«Nessuno vuole vedere un film su un critico cinematografico», ha spiegato, ospite del podcast The Church of Tarantino.
Associated Press non pubblicherà più recensioni letterarie perché a leggerle sono rimasti in pochissimi
E a organizzarle, programmarle, scriverle ed editarle ci vuole invece molto tempo e molta fatica, ha spiegato l'azienda.

«Una buona notizia per le persone che amano le cattive notizie», così inizia l’articolo scritto da Brittany Allen su Lithub in cui si racconta la decisione di Associated Press di interrompere dall’1 settembre l’aggiornamento della sua “pagina” letteraria, vale a dire quella sezione in cui venivano pubblicate a cadenza regolare (quotidiana) recensioni dei libri appena usciti. La ragione di questo taglio la si legge in una circolare interna all’azienda, pubblicata da Dan Kennedy sul suo sito Media Nation: «Purtroppo, il pubblico delle recensioni letterarie è relativamente piccolo e noi non possiamo più permetterci il tempo che serve a pianificare, organizzare, scrivere ed editare le recensioni». La storia, per chi lavora nell’editoria, è ormai ben nota: le persone leggono sempre meno e queste sono le conseguenze.
La magrissima, e staremo a vedere quanto longeva, consolazione è che almeno per il momento AP ha assicurato che alla cancellazione della pagina letteraria non seguiranno licenziamenti di lavoratori. La situazione dei collaboratori esterni, che fornivano la maggior parte delle recensioni, invece è diversa e ancora in divenire. Difficile immaginare che saranno mantenute tutte le collaborazioni, anche se Associated Press ha confermato che continuerà a parlare di libri e di letteratura, ma con forme diverse dalla recensione e con cadenza non altrettanto regolare.
Come sottolinea sempre Allen su Lithub, le recensioni mancanti di Associated Press saranno un problema grosso per la stampa locale americana. I giornali locali, infatti, sono soliti acquistare le recensioni di AP per poi pubblicarle sulle loro pagine, articoli che, date la ristrettezza dei mezzi economici e le dimensioni ridotte delle redazioni, questi giornali non potrebbero permettersi di scrivere “in casa”.

È l'horror più atteso e chiacchierato uscito quest'anno, e infatti è da giorni in cima al botteghino italiano. Forse perché parla (anche) di che incubo sia essere genitori oggi e di quanto sia pericolosa questa epoca per i figli.