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Una delle band più popolari su Spotify nell’ultimo mese è un gruppo psych rock generato dall’AI Trecentomila ascoltatori mensili per i Velvet Sundown, che fanno canzoni abbastanza brutte e soprattutto non esistono davvero.
A Bologna hanno istituito dei “rifugi climatici” per aiutare le persone ad affrontare il caldo E a Napoli un ospedale ha organizzato percorsi dedicati ai ricoveri per colpi di calore. La crisi climatica è una problema amministrativo e sanitario, ormai.
Tra i contenuti speciali del vinile di Virgin c’è anche una foto del pube di Lorde Almeno, secondo le più accreditate teorie elaborate sui social sarebbe il suo e la fotografia l'avrebbe scattata Talia Chetrit.
Con dei cori pro Palestina e contro l’IDF, i Bob Vylan hanno scatenato una delle peggiori shitstorm della storia di Glastonbury Accusati di hate speech da Starmer, licenziati dalla loro agenzia, cancellati da Bbc: tre giorni piuttosto intensi, per il duo.
La Rai vorrebbe abbandonare Sanremo (il Comune) e trasformare Sanremo (il festival) in un evento itinerante Sono settimane che la tv di Stato (e i discografici) litigano con il Comune: questioni di soldi, pare, che potrebbero portare alla fine del Festival per come lo conosciamo.
La storia del turista norvegese respinto dagli Stati Uniti per un meme su Vance sembrava falsa perché effettivamente lo era Non è stato rimpatriato per le foto salvate sul suo cellulare, ma semplicemente perché ha ammesso di aver consumato stupefacenti.
In Giappone è stato condannato a morte il famigerato “killer di Twitter” Takahiro Shiraishi è stato riconosciuto colpevole degli omicidi di nove ragazze. Erano tre anni che nel Paese non veniva eseguita nessuna pena capitale.
Per sposarsi a Venezia e farsi contestare dai veneziani Bezos ha speso almeno 40 milioni di euro Una cifra assurda che però non gli basta nemmeno per entrare nella Top 5 dei matrimoni più costosi di sempre.

Il Wall Street Journal “recensisce” la Galleria Vittorio Emanuele di Milano

24 Maggio 2016

Il Wall Street Journal ha dedicato in questi giorni un articolo della sua sezione “arts in review” alla Galleria Vittorio Emanuele II di Milano, definita una «meraviglia architettonica» che mantiene vivo «il tocco della Belle époque». Il lato più interessante del pezzo, intitolato “A city under glass”, cioè “una città sotto-vetro”, sta nel fatto che racconta di come Mark Twain restò impressionato dalla galleria meneghina e si sofferma sulla tragica storia del giovane architetto che la progettò, Giuseppe Mengoni.

«Mi piacerebbe trascorrere qui tutto il mio tempo», scrisse Twain a proposito della galleria nel 1879. «Alti edifici dei più eleganti, arricchiti da ornamenti ed abbelliti da statue; le strade in mezzo sono coperte da altissimi vetri, i pavimenti di marmo lucido e variopinto, disposto con ottimo gusto».

Il progetto di costruire una galleria commerciale al coperto a Milano risale al 1861, data dell’unità d’Italia. Si trattava di un genere architettonico non nuovo e piuttosto popolare in Europa. «Il concetto di centro commerciale coperto da una cupola di vetro nasce a Parigi nel 1798 con Passage du Caire, seguito dalla Burlington Arcade di Londra (1819)» scrive il Wsj. Tuttavia, aggiunge il giornale, la galleria milanese si «distingue dalle altre per l’ampiezza del suo volume, il suo design allettante e tocchi ornamentali».

Around Milan

Nel 1863 fu scelto un giovane architetto per costruirla, Giuseppe Mengoni, che all’epoca aveva 33 anni. I lavori proseguirono a singhiozzo per una serie di questioni, inclusa la carenza di fondi. La prima pietra è stata posata nel 1865  e la galleria fu inaugurata nel 1867, ma a quei tempi era ancora priva del suo celebre arco d’ingresso che dà su piazza Duomo, probabilmente la parte più nota ed elaborata.

Per realizzarlo Mengoni impiegò altri 10 anni: tali ritardi lo spinsero a una difficile situazione economica e inasprirono i suoi rapporti con l’amministrazione cittadina, che alla fine lo mise sotto pressione con un ultimatum. Il grande arco della galleria fu inaugurato il 31 dicembre del 1877. Ma la sera prima l’architetto precipitò dall’arco, forse una disgrazia o più probabilmente un suicidio.

Due anni dopo Mark Twain, il celebre scrittore americano, fece un viaggio in Europa, visitando l’Italia settentrionale, la Francia e la Germania del Sud. Le impressioni di questi viaggi, incluso il passaggio citato sopra a proposito della galleria Vittorio Emanuele, furono pubblicate nel testo A Trump Abroad, titolo italiano: Vagabondo in Italia

Foto di Vittorio Zunino Celotto/Getty Images
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