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Nel primo trailer de La Grazia di Paolo Sorrentino si capisce perché Toni Servillo con questa interpretazione ha vinto la Coppa Volpi a Venezia Arriverà nella sale cinematografiche italiane il 15 gennaio 2026, dopo aver raccolto il plauso della critica alla Mostra del cinema di Venezia.
Nel nuovo album di Rosalia c’è una canzone in italiano dedicata a San Francesco e Santa Chiara Si intitola "Mio Cristo Piange Diamanti", che lei definisce «la sua versione di un'aria», cantata in un perfetto italiano.
Si è scoperto che uno degli arrestati per il furto al Louvre è un microinfluencer specializzato in acrobazie sulla moto e consigli per mettere su muscoli Abdoulaye N, nome d'arte Doudou Cross Bitume, aveva un bel po' di follower, diversi precedenti penali e in curriculum anche un lavoro nella sicurezza del Centre Pompidou.
La Presidente del Messico Claudia Sheinbaum è stata molestata da un uomo in piazza, in pieno giorno e durante un evento pubblico Mentre parlava con delle cittadine a Città del Messico, Sheinbaum è stata aggredita da un uomo che ha provato a baciarla e le ha palpato il seno.
Una foto di Hideo Kojima e Zerocalcare al Lucca Comics ha scatenato una polemica internazionale tra Italia, Turchia e Giappone L'immagine, pubblicata e poi cancellata dai social di Kojima, ha fatto arrabbiare prima gli utenti turchi, poi quelli italiani, per motivi abbastanza assurdi.
Nella vittoria di Mamdani un ruolo importante lo hanno avuto anche i font e i colori della sua campagna elettorale Dal giallo taxi alle locandine alla Bollywood, il neo sindaco di New York ha fatto un uso del design diverso da quello che se ne fa di solito in politica.
Il nuovo album di Rosalía non è ancora uscito ma le recensioni dicono che è già un classico Anticipato dal singolo e dal video di "Berghain", Lux uscirà il 7 novembre. Per la critica è il disco che trasforma Rosalia da popstar in artista d’avanguardia.
La nuova serie di Ryan Murphy con Kim Kardashian che fa l’avvocata è stata demolita da tutta la critica All’s Fair centra lo 0 per cento su Rotten Tomatoes, in tutte le recensioni si usano parole come terribile e catastrofe.

Venerus, musica da notte

Intervista al cantante milanese che ha appena esordito con l'attesissimo Magica musica, un album di canzoni d'amore difficile da classificare.

25 Febbraio 2021

C’era parecchia attesa per l’album di esordio di Venerus, dopo una manciata di canzoni-test di un processo chimico creativo capace di sintetizzare la nuova sensibilità d’espressione dell’indie con lo swag emotivo della trap. Urban ed elettronica cantautoriale, sono solo un paio delle etichette che gli sono state appiccicate addosso dagli archivisti digitali dello streaming che collocano i prodotti nell’affollato supermercato del pop. Immagino il prurito alle orecchie di questo raffinato musicista che proprio su Spotify aggiorna con cura un’imperdibile playlist – Venerus’s Magic Music – che sembra curata dalle redazioni uber cool di The Wire e The Quietus: dallo spiritual jazz di Alice Coltrane al minimalismo di Susumu Yokota, passando per Dean Blunt, Andy Stott e i SAULT. Insomma, roba da intellò – sperimentazione più ricerca – che Venerus cucina con personalità in un disco di canzoni d’amore molto accessibile, senza snobismi.

Deve essere questa la pozione segreta di Magica Musica: creare un mondo musicale chiuso, intimo e privato, ma in continuità con la scena d’oggi. E che ora, insieme al produttore e amico MACE – uscito quasi in contemporanea con il disco Obe – è pronto a colonizzare di freschezza l’immaginario pop italiano. In Venerus c’è la psichedelia, presa a microdosing, nella sua tonalità più fluo e moderna, come aprire il saggio di Micheal Pollan (Come cambiare la tua mente, Adelphi) su un cappotto disegnato da Alessandro Michele; c’è il realismo magico, borgesiano e jazz; ci sono tele di gattini dipinte da un Salvador Dalì digitale; c’è Londra, dove ha passato 5 anni, ma anche tantissima Milano, dove è nato e vive. Qualcuno aveva già notato qualche somiglianza tra Venerus e un giovanissimo Alioscia dei Casino Royale, quelli della «Milano principessa della paranoia»: una loro canzone del 1995, “Lucenazione” («Strane leggi di compensazione/Resta tutto quanto un’illusione/Cosa muove ancora l’universo») potrebbe tranquillamente rivivere oggi nel disco Magica Musica.

Laddove c’erano i Massive Attack e la Bristol del trip hop come riferimento, oggi ci sono l’Rnb liquido di Frank Ocean e Blood Orange (a proposito: sentire Luca Guadagnino per il prossimo videoclip); al posto del centro sociale Pergola e di Garigliano – lo squat dei Casino – ci sono la sede di Google e il Bosco Verticale, ma in città la paranoia fa ancora rima con creatività. E sotto questo Bosco di Boeri è spuntato un fungo, Andrea Venerus. Con lui facciamo due chiacchiere al telefono, Milano è ancora gialla, e sul mio computer faccio suonare “Anno Zero” dei Casino Royale, ancora a tempo con questo strano tempo.

La musica che cambia ma per noi è la stessa
L’equipaggio è teso e dico che ha ragione
Prova tu a suonare in questa situazione
Tutto può scoppiare da un momento all’altro
May day may day ho un’emergenza, Pardo, relax!
Quanto ci costa mantenere l’astronave sulla rotta giusta

Magica Musica è un disco di atmosfere notturne, potremmo definirlo post clubbing, se solo i club fossero aperti…
È un disco nato nelle ore scure, di notte vengono meno certe strutture razionali della mente. Non so se hai presente “L’incubo”, un quadro di Johann Heinrich Füssli, con l’incubo che si siede sopra la ragazza dormiente. Di notte prendono il sopravvento reazioni non controllabili e mi piace esplorare quel mondo. Possiamo dire che è un disco intellettualmente notturno.

Un frame dal video di “Ogni pensiero vola”

ⓢ A proposito di “intellettualmente”, nella presentazione al disco scrivi: «È una chiave per spezzare il meccanismo intellettuale che lega i pensieri dell’uomo moderno». Me la spieghi?
Viviamo in una società molto sviluppata, dal punto di vista scientifico e tecnologico, dove però si stanno perdendo valori come l’empatia e il sentimento, che hanno bisogno di tempi diversi, più lenti. Nel disco ho sentito l’esigenza di rallentare, non in chiave anti-progresso – anzi, evviva il progresso! – ma per una mia ricerca creativa e artistica che richiede tempo: ho scritto brani lunghi, con lunghi assoli in un disco che dura più di un’ora.

ⓢ Infatti nel disco ci sono atmosfere dilatate, quasi psichedeliche. Tu stesso hai definito questo lavoro un fungo.
La libertà espressiva, senza paura di sintetizzarla, è un valore. Non servono pillole riassuntive. Ascoltare la musica è un’attività mentale e fisica in cui per primo metto molta concentrazione. Mi piace fare musica in questo modo, distorcere la struttura della realtà come la percepiamo è la mia missione.

ⓢ Le canzoni hanno una sorta di carica erotica, sono sexy.
Sono passionale, vivo intensamente i rapporti amorosi, e il sesso fa parte della mia vita, quindi del disco.

È musica per fare sesso?
Me lo dicono spesso, mi piace ascoltare la musica mentre faccio l’amore. Forse c’entra.

Torniamo al titolo del disco. Dov’è per te la magia?
La magia è a rilascio lento. Ci sono sensazioni nelle tracce che spero facciano effetto anche quando qualcuno ascolterà il disco nel 2050.

C’è un sentimento diffuso nelle canzoni, che è anche il titolo di una di queste: “Una certa solitudine”.
La solitudine è la firma del disco, e del mio profilo psicologico.  Da tempo faccio esperienza consapevole di solitudine, mi sta molto a cuore ed è la chiave per rendere accessibile il mio lavoro ad altre persone che la vivono.

È una solitudine generazionale? C’entra qualcosa l’indie triste e l’emo trap delle playlist di Spotify?
È un sentimento collettivo. Ci sono momenti ciclici in cui l’ambiente sociale sembra di plastica – come la musica dominata dalle views e dai dischi di platino – ed è più forte perciò la ricerca di una genuinità, rivolgendo lo sguardo a se stessi, rimanendo in ascolto.

Cosa hai ascoltato in questi mesi?
Un sacco di jazz. Miles Davis e Coltrane li ho assorbiti in giovane età, ora mi interessano i primi anni Settanta: Bobbi Humphrey e le atmosfere distese, quasi ambient.

In Magica Musica ci sono tante collaborazioni, con cantati e produttori. Come funziona?
Te lo spiego così: «Siamo amici? Bomba! Vogliamo fare musica insieme? Bomba! Facciamola». Il punto di partenza è sempre e solo l’amicizia .

Quanto lavori sulla tua immagine?
Un sacco, è un tramite per comunicare la mia musica e contestualizzarla. Non pianifico, ho una creatività abbastanza spontanea che mi permette di avere delle idee e metterle in pratica senza timidezza.

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