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Weinstein arruolava ex agenti del Mossad per mettere a tacere le accuse di molestie

Ronan Farrow torna a scrivere di Harvey Weinstein sul New Yorker. Stando alla sua ultima indagine, Weinstein avrebbe assunto una serie di spie, inclusi ex agenti del Mossad, per mettere a tacere le accuse di molestie sessuali. Farrow scrive che «dozzine di pagine di documenti e sette persone direttamente coinvolte» confermano che il produttore, oggi caduto in disgrazia, ha firmato contratti con due agenzie di intelligence, Kroll Inc, una multinazionale presente in tutto il mondo il cui quartier generale è a New York, e Black Cube, una società israeliana «governata soprattutto da ex agenti del Mossad e di altre agenzie di intelligence israeliane» (Israele ha due servizi di intelligence principali, il Mossad, appunto, e lo Shin Bet).

Weinstein Mossad

A quanto pare, la ragione per cui Weinstein ha assunto gli ex agenti del Mossad era fermare la pubblicazione delle inchieste giornalistiche: «L’obiettivo esplicito delle indagini, come dichiarato nel contratto con Black Cube firmato a luglio, era fermare la pubblicazione delle accuse di molestie, che poi sono emerse sul New York Times e il New Yorker», scrive Farrow. Il caso Weinstein è scoppiato quando il New York Times ha pubblicato l’inchiesta di Jodi Kantor e Megan Twohey, il 6 ottobre, e si è amplificato quando il  New Yorker ha pubblicato una seconda inchiesta, più ampia, il 10 ottobre (trovate una timeline e una lista delle accuse qui).

Tra le altre cose, racconta l’autore, un’agente di Black Cube, una donna originaria dell’Europa orientale, ha contattato alcuni giornalisti fingendo di avere una storia di abusi da raccontare. La stessa agente avrebbe contattato anche una delle vittime degli abusi che stava parlando coi giornalisti fingendo di esprimere simpatia: in realtà stava registrando segretamente la conversazione alla ricerca di materiale da utilizzare contro di lei. L’articolo del New Yorker può essere letto qui.