La rapper e creator canadese ha raccolto un milione di dollari sulla piattaforma ad appena tre ore dall’apertura del suo profilo.
La brutta storia del ragazzo che ha molestato un anziano nativo americano
Forse l’avrete già visto, in una delle tante versioni che hanno iniziato a circolare a partire dal 18 gennaio. Filmato durante la Marcia delle popolazioni indigene che si è tenuta venerdì a Washington, il video mostra un anziano nativo americano che batte un tamburo e canta. Dietro di lui, un piccolo gruppo di attivisti e alleati. Davanti a lui, un adolescente bianco con un cappello con scritto “Make America Great Again”. Intorno al ragazzo, che lo fissa con stampato in faccia un sorriso odioso, una folla di adolescenti maschi e bianchi che indossano cappelli MAGA e si agitano in preda a uno strano entusiasmo. Il video è stato catturato da più angolazioni e diffuso ampiamente su YouTube e sui social media, generando accese polemiche.
Indian Country Today ha riferito sabato che l’anziano in questione è Nathan Phillips, un veterano della guerra del Vietnam, che ogni anno partecipa a una cerimonia per onorare i veterani nativi al cimitero nazionale di Arlington. Il ragazzo fa invece parte di un gruppo della Covington Catholic High School, una scuola di preparazione universitaria per ragazzi nel nord del Kentucky. I ragazzi erano a Washington per partecipare alla marcia per la vita, una manifestazione annuale contro l’aborto che attira decine di migliaia di manifestanti, compresi molti gruppi di giovani provenienti da chiese e scuole private, per «un mondo dove la bellezza e la dignità di ogni vita umana possano essere apprezzate e protette». Interrogate dai media riguardo l’accaduto, la Diocesi di Covington e la Covington Catholic High School hanno rilasciato una dichiarazione scusandosi con Phillips e Native Americans e hanno promesso che puniranno con l’esplulsione i ragazzi coinvolti.
Su Slate, Ruth Graham ha cercato di capire come mai questo video «ha il potere di una bomba inesplosa» e come mai si è diffuso così rapidamente: «c’è l’idiozia a-storica simboleggiata dall’indossare un cappello Make America Great Again mentre si molesta un veterano. C’è il contrasto fisico tra il giovane punk bianco e il Nativo, e tra la crudeltà degli adolescenti e la calma dell’anziano. E c’è la folla minacciosa di ragazzini MAGA». Anche il contesto è importante, sottolinea Graham. Il video arriva pochi giorni dopo che il presidente Trump ha parlato del massacro del 1890 a Wounded Knee per deridere la senatrice Elizabeth Warren, a cui fa spesso riferimento con il soprannome razzista “Pocahontas”. Più in generale, si svolge in un’epoca in cui pronunciare il nome del presidente è diventato uno strumento di intimidazione razziale. «Ma la vera ragione per cui il video ha questo potere virale», conclude Graham, «è forse la più semplice: l’espressione del ragazzo». Molti osservatori l’hanno riconosciuta subito e hanno condiviso su Twitter una serie di immagini e fotografie razziste dell’America del passato: l’espressione minacciosa dell’uomo bianco, tanto idiota quanto sicuro di sé, è sempre la stessa.
Come ha riportato un più recente articolo del New York Times, una serie di interviste e riprese video aggiuntive suggerirebbero in realtà una situazione diversa da quella descritta su Slate: una convergenza di razze, religioni e convinzioni ideologiche ancora più complessa, considerata la presenza di un gruppo di Black Hebrew Israelites che gridavano commenti aggressivi nei confronti degli studenti e dei nativi americani. Secondo questa nuova versione dei fatti, quindi, il veterano Phillips non sarebbe stato “bloccato” dal gruppo MAGA, ma si sarebbe volontariamente collocato mezzo ai due gruppi per cantare una preghiera di pace.