Le attiviste che hanno lanciato la zuppa di pomodoro sui Girasoli di Van Gogh hanno compiuto un gesto narrativamente perfetto ma che lascia un dubbio: si può discutere della crisi climatica compiendo azioni così radicali?
Yemen in rivolta e le guerre di Obama
Scontri nella capitale e decine di feriti, un regime dittatoriale che sta traballando. Lo Yemen, come si legge ormai da tutte le parti, è in rivolta. La comunità internazionale, e in particolare l’America, sono in stato di massima allerta: “Il livello di minaccia alla sicurezza in Yemen è estremamente alto a causa delle attività terroristiche e delle rivolte civili che coinvolgono le maggiori città,” è l’avvertimento del Dipartimento di Stato di Washington.
Il problema, infatti, è che quella yemenita rischia di essere qualcosa di assai diverso dall’ennesima rivolta della primavera araba. Lo Yemen è da tempo ciò che si definisce uno Stato fallito, nonché la nuova roccaforte di al-Qaida. Per anni gli analisti hanno paventato l’ipotesi che lo Yemen potesse trasformarsi in un nuovo Afghanistan.
È almeno dal 2008 che gli Stati Uniti sono di fatto in guerra nello Yemen. Se volete una conferma, andate a rileggervi questo vecchio articolo del New York Times. Dove, citando fonti governative statunitensi e yemenite, i reporter Eric Schmitt e Robert Worth scrivono che da circa un anno (l’articolo è del 2009) la Cia e il Pentagono stanno operando, sottotraccia, in Yemen: “Nel mezzo di due guerre rimaste in sospeso, gli Stati Uniti hanno aperto silenziosamente un terzo fronte, in gran parte sotto traccia, contro al-Qaida in Yemen.”
Naturalmente, adesso, alle guerre sospese in Afghanistan e Iraq e alla guerra sottotraccia in Yemen, si aggiunge quella in Libia. Domanda: quante guerre può sostenere l’amministrazione Obama?

Come funziona Jigsaw, la divisione (poco conosciuta) di Google che sta cercando di mettere la potenza di calcolo digitale del motore di ricerca al servizio della democrazia, contro disinformazione, manipolazioni elettorali, radicalizzazioni e abusi.