In ogni città in cui fa tappa con il suo tour, sceglie un classico del pop locale da cantare. Per l'Italia ha deciso di omaggiare Raffaella Carrà.
Anche Khaby Lame è finito in mezzo ai raid anti immigrazione negli Stati Uniti
Per tutto il fine settimana ci sono stati voci di un suo arresto e detenzione. Poi si è scoperto che in realtà aveva il visto scaduto da un pezzo.

Il fermo del tiktoker Khaby Lame è stata una delle notizie più discusse sui per tutto il weekend, complice il curioso tempismo con cui si è sovrapposto alle proteste a Los Angeles contro l’Ice (Immigration and Customs Enforcement), l’agenzia federale degli Stati Uniti che si occupa anche d’immigrazione illegale. Le notizie circa un suo fermo negli Stati Uniti hanno cominciato a circolare già venerdì, proprio in concomitanza con l’aggravarsi delle proteste contro l’intervento dell’Ice a Los Angeles, dove l’amministrazione Trump ha dato il via a una vasta operazione per individuare, fermare ed espellere persone presenti illegalmente nel Paese. La prova di forza ha causato però varie proteste in città poi sfociate in episodi anche violenti.
Tra i fermati nelle stesse ore dall’Ice, come ha poi riportato ADNKronos, c’era anche Khaby Lame, anche se si è trattato nei fatti solo di una coincidenza dovuta all’inasprirsi dei controlli anti-immigrazione clandestina su tutto il territorio statunitense. Il creator infatti si trovava in Nevada. Tuttavia l’ipotesi di un presunto arresto e la confusione con quanto stava avvenendo a Los Angeles hanno ovviamente fatto notizia, specie considerando che il solo account TikTok di Khaby Lame conta oltre 162 milioni d’iscritti. Lame sarebbe stato fermata a un controllo all’aeroporto internazionale Harry Reid di Las Vegas con l’accusa di violazione delle norme sull’immigrazione. Il 25enne infatti si trovava negli Stati Uniti da fine aprile ma non ha poi provveduto a rinnovare il visto ottenuto, rimanendo nel Paese oltre i suoi limiti di decorrenza.
Per ore sui social si sono susseguite speculazioni sul suo arresto. Invece a Seringe Khabane Lame (vero nome del creator) già il 6 giugno era stato concesso di lasciare volontariamente il Paese. Non è chiaro se verranno presi provvedimenti nei suoi confronti e se uno dei volti più celebri dei social potrà in futuro regolarizzare la sua posizione e rientrare negli Stati Uniti.