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C’è un nuovo problema con l’Odissea di Nolan: l’accento americano degli attori Nel primo teaser del film Tom Holland e gli altri attori utilizzano una marcata cadenza americana, particolare che ha indispettito molti fan.
Le acque del mar Mediterraneo ormai sono così calde che nelle mappe satellitari appaiono arancioni L’agenzia spaziale europea ha pubblicato delle mappe impressionanti in cui si vede che in certe zone la temperatura dell'acqua arriva quasi a 30 gradi.
La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, aprirà la Mostra del cinema di Venezia Protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti, il film sarà in concorso e punterà a vincere il Leone d'Oro.
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

Cosa succederebbe se Kim Jong-un fosse davvero morto?

01 Maggio 2020

Sono ormai settimane che la stampa internazionale si interroga sulla sorte del leader supremo della Corea del Nord Kim Jong-un, la cui ultima apparizione pubblica risale allo scorso 12 aprile e sulla cui salute si rincorrono notizie contrastanti e non verificate. È gravemente malato? È in coma? Si sta proteggendo dal Coronavirus? È fermo nel suo treno speciale vicino a Wonsan? È morto e non ce lo hanno ancora detto [il primo disertore coreano eletto in Parlamento al Sud dice di sì, e che l’annuncio verrà dato nel weekend, ndr]? Per ora le fonti ufficiali tacciono e Corea del Sud e Cina continuano a ripetere che non ci sono segnali strani da Pyongyang. Mentre su Internet girano meme surreali, si inizia a parlare di successione: secondo gli esperti la Corea del Nord è assimilabile a una dinastia, per cui è legittimo pensare che sarà qualcuno della famiglia di Kim Jong-un a succedergli in caso di morte. C’è l’ipotesi (piuttosto dubbia) della sorella Kim Yo-jong, stratega della comunicazione del leader, ma anche quella dello zio Kim Pyong-il.

Ma cosa succederebbe in quella parte di mondo se davvero il leader supremo fosse morto e la Corea del Nord entrasse in un periodo di instabilità politica? Il South China Morning Post prova a delineare degli scenari futuri, focalizzandosi soprattutto sulla reazione di Cina, Stati Uniti e Corea del Sud. «Se il governo di Pyongyang dovesse crollare, secondo quanto riferito entrerebbe in vigore un piano di emergenza USA-Corea del Sud chiamato OPLAN 5029. Il piano mira a proteggere il confine [tra le due Coree, ndr] e le armi nucleari della Corea del Nord se il governo non è in grado di funzionare regolarmente o se il controllo di tali armi diventa impossibile». L’incertezza maggiore risiede nelle condizioni per attivare questo piano, mentre la preoccupazione più grande degli Stati Uniti è che le armi nucleari della Corea del Nord vengono rivendute. La Cina, invece, che è la principale fonte di aiuto e sostegno diplomatico del Paese, da sempre considera la stabilità politica del suo irrequieto vicino cruciale per la propria sicurezza. Sebbene la Cina abbia acconsentito alle sanzioni delle Nazioni Unite sui programmi nucleari del Nord, è diffidente nei confronti di qualsiasi operazione politica o diplomatica che possa far crollare l’economia o insidiare il partito al potere, soprattutto per timore di un’ondata migratoria di rifugiati. La più grande preoccupazione di Pechino, tuttavia, «è la prospettiva delle truppe americane e sudcoreane che operano lungo il suo confine, una preoccupazione che ha spinto la Cina a entrare nella guerra di Corea 70 anni fa. Tuttavia, è improbabile che un cambio di leadership nella Corea del Nord provocherà importanti cambiamenti nella relazione tra i due Paesi, spiega Lu Chao, professore all’Accademia delle scienze sociali di Liaoning in Cina».

Per quanto riguarda la Corea del Sud, oltre ai piani militari congiunti con l’America, un eventuale sgretolamento della dittatura al Nord comporterebbe un afflusso straordinario di rifugiati che il Paese si troverebbe a gestire. L’altra problematica, inoltre, sarebbe quella di creare un quartier generale amministrativo al Nord per gestire la crisi e un’eventuale transizione del potere. Si tratterebbe, secondo fonti di intelligence americane, di una sorta di governo locale con poteri temporanei che potrebbe gestire i movimenti dei cittadini dal Nord al Sud, dove oggi già esistono alcuni programmi di reinserimento sociale per i disertori che sono riusciti a scappare dal Paese. Per ora si tratta solo di speculazioni, anche perché, come ha scritto Giulia Pompili sul Foglio, in questo momento storico a nessuno serve una Corea del Nord instabile.

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