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Charli xcx sarà produttrice e protagonista del nuovo film di Takashi Miike Chiusa ufficialmente la brat summer, la cantante ha deciso di dedicarsi al cinema.
A Parigi hanno dimostrato che la migliore arma contro l’inquinamento è la pedonalizzazione delle città Negli ultimi dieci anni più di 100 strade sono state chiuse al traffico e l'inquinamento è calato del 50 per cento.
Tutti i media hanno ripreso un articolo di Reuters sulla vibrazione atmosferica indotta, che però non c’entra niente con il blackout iberico (e forse non esiste) E infatti Reuters quell'articolo è stata costretta a cancellarlo.
La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.

Come le palme sono arrivate a Los Angeles

10 Luglio 2018

Dici Los Angeles, dici palme. Non tutti però sanno che le palme a Los Angeles sono un’introduzione relativamente recente. Come ci sono arrivate, allora? Su Atlas Obscura, Dan Nosowitz racconta la storia di come «le palme, sebbene non siano native di Los Angeles e anzi siano arrivate qui di recente, sono diventate l’elemento più iconico della città». Se uno dovesse guardare un’illustrazione di Los Angeles di metà Ottocento, una delle prime cose che noterebbe è che di palme non si vede l’ombra. L’introduzione di questi tipi di albero (anche se, tecnicamente, non sono alberi) risale all’arrivo della ferrovia in città, e alla conseguente speculazione edilizia: «Quando la ferrovia arrivò a Los Angeles, negli anni Ottanta dell’Ottocento, gli speculatori realizzarono che questo enorme posto vuoto sarebbe diventato un’ottima opportunità per vendere la terra», scrive Nosowitz. Già, ma come convincere la gente a «trasferirsi nel bel mezzo del deserto»? Ed è qui che arrivano le palme.

Le palme furono introdotte per tre ragioni. Primo, andava riempito dello spazio. Secondo, sono facili da spostare, piantare e non richiedono grande manutenzione. Terzo, ricordavano la Riviera francese, che faceva molto chic. Le palme non sono native né della California, né della Riviera francese. Esistono, sostiene l’autore, soltanto due specie di palme native dell’Europa mediterranea, che però non si sono diffuse un gran che; mentre nel Medio Oriente sono diffusissime e crescono naturalmente (a sua volta, come raccontavamo in un pezzo qui su Studio, in Medio Oriente probabilmente erano state importate dall’Africa e/o dall’Asia meridionale). Il risultato è che le palme hanno assunto una valenza religiosa: si iniziò a spostarle per celebrare la Domenica delle Palme e altre cerimonie palme-related.

Los Angeles Palme

Così si scoprì che erano proprio pratiche da trapiantare. «Spostarle è incredibilmente facile: non hanno radici complesse come le querce, ma soltanto una radice sferica e densa. È facile sradicarle e trasportarle, senza contare che, una volta piantate, le palme non faticano un gran che ad ambientarsi: basta avere acqua e sole». Un’altra cosa che le faceva amare dai costruttori era che le palme, a differenza di altri alberi, «non dimostrano grande differenze individuali». Siccome sono tutte uguali, è più facile piantarle in serie immaginando l’effetto che faranno.

Verso la metà del Diciannovesimo secolo, scrive sempre Nosowitz, la Riviera francese, che prima non interessava a nessuno, cominciò a diventare popolare, un po’ perché la visitavano degli scrittori famosi e un po’ perché a quei tempi i medici consigliavano quel tipo di clima a chi se lo poteva permettere. Ci fu un boom edilizio e ai costruttori francesi venne l’idea di piantare un sacco di palme. I costruttori di Los Angeles, dove il boom edilizio fu di poco successivo, copiarono l’idea da lì. Importarono le palme, per ovvie ragioni, non dalla Francia ma dal Messico, che a sua volta le aveva importate dal Medio Oriente per ragioni religiose. Un effetto non previsto però fu che le palme messicane, una volta trapiantate a Los Angeles, crebbero a dismisura. Presto divennero il simbolo della città e, di conseguenza, di Hollywood e della bella vita californiana: «Quando le palme si consolidarono a Los Angeles, l’industria del cinema e della tv le rese popolari».

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