Per la prima volta nella storia, una piattaforma pensata per tutt'altro scopo ha contribuito all'elezione di un Primo ministro.
Amanda Knox è la prima ospite della nuova stagione del podcast di Gwyneth Paltrow
Un’intervista il cui scopo, secondo Paltrow, è «restituire ad Amanda la sua voce», ma anche permetterle di promuovere il suo Substack.

«Perché gli inquirenti alla prima occhiata a una ragazza di vent’anni senza precedenti e senza movente hanno subito pensato “ecco la mia stupratrice e la mia assassina”?» si chiede sibillina Amanda Knox nell’anteprima video pubblicata su Instagram della nuova puntata di Goop, il podcast di Gwyneth Paltrow. L’attrice premio Oscar, imprenditrice, podcaster e co-inventrice del termine conscious uncoupling, ha deciso di cominciare la nuova stagione del suo show invitando come prima ospite proprio Amanda Knox, per parlare soprattutto, ovviamente, del suo coinvolgimento nel caso Meredith Kercher, dei processi in cui è stata a lungo imputata e dell’assoluzione dall’accusa di omicidio.
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L’ospitata a Goop, descritta come l’occasione per Amanda di «parlare di resilienza, di come si è riappropriata della sua voce e di cosa significa vivere al di là delle narrazioni che gli altri scrivono per te dopo che un’ingiusta condanna e la successiva assoluzione hanno fatto notizia a livello internazionale» segue un format ben rodato del podcast. Goop, infatti, si concentra su temi quali salute mentale e fisica, le relazioni interpersonali e l’automiglioramento. Soprattutto, funge da veicolo promozionale per il brand di Paltrow. Goop è infatti un’azienda, nota per proporre contenuti come podcast ma anche cosmetici, arredamento, prodotti di benessere e candele al profumo della vagina di Paltrow.
Nel corso dell’episodio Knox ha avuto modo di sponsorizzare il suo profilo Substack, sul quale condivide pensieri e riflessioni. Dopo il processo e l’assoluzione Knox, infatti, non ha mai abbandonato la scena pubblica, diventando una figura piuttosto nota (sarebbe meglio dire ancora più nota) negli Stati Uniti. Lo scorso agosto, per esempio, è arrivata su Disney+ The Twisted Tale of Amanda Knox, miniserie da molti definita “innocentista” che racconta la figura di Knox come una vittima delle circostanze e dei pregiudizi e delle incompetenze della magistratura italiana. Non è il primo prodotto di “intrattenimento” tratto dal caso: già nel 2016 il documentario Amanda Knox cercava di fare luce sulla vicenda.
Se negli Stati Uniti è largamente considerata una vittima innocente, la figura di Knox rimane ancora oggi assai controversa in Italia, complice anche una complicata vicenda processuale che l’ha vista assolta per l’omicidio di Meredith Kercher ma condannata per calunnia nel 2025 per aver accusato ingiustamente Patrick Lumumba dell’omicidio della giovane.