Attualità

La dura legge del sindaco

Non solo Marino: quattro casi celebri di amministratori di grandi città la cui luna di miele con gli elettori è finita nel peggiore dei modi.

di Redazione

«Questa piazza mi dà il coraggio e la determinazione di andare avanti. Voi mi chiedete di ripensarci? Ci penso e non vi deluderò». Domenica 25 ottobre Ignazio Marino ha pronunciato queste parole davanti a non più di un migliaio di suoi sostenitori riuniti in piazza del Campidoglio per convincerlo a ritirare le sue dimissioni da sindaco di Roma entro il 2 novembre, il termine ultimo per «ripensarci». Che lo si consideri un empio sperperatore di fondi comunali, un politico “unfit” per il governo di una grande città, o un primo cittadino onesto e magari vittima della sua ingenuità, l’epopea mariniana è essenzialmente quella di un sindaco eletto con una buona percentuale di consenso (per il chirurgo genovese si parla di quasi il 64% dei voti al ballottaggio del 2013) che ha poi sperperato, finendo nell’angolo, abbandonato da una larga fetta della cittadinanza e della politica. Tutto in soli due anni; una luna di miele francamente molto breve.

Ma, tempi a parte, quali sono i meccanismi che regolano l’indice di apprezzamento del lavoro di un sindaco di una città di primo piano? Abbiamo raccolto qualche esempio (ce ne sono moltissimi) di amministratori che hanno dovuto, per motivi vari, fare i conti con crisi di immagine che hanno segnato i loro mandati. Le loro vicissitudini non sono perfettamente accostabili alla situazione romana – se non altro perché tutti sono durati di più – ma ognuno di loro ha dovuto a un certo punto dare risposte alla cittadinanza e difendere il proprio operato. Tutte le carriere politiche sono fatte di ascese e cadute; quelle dei sindaci sembrano sempre più fragorose, sia in senso positivo che negativo. Una volta, quand’era sindaco di New York, Michael Bloomberg spiegò che cosa significa, tra le altre cose, governare una città e perché è molto differente da altri “mestieri” politici: «Diversamente dai sindaci, i membri del Congresso non ricevono una telefonata nel cuore della notte quando hanno sparato e ucciso un poliziotto. Loro non fanno discorsi ai funerali». Roma o non Roma, questa è politica.

Klaus Wowereit Announces ResignationKlaus Wowereit, l’uomo che coniò lo slogan «Berlino povera, ma sexy», primo politico della scena nazionale tedesca a fare coming out, ha vissuto una lunghissima luna di miele con la sua città, finita poi con dimissioni e amarezza. Eletto sindaco della capitale tedesca nell’ottobre del 2001 ha goduto per anni di una larghissima popolarità diventando appunto l’emblema di una città poco produttiva, ma attraente meta per i giovani creativi europei, una città in continua trasformazione e quasi utopica. Fino al 2014, quando il gradimento dei cittadini è calato inesorabilmente e il primo cittadino ad agosto ha presentato le sue dimissioni. La causa scatenante sembrano essere stati i costi non previsti e i ritardi nell’apertura del nuovo aeroporto della città. Ma più in generale, anche se Berlino, tra il 2005 e il 2012, è cresciuta in media del 2,3% (uno 0,8% in più rispetto alla media nazionale), è rimasta negli anni del governo Wowereit una delle città con più debito del Paese, un reddito pro-capite basso e un tasso di disoccupazione doppio rispetto a quello tedesco. La caduta di Wowereit ha fatto simbolicamente scricchiolare l’idea, infatti quasi utopica, di Berlino come nuova città d’Europa.

Madrid 2020 Press ConferenceAna Botella, primo sindaco donna di Madrid, è stata anche uno dei primi cittadini più impopolari della capitale spagnola. Moglie dell’ex primo ministro José María Aznar, ha assunto la carica nel dicembre del 2011: era la vice di Alberto Ruiz-Gallardón, che aveva lasciato il posto di sindaco per fare il ministro della Giustizia. Quando ha concluso il suo primo mandato, nel giugno del 2015, la sua popolarità era così bassa che ha scelto di non ricandidarsi. A incidere sulla sua credibilità politica è stato un grave incidente avvenuto nella Madrid Arena, sotto la responsabilità della città, durante la festa di Halloween del 2012, quando cinque ragazze furono uccise dalla calca. Botella fu molto criticata non solo per l’incidente ma anche per essersi fatta fotografare a meno di ventiquattr’ore di distanza in un centro benessere, dando l’impressione di non essere particolarmente scossa dall’accaduto. L’anno successivo, inoltre, la città è stata travolta da uno sciopero della raccolta dei rifiuti durata ben 11 giorni (in parte una reazione alla decisione di Botella di licenziare centinaia di netturbini), che valse a Madrid il titolo di “capitale europea dei rifiuti” affibbiatole dalla stampa internazionale.

Baltimore Mayor Stephanie Rawlings-Blake Holds News ConferenceOvviamente, di storie di rapporti incrinati tra sindaco e cittadinanza di riferimento sono colmi anche gli Stati Uniti. A Baltimora, dal febbraio 2010 Stephanie Rawlings-Blake è la prima donna nera sindaco della metropoli del Maryland. Alle elezioni generali  che hanno preceduto il suo insediamento si è assicurata l’84% delle preferenze, e il progressivo abbassamento dei tassi di criminalità e disoccupazione a detta degli opinionisti sembrava garantirle facilmente un secondo mandato. Rawlings-Blake, che è anche segretaria del Democratic National Committee, l’organo che regola il Partito democratico Usa, si diceva anche essere vicina ad annunciare una corsa al Senato americano. Ma le cose sono andate diversamente, perché il 19 aprile scorso il 25enne afro-americano Freddie Gray è morto dopo essere stato arrestato dalla polizia di Baltimora, e il fatto ha generato più di due settimane di scontri intensi in città, al cui termine sono stati contati quasi cinquecento arresti. Nel 2016 Baltimora tornerà alle urne per eleggere il successore di Rawlings-Blake, ma lei ha deciso di non ricandidarsi.

Congress Holds Hearings On Response To Hurricanes Gustav And IkeAndando più indietro nel tempo, a dieci anni fa, nel marzo del 2002 Ray Nagin vinse la piazza di sindaco di New Orleans con poco meno del 60% dei voti al secondo turno. Nel 2004 il Comprehensive Annual Financial Report of the City of New Orleans certificava che la città aveva beneficiato della creazione di 4.500 nuovi posti di lavoro. Nell’agosto dell’anno seguente, tuttavia, l’uragano Katrina colpì la città, e com’è noto si rivelò essere una delle catastrofi naturali più disastrose della storia americana. Nagin venne accusato di aver ritardato troppo l’evacuazione obbligatoria della città, timoroso (disse) di far perdere denaro agli esercizi della suddetta, fin quando la portata del pericolo non divenne chiara. Anche dopo la fine dell’emergenza, quando si trattò di ricostruire New Orleans, si raccontò che durante un incontro di pianificazione delle prime posse Nagin avrebbe voluto privilegiare i quartieri economicamente più produttivi, quelli abitati dai Wasp. A questo il sindaco rispose parlando ripetutamente di una «Chocolate City» – una città abitata da una maggioranza di persone di origine afroamericana, com’era prima che Katrina la colpisse – che venne parodiata e impugnata dai suoi detrattori. All’inizio del 2014 Nagin è stato condannato a dieci anni di carcere per aver accettato mazzette da imprenditori titolari di appalti in città, prima e dopo Katrina.

Nell’immagine in evidenza: Madrid di notte (Pepe Franco/Getty Images).