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Dua Lipa e Callum Turner si sono innamorati grazie a Trust di Hernan Diaz Il premio Pulitzer 2023 è stato l'argomento della prima chiacchierata della loro relazione, ha rivelato la pop star.
In dieci anni una città spagnola ha perso tutte le sue spiagge per colpa della crisi climatica  A Montgat, Barcellona, non ci sono più le spiagge e nemmeno i turisti, un danno di un milione di euro all’anno per l'economia locale.
Ai Grammy dal 2026 si premierà anche l’album con la migliore copertina È una delle tante novità annunciate dalla Record Academy per la cerimonia dell'anno prossimo, che si terrà l'1 febbraio.
Ronja, la prima e unica serie animata dello Studio Ghibli, verrà trasmessa dalla Rai Ispirata dall’omonimo romanzo dell’autrice di Pippi Calzelunghe, è stata diretta dal figlio di Hayao Miyazaki, Goro. 
Ogni volta che scoppia un conflitto con l’Iran, viene preso come ufficiale un account dell’esercito iraniano che però non è ufficiale Si chiama Iran Military, ha più di 600 mila follower ma non ha nulla a che fare con le forze armate iraniane.
L’unico sopravvissuto al disastro aereo in India non ha idea di come sia riuscito a salvarsi Dopo l’impatto, Vishwash Kumar Ramesh ha ripreso i sensi in mezzo alle macerie: i soccorritori l’hanno trovato mentre cercava il fratello.
L’Egitto sta espellendo tutti gli attivisti arrivati al Cairo per unirsi alla Marcia mondiale per Gaza I fermati e gli espulsi sono già più di un centinaio e tra loro ci sono anche diversi italiani.
Per ricordare Brian Wilson, Vulture ha pubblicato un estratto del suo bellissimo memoir Si intitola I Am Brian Wilson ed è uscito nel 2016. In Italia, purtroppo, è ancora inedito.

Il whisky è dei giapponesi

Perché quello nipponico sta battendo anche il classico scotch. Abbassando i prezzi e alzando la qualità

13 Aprile 2012

L’edizione giapponese di Whisky Magazine da diverse stagioni sta divorando una fetta notevole del mercato di riviste specializzate per bartender, e non. Ma è normale visto che attualmente il Giappone ha tre etichette pregiate in cima alla classifica dei distillati più apprezzati, e qualitativamente degni di nota, del mondo. Perché tra 300 etichette presenti all’ultimo World Whiskies Awards a vincere il migliore single malt è stata la giapponesissima Yamazaki Suntory. Una conferma che pesa perché a riconoscere il successo raggiunto sono state le antiche famiglie (di liquori) scozzesi.

Elogio alla lentezza pura per la Yamazaki Suntory, una distilleria nata nel 1923 che ha atteso molti anni per diventare “da cultori” e che, ora, riesce a sopravvivere sul mercato internazionale anche lontano dalla valle di Yamazaki – sopra Kyoto, praticamente nota più per la battaglia cinquecentesca ampiamente coperta da filmografie e miniature vendute da Sotheby’s. Un angolo di Giappone che ha ruscelli pulitissimi (essenziali per il maltaggio in puro stile scozzese) e soprattutto un’umidità tale che sommata alle colline verdi ha fatto di Yamazaki la copia certosina dell’ecosistema delle Highlands. Risultato:  un whisky da record che ha in comune moltissimo con l’originale (se ne esiste uno), che oltre a invecchiare bene di 18 anni ha raggiunto anche le cifre di 13mila dollari a bottiglia come nel caso di Yamazaki 50 years old. Consequenziali successi che hanno portato questa distilleria a superare il classico scotch.

La familiarità con le scritte da whisky – di solito scontrose, un po’ rudi, quasi mai benevole – ha reso scettici quelli che guardando l’ariosa etichetta di uno Yamazaki 12 years (tra i più venduti) al primo sorso “dovevano” tacciarlo di retrogusto un po’ toffee: per nulla torboso, ovvio, perché la torba c’è solo in Scozia, lamentavano. E poi, non è un buon segno che al bancone di un whisky bar di Tokyo gli sgabelli siano pochissimi, tanti quanti gli eletti in grado di reggere il secondo bicchiere di Ichiro’s Malt 23 Year Old. Fisici non abituati ma che hanno continuato a testare il proprio livello alcolico allenandolo prima con elaborati cocktail dalle preparazioni lentissime, per arrivare poi pronti a ordinare un solo scotch da sorseggiare in tempi ancora più dilatati. Se il successo di etichette e classifiche ha premiato gli sforzi nipponici, quello dei consumatori giapponesi è diventata un rigoroso (e un po’ ostinato) votarsi a nuove abitudini in fatto di bar. Meglio allora consumare meno e continuare a produrre elementi per cocktail di altissimo livello: come i bar tools, sofisticati oggetti di design, alias strumenti per creare drink, che nel loro essere esteticamente belli e minuziosamente precisi “traslano” l’accortezza del rito del tè a quello della preparazione di cocktail.

I bar dunque sono rimasti (anzi si sono moltiplicati) ma i nipponici hanno provato a smettere di inseguire il culto del whisky “alla” scozzese, pur mantenendo il maltaggio da tradizione gaelica, e hanno continuato a cercare nuovi primati. Come cambiare i prezzi e mettere sul mercato il compromesso del whisky:  bouquet di albicocca e vaniglia, etichetta eterea e tappo bianco. Segni particolari: solo una scritta nera minimale e un prezzo imbattibile: meno di 14 dollari. Così il Nikka Yoichi (must lo Yoichi 1990) in versione single malt ha (ab)battuto un altro record: l’immaginario old e cupo per il distillato-da-sigaro. E il Giappone si è preso oltre alla testa della classifica anche un target che al whisky non aveva ancora pensato.

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