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22:26 lunedì 18 agosto 2025
A quanto pare Lana Del Rey è molto arrabbiata con Ethel Cain, ma nessuno ha ancora capito perché Le ha lanciato una frecciatina in una traccia del nuovo album e l'ha bloccata su Instagram: perché ce l'abbia così tanto con Cain, però, non è chiaro.
La sinistra mondiale va così male che è riuscita a perdere le elezioni anche nella Bolivia socialista Il Movimiento al Socialismo governava dal 2005, ma al primo turno è arrivato a malapena quarto. Al ballottaggio vanno un candidato di centro e uno di centrodestra.
A Liam Gallagher hanno vietato di lanciare tra il pubblico tamburello e maracas alla fine dei concerti perché le persone si picchiavano pur di accaparrarseli È stata l'organizzazione del concerto a dirglielo, per evitare che i fan si «strizzino i capezzoli a vicenda, si tirino le orecchie, si prendano a ginocchiate nelle parti basse».
È morto Ronnie Rondell, l’uomo che andava a fuoco sulla copertina di Wish You Were Here dei Pink Floyd Ci vollero 15 tentativi per ottenere lo scatto perfetto, un'impresa che mise a dura prova anche uno stunt man come lui, sopravvissuto alle riprese più spericolate della storia del cinema.
Sally Rooney ha detto che donerà i proventi degli adattamenti Bbc dei suoi romanzi a Palestine Action Lo ha scritto in un articolo pubblicato sull'Irish Times, in cui attacca (di nuovo) il governo inglese per le sue posizioni filoisraeliane.
Terence Stamp è stato l’attore inglese più amato dal cinema italiano Teorema di Pasolini, Tre passi nel delirio di Fellini, Una stagione all'inferno di Nelo Risi e molti altri: negli anni '70 Stamp, morto il 17 agosto a 87 anni, fu "adottato" dal cinema italiano.
È morto a 94 anni Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi italiani Con i suoi scatti in bianco e nero ha raccontato l’Italia nel pieno dei suoi cambiamenti: dal boom industriale alle grandi navi a Venezia.
Instagram si è “ispirato” di nuovo a TikTok e ha introdotto la funzione repost Tra le nuove funzioni introdotte dall’ultimo aggiornamento ce n’è una che lo farà somigliare ancora di più al social rivale.

In Giappone una catena di suicidi ha colpito il mondo dello spettacolo

06 Ottobre 2020

Ne hanno parlato Motoko Rich e Hikari Hida in un articolo pubblicato il 5 ottobre dal New York Times: in Giappone, nell’ultimo anno, alla morte di diverse persone famose ha fatto eco un allarmante aumento dei suicidi durante la pandemia di Coronavirus. È una notizia davvero triste, soprattutto perché ad aprile la tendenza sembrava esattamente opposta, con un tasso di suicidi diminuito del 20 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo più importante nel corso degli ultimi cinque anni sembrava contraddire le previsioni riguardanti la pandemia, che si temeva avrebbe provocato un pericoloso aumento del livello di stress indebolendo le linee di prevenzione. Il lockdown, infatti, ha interessato anche le organizzazioni per la prevenzione del suicidio: circa il 40 per cento di queste ha dovuto chiudere o lavorare con orari ridotti, causando preoccupazioni per le persone vulnerabili. E infatti i dati hanno subito ricominciato a salire. Le autorità hanno segnalato un aumento di quasi il 16 per cento dei suicidi ad agosto rispetto all’anno precedente, con un aumento del 74 per cento tra le ragazze adolescenti e le donne tra i 20 e i 30 anni. Una crescita improvvisa che arriva dopo un decennio di lenta discesa, conquistata a fatica da uno dei Paesi con i tassi di suicidi più alti del mondo.

«Come società, ci sentiamo come se non potessimo mostrare le nostre debolezze, che dobbiamo tenere tutto dentro», ha commentato Yasuyuki Shimizu, direttore del Japan Suicide Countermeasures Promotion Center, parlando col New York Times. Le persone, ha spiegato Shimizu, sono molto reticenti nel rivolgersi a uno psichiatra a uno psicologo, perché per loro vorrebbe dire mostrarsi in qualche modo difettose. Ma quel che è più grave è che molti si sentono come se non potessero mostrare le loro debolezze neanche alle persone più vicine.

Tra le persone famose scomparse recentemente c’è Yuko Takeuchi: l’attrice di 40 anni si è suicidata alla fine del mese scorso. Aveva vinto tre volte il premio di recitazione più importante del Giappone e aveva da poco dato alla luce il suo secondo figlio. «Nessuno può sapere appieno quale tormento privato possa essersi nascosto sotto la superficie, ma in una società giapponese che valorizza il “gaman” – resistenza o abnegazione – molti sentono la pressione di nascondere le loro lotte personali. L’onere è aggravato per le celebrità il cui successo professionale dipende dalla proiezione di un ideale impeccabile», hanno scritto Motoko Rich e Hikari Hida. La morte di Takeuchi è avvenuta meno di due settimane dopo il suicidio di un’altra attrice, Sei Ashina, 36 anni, e due mesi dopo Haruma Miura, 30 anni, un popolare attore televisivo.

All’inizio di quest’anno, Hana Kimura, wrestler professionista e star del reality show Terrace House, si era tolta la vita dopo essere stata vittima di un’implacabile bullismo sui social. A parte lei, nessuna delle altre celebrità morte per suicidio aveva mostrato pubblicamente segnali di malessere. Come segnalano Rich e Hida, in molti casi l’empatia del pubblico continua a mancare anche dopo la morte: Yuko Takeuchi, l’attrice che si è uccisa alla fine del mese scorso, è stata duramente criticata sui social proprio per essersi uccisa. In molti l’hanno definita egoista e superficiale per essersi suicidata nonostante il successo e la ricchezza, lasciando due figli senza madre.

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