Attualità | Coronavirus
Il vaccino ha vinto: adesso dobbiamo festeggiare
Le proteste No Vax e No Green Pass sono pochissima cosa, la verità è che la nostra comunità si è dimostrata più seria e coesa di quanto si potesse sperare. Sarebbe utile istituire una giornata per complimentarci con noi stessi.
Sono qui mentre ascolto notizie sulle complete riaperture (cinema, teatro, stadi, discoteche) per proporre l’istituzione di una nuova festa nazionale, una sorta di giorno del Ringraziamento, durante il quale non ringrazieremo Dio o chi per lui per i raccolti e le messi, ma noi stessi: siamo stati bravi, ci siamo (quasi tutti) vaccinati, dunque abbiamo seminato bene.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti (lo dicono i numeri e i sentimenti, l’epidemiologo e il comune cittadino), non resta dunque che incontrarci, complimentarci a vicenda (per l’entusiasmo dimostrato, l’abnegazione, la capacità di superare paure e idiosincrasie varie) e festeggiare e brindare, ridere, scherzare, corteggiare, vivere insomma e celebrare così facendo la moltiplicazione dell’empatia che ha reso la nostra comunità più seria e coesa e nello stesso tempo globale e locale: meglio di così, non si poteva sperare.
Il giorno del Ringraziamento (a noi stessi) è necessario perché non ci siamo resi conto ancora di cosa abbiamo fatto. Noi maggioranza, noi che veniamo sfottuti, ridotti a gregge senza qualità, invece ci siamo protetti a vicenda e di questi tempi non è poco, un bel cambio di passo, visto che stiamo sempre a recriminare la nostra natura umana così instabile e predatoria, egoista e strafottente.
Dal nascere, dagli albori, dalle prime luci dell’alba il problema della società è sempre lo stesso, il rapporto insanabile tra comunità e individuo, tra dovere e responsabilità della comunità e diritto dei singoli. Tema, tra l’altro, trattato in maniera squisita dal vecchio e caro Sofocle, con la sua Antigone.
Sappiamo che abbondano le associazioni dedicate ad Antigone, di volta in volta assunta come femminista prima del tempo del femminismo, eroina indefessa della disobbedienza civile (la disobbedienza che ci piace), matrona del lutto e della pietà verso gli sconfitti, ma ci sfuggono o non consideriamo le ragioni di Creonte, che pur sono le nostre ragioni, quelle della comunità. Che sarà mai – dice Antigone – una manciata di terra su mio fratello, un gesto di pietà. Ma – ribatte Creonte – se tu celebri la morte di tuo fratello che ha causato la guerra civile (di cui io mi sono dovuto occupare, non volendo, tra l’altro), con che faccia difenderò le ragioni di quelli che sono morti o sono stati feriti per colpa della guerra civile?
Il rapporto è insanabile, Creonte ha le sue ragioni e d’altra parte sappiamo che un funerale e un gesto di pietà non si nega a nessuno, anzi è importante e difatti (è l’insegnamento dell’Antigone) i conflitti andrebbero esposti sempre, senza rimozioni di sorta, non sottovalutati, al contrario discussi con attenzione. Ma alla fine è doveroso, utile giungere a un compromesso che sappiamo allontanerà per qualche tempo i singoli dalla comunità (Sofocle era fissato, ossessionato da questo tema, vedi Filottete).
In questo caso, le ragioni della comunità, vaccinarsi per difendersi l’un con l’altro, hanno vinto sul diritto dei singoli o dei pochi che non si sono vaccinati (per ragioni varie, spesso ideologiche, qualche volta motivate dalla paura che non è una buona consigliera però si fa sentire eccome). Ma il compromesso è stato accettabile, non ti vaccini, non hai certificato, almeno fai un tampone. Un modo per dire: hai il diritto alla disobbedienza ma quando rientri in comunità dimostra almeno che non sei positivo al SARS-CoV-2, altrimenti con che faccia vado dalla gente che si è vaccinata e ha combattuto contro le sue paure e gli dico: voi due siete uguali. Non lo siete, capisco il conflitto ma il compito di Creonte è cercare un buon compromesso.
Questo giorno del ringraziamento sarà importante per la comunità per varie ragioni, complimentarsi a vicenda e l’abbiamo detto, ma soprattutto osservare i nostri corpi feriti, convalescenti e tuttavia capaci di moltiplicare l’empatia, dunque rafforzare la comunità.
Non sarà un mero elogio all’altruismo, perché egoismo e altruismo non sono affatto nemici, anzi, l’altruismo è una forma ritardata di egoismo, faccio un piacere a te o ti faccio un dono nella speranza che un giorno potrai ricambiare. Come nel rapporto individuo comunità, anche il dialogo egoismo-altruismo è soggetto a un insanabile conflitto: troppo egoismo storpia, troppo altruismo spegne le proposte e le ragioni dei singoli, siamo entrambe le cose: Antigone e Creonte.
Il giorno del ringraziamento, si spera, sarà quel giorno in cui smetteremo di fare la guerra perché emotivamente e razionalmente avremo capito (e per questo ringraziamo) che il virus se ne frega altamente delle nostre opinioni e delle nostre battaglie, ignora Sofocle e le grandi costruzioni artistiche e intellettuali, lui vuole solo usare un grumo di amminoacidi, il complesso RBD (presente sulla proteina Spike) che, per allineamento e cariche atomiche, si accoppiano perfettamente sulla superficie delle cellule umane, cioè entrano e poi sono cazzi e danni.
Soluzione? Assaltare le sedi dei sindacati, discutere fino allo spasimo in alcune trasmissioni televisive, consultare certi siti Facebook che te li raccomando? Assolutamente no, ovvio. La soluzione è insegnare al nostro sistema immunitario a riconoscere il grumo di amminoacidi RBD. Ebbene, l’abbiamo fatto ed è ora di applaudire alla nostra bravura collettiva e alla nostra capacità empatica che in questo caso ha svolto un ruolo utile: oltre a moltiplicare le barriere al virus, ci ha fatto capire che siamo piccola cosa, tutto il nostro gigantesco splendore poetico può essere abbattuto da un grumo di amminoacidi situati sulla punta di una proteina che a sua volta fa da corona a un virus invisibile.
Siamo una piccola cosa, eppure le nostre opere un po’ ci sopravviveranno, e tra le nostre opere c’è la vaccinazione: un’impresa collettiva che ora festeggiamo.
Dunque, organizziamo? Ci troviamo per stringerci la la mano? Direi di sì, è semplice, qualcuno fissi la data sul calendario, poi ognuno porta una cosa, vedrete che festa allegra ed istruttiva: capiremo che gli egoisti possono vincere sugli altruisti ma in natura i gruppi altruisti vincono sempre sugli egoisti.