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È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.
La rapper Lil Tay ha aperto OnlyFans appena compiuti i 18 anni e ha raccolto 1 milione di dollari in 3 ore Il suo è il nuovo record per quanto riguarda la velocità dei guadagni e batte quelli precedenti di Bhad Bhabie e Bella Thorne.
Al concerto delle Blackpink a Milano c’era anche Giorgia Meloni Dopo aver dato l’ultimo via libera al ponte sullo Stretto, la premier ha accompagnato la figlia all’attesissimo concerto della band coreana.
Il vero re dell’estate cinematografica potrebbe non essere Pedro Pascal Tre film in contemporanea nelle sale statunitensi è l’impressionante risultato raggiunto da Pascal…e da un inaspettato rivale.
È in corso un torneo di scacchi per stabilire qual è l’AI più intelligente Gemini, DeepSeek e ChatGPT si stanno sfidando in un torneo commentato in diretta da grandi campioni “umani” del gioco.
James Cameron ha detto che il film su Hiroshima sarà il più difficile mai realizzato Il regista di Titanic e Avatar ha spiegato che sarà una sfida tecnica ma anche umana e che potrebbe anche «non essere all'altezza del compito».
Un zoo danese cerca animali domestici indesiderati per sfamare i suoi predatori Piccoli animali da cortile e cavalli potranno essere donati per ricreare la catena alimentare naturale di tigri, leoni e linci in cattività.

Il quarto piano della torre della Fondazione Prada ha riaperto al pubblico con delle nuove opere

17 Giugno 2021

Avete presente i funghi a testa in giù della Fondazione Prada che tutti scelgono come sfondo per le foto da mettere su Tinder? Ecco, l’installazione di Carsten Höller, “Upside Down Mushroom Room, 2000” è soltanto una delle varie opere che compongono Atlas, un percorso espositivo nato da un dialogo tra Miuccia Prada e Germano Celant che dal 2018 riunisce opere della Collezione Prada in una successione di spazi che accolgono assoli o confronti, creati per assonanza o contrasto, tra artisti come Carla Accardi e Jeff Koons, Walter De Maria, Michael Heizer e Pino Pascali, William N. Copley e Damien Hirst, John Baldessari e Carsten Höller.

L’insieme dei lavori esposti nei sei piani della torre, realizzati tra il 1960 e il 2016, rappresenta una possibile mappatura delle idee e delle visioni che hanno guidato la formazione della collezione e le collaborazioni con gli artisti che hanno contribuito allo sviluppo delle attività della fondazione nel corso degli anni. Atlas testimonia così un percorso tra personale e istituzionale, in evoluzione, aperto a interventi temporanei e tematici, a progetti ed eventi speciali, con possibili integrazioni da altre collezioni e istituzioni. La sua natura riflette sulla funzione e la necessità della collezione permanente per un luogo dedicato all’arte contemporanea. Dall’apertura della nuova sede nel 2015, la collezione è diventata uno degli strumenti di lavoro a disposizione del programma culturale della fondazione, assumendo diverse configurazioni – dalle mostre tematiche alle collettive, dalle antologiche ai progetti curati da artisti – e trova ora nella Torre uno spazio permanente di esposizione.

Da oggi, giovedì 17 giugno, il quarto piano della Fondazione riapre al pubblico ospitando un dialogo inedito tra le opere delle artiste Goshka Macuga e Betye Saar. Al centro del lavoro di Saar (Los Angeles, 1926) si possono riconoscere l’interesse per il metafisico, la rappresentazione della memoria femminile e l’identità afroamericana. Atlas presenta l’installazione “The Alpha and The Omega (The Beginning and The End)” (2013-16), un ambiente circolare che allude al viaggio iniziatico e all’esperienza della vita umana, concepito in occasione della sua personale Uneasy Dancer presentata alla Fondazione Prada a Milano nel 2016.

Goshka Macuga (Varsavia, 1967) lavora con vari linguaggi come la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura e il design. Le sue opere sviluppano complessi sistemi di classificazione in grado di dare forma e tramandare la conoscenza. Atlas include 3 grandi arazzi dell’artista: “Of what is, that it is; of what is not, that it is not 2 (2012)”, “Make Tofu not War (2018)” e “From Gondwana to Endangered. Who Is the Devil Now?” (2020). Il primo è stato esposto a dOCUMENTA (13) e rappresenta una riflessione sull’impatto della cultura occidentale sulla popolazione afghana. Gli altri due lavori sono parte di una serie di arazzi 3D realizzati da Macuga per rappresentare una possibile interpretazione già superata di un’immagine del futuro.

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