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La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.
Dopo 30 anni di lavori e un miliardo di investimenti, è stato finalmente inaugurato il nuovo, gigantesco museo egizio di Giza Sarà il museo più grande del mondo dedicato a una singola civiltà e punta a rilanciare il turismo in crisi in Egitto.
Le dimensioni del massacro in Sudan sono visibili nelle immagini satellitari Il Paese è devastato dal 2023 da una sanguinosa guerra civile su base etnica scatenata dalle Forze di Supporto Rapido (RSF).
Il colpo più duro all’ex principe Andrea non è stata la revoca del titolo, ma il linguaggio usato nel comunicato ufficiale Gli esperti sono rimasti scioccati dal linguaggio “brutale” utilizzato da Buckingham Palace per annunciare che Andrea non sarà più principe.
L’operazione anti narcos a Rio de Janeiro è stata la più sanguinosa nella storia della città 2.500 agenti delle forze speciali brasiliane hanno attaccato il noto gruppo di narcotrafficanti Commando rosso, provocando 138 morti.
La quarta stagione di The White Lotus sarà ambientata tra Parigi e la Costa Azzurra Saltato l’accordo commerciale con la catena di hotel Four Seasons, HBO sta cercando hotel di lusso vista Senna come set della nuova stagione.
Robert Pattinson ha deciso di diventare un cantante e avrebbe già pronto il suo primo album Un’ambizione che coltivava sin dai tempi di Twilight: due brani della colonna sonora del film li cantava lui.

William T. Vollmann

16 Maggio 2011

È tanto difficile orientarsi nelle selve della sua prosa quanto gestire il fascino della sua personalità, quando te lo ritrovi di fronte in carne e ossa. William T. Vollmann è apparso al Salone del libro di Torino come una ventata d’aria, aliena più che fresca. In valigia una semplicità non affettata dei modi, un cervello enciclopedico, un bagaglio d’esperienze  e di saggezza di prima mano che l’uomo comune bassoeurepeo – l’uomo che popola d’abitudine gli spazi del Lingotto durante la kermesse libraria torinese – necessiterebbe di svariati cicli karmici per conquistarsi.

Per i tipi di Alet presentava Venga il tuo regno, ennesimo epico e voluminosissimo tomo dedicato all’esplorazione delle radici dell’America: in particolare l’incontro cruento, e ambientato in un Canada ancora in là da venire, tra francesi e nativi pellerossa nel corso del diciassettesimo secolo. Una vicenda di violenza, sopraffazione e trasformazione. Violenza e trasformazione: i due motori della storia nel pensiero  di William T. La trasformazione e il cambiamento in particolare. “No way we can live in a museum”, dice. Così come la sopraffazione, o meglio le cause dei sopraffatti, lo sono – il motore – della sua letteratura. Una letteratura che intorno a questa categoria umana e a quella degli emarginati ha sempre, e da sempre, fatto perno.

“Credo che tutti, per il solo fatto di esistere e di essere umani, meritiamo di venire ricordati. Eppure per gli emarginati è difficile persino essere notati. Per questo mi interessa tanto raccontarli e conoscerli da vicino”. Per tale motivo Vollmann, che oltre a essere un scrittore è anche un giornalista, un saggista e un reporter che collabora con il New Yorker, Harper’s e il New York Times, negli anni ’80 si recò in Afghanistan – all’epoca in cui gli afghani erano sotto la minaccia russa e gli americani addestravano la guerriglia da cui poi sarebbero sorti i talebani  e tutto il resto della storia che conosciamo e che in qualche modo si è riguadagnata le prime pagine due settimane fa -;  per vedere in prima persona, per prendere parte a una fetta di mondo esiliata dalle notizie: “Quando iniziò la guerra con i russi i giornali americani se ne occuparono per pochi giorni poi smisero di parlarne. Capii allora che le notizie erano notizie solo quando qualcuno decideva che erano tali. Così mi recai sul posto per toccare con mano come stavano le cose”. Circola addirittura una leggenda secondo cui Vollmann combatté al fianco della guerriglia mujahideen. Non conferma e non smentisce, osserva soltanto che: “Viviamo in un’epoca talmente complessa che non ci si può permettere una visione stereotipata delle cose. Quello che mi ha insegnato l’esperienza in Afghanistan è che le cose non sono mai bianche o nere, ma sempre contradditorie. Le persone sono buone, oneste, malvagie, furbe, disoneste o crudeli a seconda degli individui e non della loro appartenenza a un gruppo”.

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