Ormai è chiaro, esistono due modi di affrontare la malattia del secolo, la dipendenza dallo smartphone. Uno è inventarsi astrusi palliativi per provare a mitigare le crisi d’astinenza in cui incorre chi prova a disconnettersi, sperando prima o poi di guarire dalla malattia. Questo gruppo di persone lo potremmo chiamare “persone del metatelefono“. L’altro modo per combattere la dipendenza da smartphone è fare leggi che ne limitino fortissimamente l’uso da parte dei giovani, diminuendo così che questi giovani diventino adulti affetti dalla malattia. Questo gruppo di persone lo potremmo chiamare “Unione europea”.
Come scrivono Eliza Gkritsi e Pieter Haeck su Politico, infatti, l’Ue sta lavorando a quella che, se approvata, diventerebbe la più completa e restrittiva legislazione del mondo in tema di minori e social. Sempre secondo Politico, a portare avanti l’iniziativa sarebbe la Grecia, sostenuta soprattutto da Francia e Spagna. Il progetto prevede la definizione di una “maggiore età digitale”, una soglia sotto la quale le persone non possono usare i social senza prima ricevere un esplicito consenso-permesso da parte dei genitori. Non basterà più la verifica della data di nascita, uno strumento che, lo sappiamo, si è rivelato assolutamente inefficace. Per usare certe app, cioè quelle dei social, i minori, dovesse questa iniziativa diventare legge, avrebbero bisogno della “firma” dei loro genitori.
Non solo: all’interno di questo pacchetto di leggi ce ne sarebbero anche per impedire il funzionamento dell’autoplay dei video e della comparsa dei pop-up sui dispositivi usati dai minori. Tutto pur di limitare l’uso degli smartphone e dei social, insomma. Di iniziative simili, in Europa e nel mondo, si discute già da un po’: i casi più noti, finora, sono stati quello dell’Australia e della Grecia. Ma il problema ormai è noto e riconosciuto, tanto che Macron (uno dei maggiori sostenitori di questa iniziativa) ha più volte ripetuto che ai minori di 15 anni non dovrebbe essere concesso di usare i social per legge. A breve scopriremo cosa sarà di questa iniziativa europea: una bozza è già stata inviata ai ministeri competenti di tutti i Paesi membri, che a giugno si riuniranno per discutere su come procedere e iniziare il percorso legislativo.