Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
L’air guitar è diventato un vero sport
Costumi elaborati, fantasiosi alter ego e imitazioni di famosi assoli di chitarra. Sta per arrivare la 17° edizione della Air Guitar World Championships che si terrà a Oulu, in Finlandia, a fine agosto. E vedrà i performer di tutto il mondo sfidarsi nella danza pantomimica più in voga del momento: quella che imita le movenze di musicisti rock e heavy metal. L’air guitar, l’arte di imitare riff e assoli di chitarra elettrica, non è solo uno spettacolo, ma un vero e proprio sport. Parola dell’etnomusicologo Byrd McDaniel, autore di un articolo pubblicato su The Conversation.: «Dietro all’ironia di queste performance c’è un vero e proprio mestiere, diventato popolare negli ultimi due decenni» spiega MacDaniel.
L’air guitar compare per la prima volta negli anni ‘50. Ed inizialmente è riservata soltanto alle star del rock. Basti ricordare la celebre performance del 1969 di Joe Cocker a Woodstock. Ma bisogna aspettare gli anni ‘70, per far entrare in gioco i fan che, ispirati dal virtuosismo di Jimi Hendrix, Jimmy Page, Eddie Van Halen, Rick Nielsen and Lita Ford, osano imitare i loro idoli. «Era una cosa sciocca, energica e divertente» scrive McDaniel. Sono gli anni ‘80, però, a segnare la svolta. Nel 1983 esce un vero e proprio manuale dal titolo “The Complete Air Guitar Handbook”. E la nuova arte entra nei film, da “Bill and Ted’s Excellent Adventure” a “Risky Business”. Ma per passare dal divertimento alla competizione, bisogna aspettare gli anni ‘90. Nel 1996 l’Oulu Music Video Festival istituisce la gara di air guitar. All’Air Guitar World Championships partecipavano inizialmente solo artisti locali. E la definizione di “mondiale” era del tutto ironica. Ma come ogni cosa nella storia dell’air guitar, dall’ironia si è passati alla realtà.

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.