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08:06 lunedì 23 giugno 2025
Sia Israele che l’Iran hanno già messo al sicuro il loro patrimonio artistico Il problema è quella parte del patrimonio dei due Paesi che non può essere spostata. Solo in Iran ci sono 28 siti Unesco impossibili da proteggere.
Le notifiche del telefono fanno male e adesso c’è anche una ricerca che lo dimostra Si chiama alert fatigue e tante persone hanno già deciso come affrontarla: disattivando tutte le notifiche, sempre.
Il sindaco di Budapest ha detto che il Pride in città si farà nonostante il divieto di Orbán «Il Municipio di Budapest organizzerà il Budapest Pride il 28 giugno come evento cittadino. Punto», le sue parole.
Francis Kaufmann/Rexal Ford ha ricevuto quasi un milione di euro dal Ministero della Cultura per girare un film che non ha mai girato Lo ha rivelato un'inchiesta di Open: l'uomo è riuscito ad accedere ai fondi del tax credit, senza mai girare nemmeno una scena.
Skims sta inviando soldi via PayPal a centinaia di clienti senza dare alcuna spiegazione Tutto è cominciato con un tiktok, a cui ne sono seguiti decine e decine. Adesso, gli investigatori di internet stanno cercando di svelare il mistero.
La storia della chiusura del Museo del Fumetto di Milano non è andata proprio come si era inizialmente raccontato Un articolo di Artribune ha svelato che nella chiusura c'entrano soprattutto mancati pagamenti e gestione inefficace, non la cattiveria del Comune.
David Fincher vuole salvare Mindhunter trasformandola in una trilogia di film Lo ha rivelato l'attore Holt McCallany, uno dei due protagonisti della serie. A suo dire, ci sarebbero degli sceneggiatori già al lavoro.
Una delle analisi più sensate della guerra tra Israele e Iran l’ha fatta Jafar Panahi su Instagram Il regista ha postato un lungo messaggio, in cui condanna sia il governo israeliano che il regime iraniano.

Scrittori inglesi contro scrittori americani (c’entra il Man Booker Prize)

28 Marzo 2018

Nel 2011 una dichiarazione dell’allora giudice del Man Booker Prize, Stella Rimington, suscitò un certo scalpore. La Rimington disse di aver giudicato i libri finalisti e scelto il vincitore del premio seguendo un principio di leggibilità, ovvero privilegiando quei libri che garantivano una certa facilità e scorrevolezza nella lettura. Un’affermazione che ben riassumeva l’andazzo preso dal Man Booker, che sempre di più premiava libri “facili” e pop.

Il Rathbones Folio viene istituito nel 2014 per sfidare il Booker con l’intenzione di premiare una fiction più sofisticata (tra gli otto finalisti di quest’anno c’è Sally Rooney con il suo Parlarne tra amici, a cui abbiamo dedicato una delle due copertine del numero 34 di Studio). Il Rathbones, caratterizzato anche dall’apertura a chiunque scriva in lingua inglese e pubblichi nel Regno Unito, consegna il primo premio all’americano George Saunders. Poco dopo anche il Man Booker, che fino a quel momento aveva considerato soltanto autori britannici e irlandesi, apre le porte a tutti, americani compresi.

Il risultato è che George Saunders, l’anno scorso, ha vinto anche il Man Booker, diventando il secondo autore americano a vincere dopo il cambiamento delle regole. Regole che, a quanto pare, iniziano a dare fastidio a molti: secondo i critici, il carattere del premio è stato alterato dalla presenza di importanti e riconosciuti autori americani – Saunders è un ottimo esempio – a discapito di scrittori britannici meno conosciuti, che fino a prima del cambiamento beneficiavano dell’evento anche a livello economico.

Recentemente, il 99% dei membri della Folio Academy, tra i quali Margaret Atwood, Ian McEwan e Zadie Smith, hanno chiesto al Man Booker Prize di tornare ad ammettere solo scrittori britannici, irlandesi e del Commonwealth, per impedire che gli americani s’impossessino del premio. Anche chi un tempo aveva incoraggiato l’apertura a chiunque scrivesse in inglese, oggi ha cambiato idea. Il Guardian ha riportato la dichiarazione di John Banville, autore vincitore nel 2005 e in origine un sostenitore del nuovo regolamento. «Il Man Booker era unico nella sua forma originale, poi ha perso la sua unicità. È diventato un normale premio tra i premi. L’amministrazione dovrebbe ammettere che il cambiamento è stato un errore e tornare indietro».

Foto Getty: libri finalisti del 2016, George Saunders vincitore del Man Booker Prize nel 2017
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