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Ci sono 5 mila ordini di Boeing 737 Max
Dopo l’incidente avvenuto la scorsa domenica, quando 157 persone hanno perso la vita a causa dello schianto di un volo di linea di Ethiopian Airlines, il Boeing 737 Max è finito sotto scrutinio da parte di esperti e media internazionali. Lo scorso ottobre, d’altronde, la stessa tipologia di aereo è stata coinvolta in un altro disastroso incidente, causando la morte dei 189 passeggeri che viaggiavano su un volo dell’indonesiana Lion Air. Etiopia, Cina, Indonesia, Isole Cayman e Mongolia hanno deciso di non far più volare gli aerei di quel modello dopo la tragedia di Ethiopian mentre, come riporta il Corriere, la stessa Boeing ha annunciato un aggiornamento del software dell’intera flotta di 737 Max. Non succedeva dal 2011, e cioè da quando l’aereo è stato introdotto sul mercato dalla compagnia americana per rispondere alla diretta concorrenza dell’A320neo di Airbus (utilizzato ad esempio da Lufthansa), lanciato nel 2010. NPR, poi, segnala anche che il 737 Max è il modello più venduto nella storia di Boeing: in volo ce ne sono 350 esemplari e 5000 in cantiere, per un giro d’affari di 600 miliardi di dollari.
Come già l’A320neo, il 737 Max è un velivolo pensato per le tratte brevi e medie e permette di risparmiare almeno il 15% sui costi del carburante rispetto al 737. Questo fattore ha fatto sì che i jet a corridoio unico diventassero presto i più venduti: nel caso del 737 Max, poi, si aggiungeva anche il vantaggio, per le compagnie aeree, di non dover investire nella formazione dei piloti, che già conoscevano il 737. Sin da subito, però, alcuni esperti hanno sottolineato come l’aereo avesse dei problemi, che Bjorn Fehrm di Leeham Company ha così semplificato al Corriere: «Per installare il nuovo motore, più grande, in Boeing hanno dovuto posizionarlo un po’ più avanti e un po’ più in alto visto che il 737 è un aereo basso», sposandone così il centro di gravità. Mary Schiavo, ex ispettrice generale della Us Transportation, ha detto alla CNN che lasciare a terra i 737 Max è una possibilità che viene attualmente considerata, perché le dinamiche degli incidenti in Indonesia ed Etiopia hanno fatto scattare più di un campanello d’allarme. In entrambi i casi, infatti, il pilota ha chiesto di rientrare dopo il decollo e dopo aver registrato «una velocità verticale instabile»: il sospetto è che ci sia un difetto nel software. L’Italia, intanto, sta cercando un esperto da inviare in Africa – 8 nostri concittadini erano fra le vittime, quindi possiamo partecipare alle indagini secondo le regole del diritto internazionale – mentre l’Associazione Nazionale Piloti ha richiesto all’Ente nazionale dell’aviazione civile di mettere a terra, se necessario, tutti i 737 Max per i controlli necessari.

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