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Condannata la leader della setta che teneva 400 persone imprigionate alle Fiji
Pensavano di raggiungere la Terra Promessa e salvarsi così da un’imminente Apocalisse. E invece sono rimasti intrappolati, costretti a lavori forzati e torturati in un’isola delle Fiji, dopo essere stati privati dei loro passaporti. Quattrocento persone affiliate alla setta sud coreana Grace Road Church hanno subito per 3 anni violenze fisiche e psicologiche. La leader a capo della setta, Shin Ok-ju, arrestata due anni fa insieme ad altre tre persone, è stata condannata a 6 anni di prigione perché giudicata colpevole di molteplici reati, tra i quali violenza, abuso di minori e frode, riporta il Guardian.

I dettagli della vicenda sono scioccanti. Alcuni video pubblicati dalla polizia mostrano Shin picchiare i suoi seguaci e poi ordinare loro di colpirsi a vicenda. Un teenager americano ha raccontato alla testata britannica di essere stato rapito insieme alla madre. Erano stati costretti a tagliare i contatti con il padre, che si trovava negli Stati Uniti. La donna era riuscita infine a scappare grazie a una telefonata fatta in segreto da un negozio. Affrontando però un grande pericolo: per coloro che tentavano di abbandonare il gruppo, era previsto un rituale violento e punitivo per esorcizzare presunti spiriti del male. Per i suoi leader la setta era diventata un grande affare. La chiesa sudcoreana possiede ancora molti business nelle Fiji, come caffè, aziende agricole e società di costruzione.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.

Reportage dalla "capitale del sud" dell'Ucraina, città in cui la guerra ha imposto un dibattito difficile e conflittuale sul passato del Paese, tra il desiderio di liberarsi dai segni dell'imperialismo russo e la paura di abbandonare così una parte della propria storia.