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Una donna ha creato 369 profili Instagram falsi per minacciare gli ex colleghi
Tammy Steffen ha 37 anni e ha quattro figli. Di lavoro fa, o meglio, faceva, l’allenatrice e la personal trainer: più che una semplice professione una vera e propria passione, che promuoveva sulla pagina @BeyondFitBikini, dove si trovano frasi motivazionali che invitano a perseguire il benessere invece del successo e la pace interiore invece di un fisico perfetto. Ma anche foto di lei sorridente che si allena insieme a colleghe e clienti altrettanto sorridenti e ricordi delle varie competition di body building a cui spesso partecipa o a cui partecipano le sue clienti. Come ha raccontato The Cut (ma il primo a riportare la notizia è stato il Washington Post), Steffen è appena stata condannata a quasi cinque anni di prigione dopo essere stata accusata di cyberstalking, aver usato sua figlia di 12 anni per inscenare un finto rapimento e aver inviato comunicazioni minacciose online.
Nel corso degli ultimi anni, Tammy Steffen aveva aperto 369 account Intagram che usava per tormentare i suoi ex colleghi, inviando messaggi come: «Ho intenzione di tagliarti in piccoli pezzi. Assaggerò il tuo sangue» (inviato da @catloverexpress). Le indagini sono cominciate nell’estate del 2018 in seguito a una telefonata con cui la donna riferiva alla polizia che qualcuno aveva lasciato una bambola senza testa con un messaggio sospetto sulla veranda di casa sua, in Florida. Alcuni giorni dopo un’altra chiamata, sempre alla polizia, per denunciare un tentativo di rapimento della figlia di 12 anni. Ai poliziotti Steffen racconta che un uomo ha provato a portare la ragazzina nel bosco e non nasconde di nutrire forti sospetti su un suo ex socio in affari.
A destare forti sospetti, però, è diventata ben presto lei stessa, soprattutto quando la ragazzina ha chiesto ai poliziotti cosa sarebbe successo alla sua mamma se lei avesse detto la verità. Dopo la dichiarazione della figlia i poliziotti hanno iniziato a condurre alcune indagini: osservando un filmato di sorveglianza girato dalle telecamere di Walmart hanno riconosciuto Steffen che acquistava gli oggetti ritrovati nei pressi del luogo del presunto rapimento (la custodia di un pc e un bloc notes con informazioni sulla sua famiglia). E poi la scoperta degli account: 369 profili Instagram falsi e 18 indirizzi e-mail creati al fine di molestare un ex socio in affari che, secondo lei, avrebbe sabotato le sue possibilità di vincere un concorso di fitness online. Non solo e-mail e messaggi e non solo nei confronti dell’ex collega: la donna effettuava anche chiamate utilizzando un software di mascheramento vocale e molestava una serie di altre persone che considerava concorrenti e pericolose per il suo business.

Tammy Steffen (in basso a destra) insieme alle sue colleghe

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