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Perché guardare i grattacieli ci fa venire il mal di testa
Era il 1822 quando il matematico Jean Baptiste Fourier sviluppò la sua “Trasformata integrale”, una formula in grado di scomporre un’onda qualsiasi in più sottocomponenti, così da poterla analizzare. Lo cita la Cnn spiegando perché, da un recente studio, emerge quanto guardare i grattacieli e i palazzi con schemi troppo ripetitivi ci faccia venire il mal di testa.
«Fourier mostrò che possiamo pensare alle scene che vediamo come se fossero realizzate attraverso trame a strisce, di diverse dimensioni, orientamenti e posizioni, tutte sommate tra loro», scrive Arnold J Wilkins. Ma, a differenza dei paesaggi naturali le cui linee nella nostra testa si annullano, dando vita a immagini uniformi, gli ambienti urbani tendono a presentare, anche nel nostro cervello, disegni regolari e ripetitivi. Nel corso degli anni infatti, «il cervello umano si è evoluto per elaborare efficacemente scene del mondo naturale. Ma la giungla urbana rappresenta una sfida maggiore, a causa dei modelli monotoni e replicati in serie che contiene. Soprattutto nei grattacieli», continua.
Finestre, scale, ringhiere: poiché simili costruzioni dell’architettura cittadina infrangono le leggi della natura, sarebbe molto più difficile elaborarli in modo efficiente, «e tremendamente fastidioso guardarli». Paul Hibbard, dell’Università dell’Essex, e Louise O’Haire, dell’Università di Lincoln, hanno realizzato un modello che mostra il modo in cui il nostro cervello riesce a rielaborare le immagini catturate: l’attività delle cellule nervose nel caso in cui si tratti di paesaggi urbani aumenta e quindi, «essendoci richiesto uno sforzo maggiore di elaborazione, è facile venire sorpresi da mal di testa e in alcuni casi anche da attacchi epilettici», continua Wilkins.
I ricercatori hanno inoltre analizzato le fotografie dei condomini degli ultimi 100 anni, rilevando che la loro progettazione nel corso del tempo si è allontanata sempre di più dalle regole della natura: «Si sono fatti più schematici, seriali. A causa di questo, il nostro cervello è costretto a utilizzare una maggior quantità di ossigeno per rielaborarli, dando luogo così a frequenti attacchi di mal di testa».

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