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12:11 lunedì 7 luglio 2025
C’è un nuovo problema con l’Odissea di Nolan: l’accento americano degli attori Nel primo teaser del film Tom Holland e gli altri attori utilizzano una marcata cadenza americana, particolare che ha indispettito molti fan.
Le acque del mar Mediterraneo ormai sono così calde che nelle mappe satellitari appaiono arancioni L’agenzia spaziale europea ha pubblicato delle mappe impressionanti in cui si vede che in certe zone la temperatura dell'acqua arriva quasi a 30 gradi.
La Grazia, il nuovo film di Paolo Sorrentino, aprirà la Mostra del cinema di Venezia Protagonisti Toni Servillo e Anna Ferzetti, il film sarà in concorso e punterà a vincere il Leone d'Oro.
È morto Michael Madsen, uno degli ultimi cattivi di Hollywood Stroncato da un infarto a 67 anni, è ricordato dal pubblico soprattutto per i cattivi interpretati nell’universo tarantiniano.
Andrea Bajani ha vinto il Premio Strega 2025 con L’anniversario Feltrinelli torna alla vittoria 20 anni dopo l'ultima volta.
La Bbc non ha voluto trasmettere un documentario sui crimini dell’Idf contro i medici di Gaza Documentario che la stessa Bbc aveva commissionato. Si intitola Gaza: Doctors Under Attack e alla fine è andato in onda su Channel 4, tra le polemiche.
Per vincere le elezioni adesso Marine Le Pen punta sull’aria condizionata per tutti Una proposta che ha acceso il dibattito politico, in uno dei Paesi, la Francia, meno climatizzati d'Europa.
Luca Guadagnino sta cercando delle comparse molto specifiche per il misterioso film che girerà quest’estate in Piemonte Se avete la carnagione molto chiara o siete amanti di videogiochi, potrebbe essere la grande occasione per esordire al cinema.

“I’m not loving it”, McDonald’s corre ai ripari

21 Febbraio 2012

È uno dei marchi più noti del pianeta. Nel 2011 è cresciuto del 5,6% rispetto all’anno precedente ed è da otto anni che cresce continuamente, nonostante (o forse, grazie) la crisi. Il gruppo McDonald’s è il colosso della ristorazione mondiale: 68 milioni di clienti serviti ogni giorno in 33 mila punti vendita distribuiti in 119 Paesi. È qualcosa di più di una catena di fast food: è il simbolo del cibo veloce ed economico. Eppure, secondo indiscrezioni interne alla corporation raccolte dalla rivista specializzata in pubblicità Advertising Age, «McDonald’s si classifica sempre in fondo alla classifica della qualità percepita, se messo in confronto con la concorrenza». Una bella grana per la emme rossa, che se da una parte può vantare un’ottima considerazione tra i clienti alla ricerca di piatti economici, dall’altra non può permettersi di perdere in qualità percepita. Come ha spiegato il direttore generale di Brandstream, società che cura brand aziendali, «il futuro sarà così basato sulla trasparenza che le grandi corporation dovranno stare attenti alle mutande che indossano». Quindi McDonald’s fa bene a preoccuparsi e a non fidarsi troppo del successo attuale e del suo valore stimato di 81 miliardi di dollari.

I primi provvedimenti in fatto di qualità sono stati d’immagine – la restaurazione degli ambienti per renderli più confortevoli tramite l’installazione di televisioni e orari d’apertura più lunghi per intercettare il pubblico notturno – ma non solo, come dimostra il nuovo Happy Meal, storico menù della catena, che presenta più frutta e meno carne del precedente. Ma il restyling passa anche per il personale: McDonald’s sta puntando a rendere i suoi posti di lavoro più attraenti e gradevoli. Una sfida difficile, visto che negli Usa si utilizza il termine “McJob“, ispirato proprio alla corporation, per indicare lavori malpagati, che richiedono scarsissime competenza e non garantiscono uno straccio di carriera. L’aprile scorso, per esempio, si è tenuto il National Hiring Day (la Giornata nazionale delle assunzioni) durante il quale il gruppo ha assunto 50 mila nuovi dipendenti negli Stati Uniti (dove già 600 mila persone lavoravano per McDonald’s). La giornata è stata organizzata da Citizen2, una società che si presenta come in grado di «gestire e influenzare l’opinione pubblica», spiega AdAge. In effetti, assumere decine di migliaia di persone in tempi di crisi e recessione, non può che fare bene all’immagine di un’azienda bisognosa.

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