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L’app per segnalare i barconi di migranti è una truffa

I Sea aveva tutte le carte in regola per essere un’applicazione per smartphone con un fine umanitario lodevole: “Vuoi salvare migranti nel Mediterraneo? There’s an app for that“, titolava di recente ad esempio l’agenzia Reuters parlando della collaborazione tra la società pubblicitaria di Singapore Grey Digital e la fondazione maltese Migrant Offshore Aid Station. Il funzionamento di I Sea era (tempo imperfetto perché Apple l’ha appena ritirata dallo Store) molto semplice: l’app forniva all’utente immagini satellitari del mar Mediterraneo, e un messaggio sullo schermo recitava: «Se vedi un oggetto sospetto, tocca per segnalarlo».

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Screenshot da Gawker. Come si nota, le informazioni inserite nell’app al momento della segnalazione potevano essere letteralmente qualsiasi cosa.

Eppure, come ha spiegato Gawker, I Sea era di fatto un raggiro. Quelle che una visualizzazione che comprendeva i dati meteo della costa libica voleva far passare per scatti aggiornati in tempo reale, erano in realtà tutt’altro: una singola immagine presa da Google Maps e risalente al 9 giugno, modificata con Photoshop. Peraltro, dando per scontato che un normale utente fosse in grado di distinguere tra normali imbarcazioni e cosiddetti barconi da una distanza simile, particolare su cui Gawker mostra comprensibili dubbi, il sistema di segnalazione si mostrava molto lacunoso: cercando di segnalare un oggetto, l’utente doveva condividere il suo nome, la sua mail e anche il suo numero di passaporto, ma nessuna di queste informazioni veniva validata, per cui di fatto si poteva scrivere ciò che si voleva.

Non è la prima volta che i nomi dell’advertising collaborano con gli enti che si dedicano alla beneficenza: nel 2014 una divisione della società di immagini satellitari DigitalGlobe aveva provato a mettere a disposizione i suoi mezzi per localizzare il volo Malaysian Airlines 370. Di certo, però, il cinismo dietro l’idea e la realizzazione di I Sea – che è valso a Grey un premio ai Leoni di Cannes – risulta un unicum: un’autopromozione che gioca su stragi continuamente in atto nel Mediterraneo. O, per dirla con le parole dell’account Twitter di @SwiftOnSecurity, «feel good bullshit».