Come si costruisce un ecosistema editoriale che sfida le convenzioni e racconta la contemporaneità? Ne parlano Valentina Ardia, editor in chief, e Cristiano de Majo, direttore esecutivo, domenica 14 settembre, ore 12.
Quella di Cat Person potrebbe essere la prima locandina di un film che riproduce l’immagine di un articolo
Forse per rimediare al fatto che il film diretto da Susanna Fogel e scritto da Kristen Roupenian insieme a Michelle Ashford pare non essere un granché – le recensioni dei critici che l’avevano visto al Sundance erano tutte negative, e anche a giudicare dal trailer sembra davvero brutto (ne avevamo parlato qui e qui) – l’adattamento di Cat Person punta tutto sull’entusiasmo con cui invece venne letto, condiviso e commentato l’omonimo racconto di Roupenian pubblicato sul New Yorker nel 2017 e diventato immediatamente virale, forse anche grazie alla forza dell’immagine che lo accompagnava. Potrebbe questo essere il primo caso, infatti, come ha notato Literary Hub, in cui l’immagine scelta per rappresentare l’articolo di un magazine viene utilizzata per la locandina di un film.
Scattata dalla fotografa Elinor Canucci, la foto ritraeva due bocche che si baciavano, almeno questa era l’impressione iniziale. Guardandola bene, però, si notava che quello non era bacio “normale”: la bocca femminile, infatti, era chiusa, serrata, quella dell’uomo, invece, caratterizzata da una barba corta molto chiara, era aperta, e trasmetteva una strana sensazione di disgusto e di disagio, proprio come l’atteggiamento del protagonista maschile del racconto. La foto del poster rimette in scena lo stesso bacio non consensuale con gli attori del film: Emilia Jones, bocca chiusa e sguardo fisso nel vuoto, Nicholas Braun, occhi chiusi e bocca spalancata. Oltre al tentativo fallito di trasformare un racconto intimo, personale e tutto sommato banale in un thriller pieno di suspense e minacce di morte, uno dei problemi dell’adattamento sembra proprio essere l’attore che interpreta il protagonista maschile: non solo il tenero Nicholas Braun non è per niente credibile nel ruolo dello stalker inquietante, pericoloso e aggressivo, non solo è difficile smettere di pensare che ci troviamo davanti a quel perfetto idiota che è il “cugino Greg” di Succession, ma la differenza d’età tra lui e la protagonista femminile, fondamentale nel racconto, non sembra nemmeno così tanta.

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