Attualità

Un mondo di armi

Reportage fotografico da Richmond, Virginia, in uno dei tanti luoghi negli Usa in cui si acquistano armi. Tra cinghiali, mimetiche e carrelli della spesa.

di Lele Saveri

Il rapporto della più grande democrazia dell’occidente con pistole e fucili non è dei più semplici, per usare un eufemismo. Un po’ di dati, raccolti dal giornalista Andrew Romano in un articolo uscito lo scorso anno su Newsweek: dall’annus horribilis 1968, più di 400.000 persone son morte a causa di colpi d’arma da fuoco. Nel periodo 1999 – 2007, ogni 100.000 abitanti sono state uccise più di 11 persone (in Italia, per dire, sono stete 1,5). E il problema non è, come spesso si potrebbe – erroneamente – credere, legato a una sola sfera politica. Sostenitori della libera circolazione di armi esistono nel partito democratico e repubblicano, e nessuno si è mai opposto con forza all’attuale stato delle cose, per scontate ragioni elettorali. Sempre Newsweek ha condotto un sondaggio sulla possibilità di introdurre l’obbligo di un controllo di salute mentale per i possibili acquirenti, e ha registrato un consenso quasi plebiscitario dell’86 per cento.

Il portfolio qui contenuto è di Lele Saveri, fotografo romano da tempo residente in nord America. «Il progetto e’ nato un po per caso» racconta, «ero andato con il mio attuale coinquilino a visitare la sua citta natale (Richmond, Virginia) e siamo stati ospiti dai suoi ex coinquilini. In casa, affianco al mio letto, c’erano due grosse casseforti. ho scoperto solo piu avanti che eran piene di armi, il ragazzo da cui stavamo era un appassionato di armi, e un militare di livello che era stato anche in afghanistan e iraq. Nel piano di sopra ce n’erano altre due, dell’altro coinquilino». Il negozio ritratto nelle fotografie è il Bass Pro Shop, grande catena di distribuzione (anche) di armi.