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Perché vogliono tutti giocare alla fattoria

L’ultima fissazione degli appassionati di videogiochi, specialmente quelli europei, sembrano essere i simulatori dei lavori tipici della vita in campagna, su tutti le gare con i trattori. Come scrive Quartz, la diffusione dei videogames “agricoli” è ormai tale da consentire lo svolgimento di eSports specifici, divisi in dieci tornei: questa lega del simulatore agrario gestisce un montepremi totale di 250.000 euro, 100.000 dei quali riservati al vincitore assoluto, che dovrà sfidare gli altri concorrenti su Farming Simulator 19. Il Ceo dell’azienda produttrice del titolo, la Giants Software, precisa che il “farming” incontra da anni il gradimento di molti utenti, ma finora non era stato incluso negli sport elettronici; «non vediamo l’ora di mostrare come l’agricoltura possa essere divertente e competitiva allo stesso tempo», ha dichiarato il manager.

Farming Simulator era stato ideato come replica digitale di un’azienda agricola, poi dato il seguito ha permesso a più giocatori di sfidarsi in diverse gare, ad esempio la corsa con i trattori a impilare balle di fieno. Considerata la nostra dipendenza da smartphone e affini, potrebbe stupire la popolarità di gare simili: non è trascorso troppo tempo dai fasti di FarmVille, il gioco probabilmente più utilizzato al mondo nel 2010, dove le persone gestivano su schermo una fattoria, con tanto di animali, colture e attrezzi acquistabili tramite monete virtuali. I suoi successori hanno però abbandonato l’estetica colorata da cartoon per avvicinarsi a riproduzioni decisamente realistiche, sul modello dei simulatori di volo. Resta lo stesso complicato individuare i motivi della diffusione del genere, che conferma tra l’altro il successo degli eSports: secondo una ricerca dell’anno passato curata da Newzoo, i gamers europei sono oltre 77 milioni, per la maggior parte (84%) uomini di età compresa fra 18 e 34 anni; un mercato che, nel 2016, ha generato ricavi per circa 346 milioni di dollari.