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L’attore e regista Jesse Eisenberg ha detto che donerà un rene a un estraneo perché gli va e perché è giusto farlo Non c'è neanche da pensarci, ha detto, spiegando che a dicembre si sottoporrà all'intervento.
A Parigi c’è una mensa per aiutare gli studenti che hanno pochi soldi e pochi amici Si chiama La Cop1ne e propone esclusivamente cucina vegetariana, un menù costa 3 euro.
Il Premier australiano è stato accusato di antisemitismo per aver indossato una maglietta dei Joy Division Una deputata conservatrice l’ha attaccato sostenendo che l’iconica t-shirt con la copertina di Unknown Pleasures sia un simbolo antisemita.
Lo scorso ottobre è stato uno dei mesi con più flop al botteghino nella storia recente del cinema In particolare negli Stati Uniti: era dal 1997 che non si registrava un simile disastro.
La neo premio Nobel per la pace Maria Corina Machado ha detto che l’intervento militare è l’unico modo per mandare via Maduro La leader dell’opposizione venezuelana sembra così approvare l'iniziativa militare presa dall'amministrazione Trump.
Dopo il caso degli accoltellamenti sul treno, in Inghilterra vorrebbero installare nelle stazioni i metal detector come negli aeroporti Ma la ministra dei Trasporti Heidi Alexander ha già fatto sapere che la cosa renderà «un inferno» la vita dei passeggeri.
La Sagrada Família è diventata la chiesa più alta del mondo Il posizionamento di una parte della torre centrale sopra la navata ha portato l’altezza della chiesa a 162,91 metri superando i 161,53 della guglia della cattedrale di Ulm, in Germania
A giudicare dai nomi coinvolti, Hollywood punta molto sul film di Call of Duty Un veterano dei film bellici e lo showrunner del momento sono i due nomi chiamati a sdoganare definitivamente i videogiochi al cinema.

Nei regimi comunisti le donne avevano una vita sessuale migliore

27 Settembre 2017

Nonostante lo stereotipo di vita ai tempi del comunismo abbia a che fare con file lunghissime per entrare in negozi semi vuoti e persone vestite tutte con lo stesso tipo di abito stinto, c’è da ammettere che non tutto andava poi così male nei Paesi dell’ex Blocco sovietico. Ad esempio le donne erano parte integrante della forza lavoro, beneficiavano di cospicui investimenti statali dedicati all’educazione, di permessi di maternità e servizi destinati ai bambini, spesso grazie ad altre donne che occupavano posizioni importanti nell’apparato statale. In più, e proprio per questo, facevano del sesso migliore.

In un articolo del New York Times, che ha dedicato un canale all’eredità della Rivoluzione Russa in occasione del suo centesimo anniversario, sono portati a sostegno di questa tesi vari studi e testimonianze. Ad esempio, una ricerca della metà del secolo, commissionata a scienziati cecoslovacchi, secondo i quali l’uguaglianza tra i sessi era uno degli elementi chiave per valorizzare il piacere sessuale nelle donne.

Si può dubitare dei risultati di uno studio affidato a scienziati di “regime”, che probabilmente ha ricevuto dignità di pubblicazione perché i risultati potevano servire a rafforzare scelte politiche. Eppure l’idea che le donne, al netto degli attuali e innegabili vantaggi in altri ambiti della loro vita, avessero una vita sentimentale più soddisfacente prima della caduta del muro è radicata nelle generazioni più e meno giovani. «Restano seduti insieme davanti alla televisione come zombie», dice Ana Durcheva, una 65enne bulgara, alla giornalista del Nyt, descrivendo il modo in cui sua figlia e il marito si comportano quando tornano  dal lavoro. «Quando avevo la loro età io e mio marito avevamo ci divertivamo molto di più», conclude. Le parole di Ana trasformano in un ritratto di vita quotidiana le ricerche dei sessuologi tedeschi, secondo cui il grado di stress può incidere sul piacere sessuale. E sembra che la vita meno frenetica e meno focalizzata su come sbarcare il lunario ravvivasse la vita sessuale delle donne nella Germania dell’Est, che, secondo una ricerca comparata del 1990, dicevano di avere il doppio degli orgasmi di quelle della Germania dell’Ovest, nonostante il peso di un lavoro “ufficiale” in aggiunta ai servizi di casa.

Foto Getty
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