pubblicato sui suoi social un video in cui paragona l’arrestare i migranti al catturare i Pokémon
Con tanto di sigla e immagini tratte dall'anime dei Pokémon. Lo slogan, ovviamente, è "Gotta catch ‘em all".

“Gotta catch ‘em all” fino a poco tempo fa era solo il motto che accompagnava gli allenatori Pokémon nella loro avventura. Ora, il Department of Homeland Security degli Stati Uniti lo ha adottato per descrivere la sua “caccia” ai migranti. Il video, pubblicato sul profilo X del dipartimento, mostra degli spezzoni di video di vari arresti, il tutto con la musica della prima sigla della versione americana dell’anime dei Pokémon in sottofondo.
@brutamerica The Department of Homeland Security posted a video using the original Pokémon theme song with the caption “Gotta Catch ‘Em All.” Users have been tagging Nintendo and criticizing the use of copyrighted IP and the ethical implications of comparing detained individuals to Pokémon. The Pokémon Company has a history of aggressively protecting its IP, and fans are calling attention to both legal and moral concerns. #Pokemon #DHS #Copyright #Ethics #Nintendo #IPLaw #Immigration #SocialMedia
Sotto al video del DHS moltissimi utenti hanno taggato i profili X di Nintendo (proprietaria del marchio e di tutti i diritti sulla replica e distribuzione del franchise) e Pokémon invocando la rimozione del video per violazione delle leggi sul diritto d’autore. Regole che ai fan sono ben note, essendo Nintendo famosa (e famigerata) per la velocità con la quale precede a querelare chiunque provi una riproduzione illegale di qualsiasi contenuto a tema Pokémon, merch e accessori vari compresi. Come se non bastasse, oltre al motivetto, il DHS pubblica anche le foto delle persone catturate, in stile mugshot, incorniciate in figurine collezionabili identiche a quelle dei Pokémon.
Non è la prima volta che l’amministrazione Trump produce “contenuti” come questi. Nello scorso marzo, nel pieno dell’ossessione per la ghiblizzazione delle immagini che aveva preso internet, la Casa Bianca aveva pubblicato l’immagine in stile Ghibli di un’immigrata che veniva arrestata ed espulsa.

Niente influencer, algoritmi, monetizzazione, multinazionali e performatività: tornare all'internet incasinata e creativa di un tempo è possibile. E visto come sono andate le cose in questi anni, forse pure necessario.