Hype ↓
12:23 mercoledì 3 settembre 2025
Sulla Global Sumud Flotilla c’è anche la scrittrice Naoise Dolan «Qualunque cosa accada sulla barca non potrà causarmi più disperazione di quanta ne provocherebbe il non fare nulla», ha detto.
Chloe Malle è la nuova direttrice di Vogue Us Figlia dell'attrice Candice Bergen e del regista francese Louis Malle, dal 2023 era direttrice del sito di Vogue, dove lavora da 14 anni.
Anche la più importante associazione di studiosi del genocidio del mondo dice che quello che sta avvenendo a Gaza è un genocidio L'International Association of Genocide Scholars ha pubblicato una risoluzione in cui condanna apertamente Israele.
La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.
Il Ceo di Nestlé è stato licenziato per aver nascosto una relazione con una sua dipendente Una «undisclosed romantic relationship» costata carissimo a Laurent Freixe, che lavorava per l'azienda da 40 anni.
La turistificazione in Albania è stata così veloce che farci le vacanze è diventato già troppo costoso I turisti aumentano sempre di più, spendono sempre di più, e questo sta causando gli ormai soliti problemi ai residenti.
Nell’assurdo piano di Trump per costruire la cosiddetta Riviera di Gaza ci sono anche delle città “governate” dall’AI Lo ha rivelato il Washington Post, che ha pubblicato parti di questo piano di ricostruzione di Gaza che sembra un (brutto) racconto sci-fi.
Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3 Un film d'autore per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia 2025.

I 5 motivi più belli di Morricone

Secondo la redazione di Studio.

di Studio
06 Luglio 2020

Nella remota stazione di Cattle Corner, ci sono tre uomini ad aspettare il prossimo treno. Poche parole, quasi nessuna, catturati nei loro primi piani, con i volti e le rughe esposte alla luce dell’Ovest, sono i suoni che raccontano la storia. Una porta che si apre, il vento che soffia nella quiete mortale del deserto, tre note malinconiche suonate con l’armonica. Perché è impossibile pensare alle immagini di Sergio Leone – in questo caso, della sequenza iniziale di C’era una volta il West – senza la musica e le intuizioni di Ennio Morricone, compositore, arrangiatore e direttore d’orchestra fra i più grandi degli ultimi decenni, scomparso oggi, 6 luglio, a 92 anni. Difficile scindere il suo nome da quello dell’inventore degli “spaghetti western”, di cui fu anche compagno di classe alle elementari, che grazie alle sue composizioni rese immortali i titoli della trilogia del Dollaro e di quella del Tempo quando, nell’ultima opera di Leone, C’era una volta in America, con la partitura per il flauto che spalancava lo spartito, ci faceva respirare, si è ancorato definitivamente alla memoria collettiva come il “magnifico creatore di colonne sonore”. Ma non è solo nell’adattare la musica alle immagini, disegnarle con ripetizioni di moduli e accorgimenti pop, con l’eccessivo rigore, i clarinetti, i motivi più “soavi” che Morricone ha espresso la propria grandezza.

Verso la fine degli anni Quaranta, suonando nei club come trombettista jazz sostituendo suo padre quando era malato, si accorse di quanto la musica leggera potesse portare felicità nei momenti più bui, tanto che tra i ’50 e i ’60 iniziò ad arrangiare centinaia di canzoni, i primi tormentoni, per Gino Paoli, Tenco, Rita Pavone, “Con le pinne fucile ed occhiali”, “Guarda come dondolo”, “Sapore di sale”, “In ginocchio da te”. E poi gli orizzonti sperimentali, con le note più dissonanti dei primi tre film di Dario Argento, vicini alle sonorità del progressive rock come nel Gatto a nove code del 1971, o nei film di Aldo Lado, dalla Corta notte delle bambole di vetro, in cui usò il suono di un battito cardiaco come connotazione dello stato catatonico del protagonista, all’Ultimo treno della notte, con il rumore dello sferragliare del treno. Sondare tutte le potenziali possibilità di sperimentazione: dall’applicazione dei bruschi e atonali rumori caratteristici dell’avanguardia musicale, al lirismo melodico, fino al canto femminile solita. Quella sperimentazione ravvisabile anche nella porta, nel vento, gessetti sulla lavagna di C’era una volta il West, piegare i rumori alla necessità di raccontare. Proprio per questo abbiamo raccolto i cinque esiti più strani, particolari, conosciuti e anche meno conosciuti della sua arte tanto volubile nei generi, contenuti e sonorità, come quando arrangiò “Se telefonando” per la voce di Mina, raccontando una storia che finiva. Per Ennio Morricone, non potremo mai dire lo stesso.

Il buono, il brutto e il cattivo, Sergio Leone (1966)
Per fare la storia, bastano poche note. Nel titolo che completa la trilogia western cominciata con Per un pugno di dollari e proseguita con Per qualche dollaro in più, per il motivo principale, Morricone dichiarò di essersi ispirato all’ululato del coyote, declinato in modo diverso per i tre personaggi del film, caratterizzati, ognuno, da uno strumento diverso. La famosa sequenza di note che si ripete come tema ricorrente, enfatizzando le scene di sfida, di scontro, è diventata nel tempo l’emblema della “musica da duello” e così iconica che il Washington Post per annunciare la morte del compositore ha titolato oggi “Ennio Morricone, italian composer who writes ‘ah-ee-ah-ee-ah’ theme for The Good, the Bad and the Ugly, dies at 91”.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, Elio Petri (1970)
Il sax soprano, le corde del mandolino, il marranzano siciliano, le note che stridono. Nelle sale italiane all’indomani della strage di Piazza Fontana, il film si trascinò dietro per i primi anni numerose contestazioni, in riferimento al ruolo ambiguo del dirigente di polizia protagonista, interpretato da Gian Maria Volontè – in cui molti vedevano chiari riferimenti al commissario Luigi Calabresi, accusato della morte dell’anarchico Giuseppe Pinelli. A caratterizzare la figura di Volontè fu però soprattutto il tema musicale principale, grottesco, inquietante, volto a sottolineare il folle delirio di onnipotenza del protagonista, con le percussioni, alto e basso, ipnotizzante, ossessivo.

Un sacco bello, Carlo Verdone (1980)
Morricone e Carlo Verdone, il fischio malinconico che risuona nell’estate di Roma. Allora un comico in erba, grazie all’amicizia comune di Sergio Leone Verdone riuscì a frasi comporre da Morricone la colonna sonora di Un sacco bello e di Bianco, Rosso e Verdone, primi film dell’attore e regista romano, ottenendo una partitura tragicomica, nostalgica. Perché se in superficie Un sacco bello onorava il “personaggio comico Verdone”, anticipava già quel secondo aspetto, tragico e malinconico dei suoi lavori successivi, con uomini rassegnati, attraversati da inquietudini presenti e future. E una musica perfetta.

La cosa, John Carpenter (1982)
Dopo anni di colonne sonore elettroniche che hanno fatto la storia del genere horror e fantascientifico (spesso ispirate in modo quasi sfacciato ai Goblin di Dario Argento), Carpenter optò per Morricone per il suo La cosa. Doveva avere un respiro europeo, per un film diverso, un cambiamento di rotta come la pellicola stessa, più seria rispetto ai titoli precedenti. Nacque “Humanity”, l’unico brano con un tema netto a comparire in tutta l’opera, per il resto sono stati usati pochi stralci di brani prevalentemente cacofonici e altri aggiunti direttamente da Carpenter, che preferì non usare tutto il materiale composto da Morricone. “Humanity”, la sintesi perfetta del film: un pezzo commuovente per una storia che viaggia al di là del cinema horror, sull’isolamento, la paranoia, il rancore.

La Piovra 2 (1984)
Una delle più celebri saghe della tv italiana, tormentone nei palinsesti televisivi Rai nella seconda metà degli anni Ottanta e ben oltre, lunghissima serie con 48 film girati tra il 1984 e il 2001, La piovra è stata un cult del film di mafia e non solo. Così come di culto sono diventate le figure del commissario Corrado Cattani, interpretato da Michele Placido e del luciferino Tano Cariddi (Remo Girone). E le musiche: il primo lavoro morriconiano ambientato in Sicilia e incentrato sul tema della mafia. Da allora, Morricone diventerà “il musicista de La piovra” per eccellenza, e musicherà (tra vecchi brani e nuovi) anche i film delle stagioni 3, 4, 5, 6, 7 e 10, diretti tutti da Luigi Perelli.

Articoli Suggeriti
Il Festival di film di Villa Medici, il cinema è arte solo se è radicale

È uno dei giovani festival più interessanti degli ultimi anni, perché mescola arti visive e cinema e ha un programma tanto selezionato quanto “estremo”. Ne abbiamo parlato con Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia in Italia, che del festival è l’organizzatore.

La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock

Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.

Leggi anche ↓
Il Festival di film di Villa Medici, il cinema è arte solo se è radicale

È uno dei giovani festival più interessanti degli ultimi anni, perché mescola arti visive e cinema e ha un programma tanto selezionato quanto “estremo”. Ne abbiamo parlato con Sam Stourdzé, direttore dell’Accademia di Francia in Italia, che del festival è l’organizzatore.

La standing ovation più lunga di Venezia l’ha presa The Rock

Per il suo ruolo in The Smashing Machine, il biopic sul lottatore Mark Kerr diretto da Benny Safdie.

Si stava meglio quando c’era Vice

Un documentario appena arrivato su Mubi racconta l'ascesa e soprattutto la caduta di Vice, attraverso una serie di interviste con i protagonisti di quell'esperienza, tutti ancora in lutto.

Stasera La chimera di Alice Rohrwacher arriva per la prima volta in tv, su Rai 3

Un film d'autore, da vedere a casa, per festeggiare l'apertura della Mostra del Cinema di Venezia.

Andrea Laszlo De Simone ha rivelato la data d’uscita e la copertina del suo nuovo album, Una lunghissima ombra

Lo ha fatto con un post su Instagram in cui ha pubblicato anche la tracklist completa del disco.

di Studio
La prima volta di Rivista Studio alla Mostra del cinema di Venezia

Il 4 settembre ci vediamo sul Lido, per parlare di film e bere qualcosa insieme.