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La chiusura della più famosa sauna di Bruxelles è un grosso problema per la diplomazia internazionale A Bruxelles tutti amano la sauna nella sede della rappresentanza permanente della Finlandia. Che ora però resterà chiusa almeno un anno.
C’è un cardinale che potrebbe non partecipare al conclave perché non si riesce a capire quando è nato Philippe Nakellentuba Ouédraogo, arcivescovo emerito di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha 80 anni o 79? Nessuno riesce a trovare la risposta.
La Corte europea ha vietato ai super ricchi di comprarsi la cittadinanza maltese Per la sorpresa di nessuno, si è scoperto che vendere "passaporti d'oro" non è legale.
Una nuova casa editrice indipendente pubblicherà soltanto libri scritti da maschi Tratterà temi come paternità, mascolinità, sesso, relazioni e «il modo in cui si affronta il XXI secolo da uomini».
Nella classifica dei peggiori blackout della storia, quello in Spagna e Portogallo si piazza piuttosto in basso Nonostante abbia interessato 58 milioni di persone, ce ne sono stati altri molto peggiori.
Microsoft ha annunciato che dal 5 maggio Skype “chiude” definitivamente L'app non sarà più disponibile, chi ancora si ricorda le credenziali potrà usarle per accedere a Teams.
Alexander Payne sarà il presidente della giuria alla prossima Mostra del cinema di Venezia Il regista torna sul Lido dopo un'assenza di otto anni: l'ultima volta ci era stato per presentare il suo film Downsizing.
I fratelli Gallagher si sono esibiti insieme per la prima volta dopo 16 anni In un circolo operaio a Londra.

Perché cancellarsi da Facebook è più difficile di quanto crediamo

22 Marzo 2018

Dopo Cambridge Analytica e il suo utilizzo improprio dei dati di 50 milioni di profili Facebook, molti si stanno chiedendo se cancellare il proprio account. Persino Brian Acton, l’uomo che nel 2014 aveva venduto Whatsapp al colosso di Mark Zuckerberg, si è schierato con l’hastag #deletefacebook. Il problema è che cancellarsi dal social network più utilizzato al mondo non è affatto facile. Beh, cancellare l’account è un atto immediato. Però, come spiega Brian Chen sul New York Times, se l’obiettivo è rimuovere i propri dati per ragioni di privacy, può non servire a molto.

Anche se eliminiamo il nostro account, infatti, restano le nostre tracce su Facebook, per esempio nelle conversazioni che abbiamo avuto con altri utenti che invece non si sono cancellati, o nelle foto che hanno postato di noi: Facebook rimuove solo i media postati da parte dell’utente che si cancella. Insomma, perché l’azione abbia un significato, bisognerebbe che tutti i nostri amici cancellassero i propri account. Anzi, visto che il mondo è piccolo, questo significherebbe eliminare a catena tutti gli utenti attivi. A complicare ulteriormente la cosa, c’è il fatto che le informazioni personali viaggiano tra cookies e trackers e vengono raccolte da molte altre applicazioni, a partire da Instagram e Whatsapp, entrambe sotto il dominio di Facebook.

In altre parole, anche chi si cancella da Facebook, in un certo senso resta su Facebook. E questo non tiene conto del fatto che, in molti casi, cancellarsi non è una decisione facile: per alcuni la piattaforma, che ha più di 2 miliardi di utenti ed è il luogo virtuale più adatto per scoprire eventi e gestire piccole imprese, è insostituibile. Se pensate di sostituirlo a Snapchat – un’interfaccia confusa per pochi utenti rimasti attivi – sappiate che l’esperienza è radicalmente diversa. Lo stesso ragionamento vale per Instagram (c’è Google Photos, ma è più gestore di album che social network) e per Whatsapp (WeChat è una valida alternativa made in China, che soffre però di altri problemi di privacy). Per il momento c’è Twitter, che con un hashtag riesce a muovere folle indignate.

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