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Come funziona la giustizia in Vaticano?

Le ultime ore in Città del Vaticano sono state abbastanza movimentate, a causa dell’arresto di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda e di Francesca Chaouqui (quest’ultima, già rilasciata) nell’ambito dell’indagine sulla fuga di notizie nello Stato pontificio. Trattandosi di una nazione sovrana, le forze dell’ordine italiane non sono intervenute. Gli arresti, infatti – e in generale le investigazioni riguardanti la sicurezza di Città del Vaticano – competono al Corpo della Gendarmeria del Vaticano, istituito nel 1971 da Paolo VI.

La Gendarmeria Vaticana, come viene comunemente chiamata, si occupa di mantenere l’ordine pubblico in primis, ma anche delle indagini legate alle questioni di intelligence. Per farne parte bisogna essere obbligatoriamente cattolici, non sposati e con un diploma. A seguito dello scandalo, il Washington Post ha ricostruito i modus operandi della Gendarmeria, sottolineando innanzitutto l’alto tasso di crimini pro-capite di Città del Vaticano, fattore forse controintuitivo. C’è stato un solo caso di omicidio all’interno dei confini dello Stato, quando nel 1999 una guardia svizzera (il corpo scelto che si occupa di proteggere il Papa) ha ucciso un suo superiore e sua moglie, prima di suicidarsi. La maggior parte dei crimini con cui la Gendarmeria deve avere a che fare sono casi di furto, trovandosi a operare in una nota meta turistica.

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Dopo l’arresto della Gendarmeria, la competenza passa al sistema giudiziario vaticano (posto che non venga rilevata dalla giustizia italiana). È un corpo molto piccolo, composto da un giudice per i casi più comuni (come ad esempio le multe) e da tre per quelli più gravi. Ne fanno parte una corte di secondo grado riservata agli appelli e una Corte suprema composta da tre cardinali. Le dimensioni di Città del Vaticano si sono rivelate un problema per la detenzione, tuttavia. Le tre piccole celle aperte nel 1929 (che, scrive il Post, godevano peraltro di viste interessanti ed erano molto confortevoli) sono state chiuse nel ’55 a causa del loro scarso utilizzo. Da allora, i detenuti vengono trattenuti nel quartiere generale della Gendarmeria. Sistemazione balzata gli onori della cronaca quando Paolo Gabriele, l’ex maggiordomo di Benedetto XVI arrestato durante il primo scandalo ribattezzato Vatileaks del 2012, ha dichiarato che le celle erano «così piccole da non poter neanche stendere le gambe. La luce inoltre restava accesa per 24 ore al giorno, 7 giorni su 7».