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Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".
La novità più vista su Netflix è un documentario su una nave da crociera coi bagni intasati Si intitola Trainwreck: Poop Cruise, è in cima alla classifica negli Stati Uniti ed è popolarissimo anche nel resto del mondo.
Al Festival di Locarno verrà presentato Mektoub, My Love: Parte Due di Abdellatif Kechiche, il film che nessuno ha mai voluto proiettare È già il titolo più atteso del concorso, che andrà a completare una trilogia scandalosa e travagliatissima, e sicuramente scatenerà la polemica.
Cosa dice Lena Dunham di Too Much, la sua nuova serie, che esce domani E, soprattutto, 13 anni dopo Girls. In un lungo profilo su Variety, Dunham ha raccontato cosa ha fatto in questi anni e quanto di lei c'è in questa serie.
Dalle prime recensioni, il nuovo Superman sembra più bello del previsto Dopo le prime stroncature pubblicate per sbaglio, arrivano diversi pareri favorevoli. Su una cosa tutti sembrano d’accordo: David Corenswet è un ottimo Clark Kent. 
Per combattere i deep fake, la Danimarca garantirà ai suoi cittadini il copyright delle loro facce Il governo sta cambiando la legge sul diritto d’autore per proteggere impedire i "furti" di volti, corpi e voci.
I fan di Squid Game hanno odiato il finale della serie e quindi si stanno facendo i loro finali usando l’AI Sui social c'è già chi propone lo Squid Game dei finali di Squid Game, il vincitore diventa quello ufficiale.

Per i 40 anni di Unknown Pleasures alcuni astronomi hanno registrato il segnale sonoro della cover

Il grafico a linee bianche ondulate rappresenta un segnale di una pulsar e risale a una tesi di dottorato del 1970.

15 Luglio 2019

Ci sono copertine di album che diventano celebri nonostante l’origine resti misteriosa. Pochi sanno, infatti da dove viene l’immagine della cover del disco di debutto dei Joy Division Unknown Pleasures, che compie quest’anno 40 anni. Come racconta The Conversation, il grafico a linee bianche ondulate rappresenta un segnale di una pulsar (una radiosorgente proveniente dallo spazio  identificabile come una stella di neutroni) e, prima di finire su una delle copertine più famose della storia della musica, era stato pubblicato nella tesi di dottorato di un certo Harold Craft, risalente al 1970. Bernard Sumner, uno dei membri della band, lo aveva scovato in un’enciclopedia. Da questa seconda versione Peter Saville, il designer della cover e co-founder di Factory Records, sarebbe partito per disegnare la copertina.

Per celebrare l’anniversario dell’album, alcuni astronomi hanno deciso di registrare con un radiotelescopio un segnale dalla stessa pulsar in un luogo non casuale: l’osservatorio di Jodrell Bank, a soli 23 chilometri dagli Strawberry Studios, lo studio di registrazione a Stockport, in Inghilterra, dove il disco è stato inciso. La scelta della band è significativa: quello rappresentato sulla copertina, infatti, è il primo pulsar mai scoperto dalla scienza, formatosi durante la violenta morte di una stella molto più antica del sole. La cover rappresenta 80 linee che corrispondono ad 80 impulsi luminosi da onde radio. Ogni linea è in qualche modo speciale, perché, come spiega l’astrofisico Patrick Weltevrede nell’articolo, diversamente da quanto avviene con la luce terrestre, ogni flash registrato dalla pulsar è unico: può essere brillante o tenue, ma non replicabile. Quale metafora migliore per la musica?

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