Attualità

Un governo, non un taxi

La tentazione di Pd e Pdl di smarcarsi dall'esecutivo Letta sarà grande. Ma la soluzione dei nostri problemi passa dalla politica, quella vera.

di Claudio Cerasa

Sul nome naturalmente ci si potrà ancora sbizzarrire e chissà quante formule verranno coniate nei prossimi mesi per nascondere la vera natura del primo governo di questa diciassettesima legislatura: governo di scopo, governo di servizio, governo di corresponsabilità, governo semi-tecnico, governo semi-politico, e così via.
Il tentativo di addolcire la pillola è un istinto più che comprensibile per due partiti come Pd e Pdl che fino a un’ora fa erano l’alfa e l’omega della geografia politica e che ora invece si ritrovano a prendere posto sullo stesso tavolo sul quale avevano sempre negato di voler pranzare assieme. Ma per quanto tutto ció sia naturale resta un tentativo dietro il quale non si può nascondere la vera natura del governo Letta: un governo pienamente politico che dovrà con la politica risolvere, tra le altre cose, anche i problemi dell’anti politica. E in questo senso, vedremo perché, voler addolcire la pillola stavolta rischia di essere qualcosa in più di un semplice istinto di sopravvivenza: rischia di essere un suicidio politico.

La ragione é semplice: come ogni compresso storico che si rispetti, l’abbraccio tra i nemici rischia di essere mortale se i due nemici con una mano si mostrano disponibili a stringere accordi e con l’altra invece cominciano ad affilare i propri pugnali per prepararsi al prossimo duello elettorale. Intendiamoci: giusto e legittimo cercare di mantenere le proprie identità all’interno del nuovo amalgama, folle invece pensare di vivere questo governo con lo stesso spirito con cui qualcuno ha provato a relazionarsi con il vecchio governo Monti: un taxi guidato da un estraneo dal quale volendo sarebbe stato possibile scendere in qualsiasi momento senza farsi troppo male. Questa volta non è così e alla guida del taxi non ci sono tecnici, non ci sono professori, non ci sono figure terze mi ci sono le prime due coalizioni italiane, e per questo se si scende dal taxi tutti rischiano di farsi la bua.

E il motivo è semplice, ed è anche una delle ragioni per cui sia Pd sia Pdl dovrebbero fare uno sforzo sincero e nascondere per qualche mese le armi sotto i propri cuscini per impegnarsi a fare una cosa che sembra ovvia ma che non bisogna dare per scontata: far funzionare questo governo, non mettere bastoni in mezzo alle ruote, ricordarsi che la campagna elettorale è finita e di conseguenza fare le riforme subito, già nei primi tre o quattro mesi, non solo per rivoltare come un calzino lo stato italiano, ma anche per dimostrare che il miglior modo di sconfiggere l’anti politica (e di disarmare chi da oggi in poi ogni giorno cercherà di trovare un modo per sabotare il governo urlando inciucio inciucio inciucio) è proprio quella di fare semplicemente una politica con i contromaroni.

Non sarà facile resistere alla tentazione di cavalcare l’onda dell’anti governissimo, ma l’occasione è ghiotta

Certo, non sarà facile resistere alla tentazione di cavalcare l’onda dell’anti governissimo e non sarà facile evitare che l’opposizione generi un nuovo tsunami politico che potrebbe ingrossare le vele del grillismo, ma l’occasione è ghiotta e il governo Letta (per quanto sia nato sulle macerie di due partiti in grande difficoltà) ha le carte in regola per fare tutto questo e anche per tentare di realizzare un altro colpaccio. E qui per certi verso il discorso è simile a quello che venne fatto nel 1946 subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando per la prima volta i due principali partiti di maggioranza e opposizione (De Gasperi e Togliatti) si misero insieme per fare un governo politico e certificare l’inizio di una nuova fase, e la fine delle ostilità. Il paragone è spericolato perché De Gasperi e Togliatti fecero insieme un governo alla fine di una guerra, e quella guerra in fondo la combatterono insieme, sullo stesso fronte. Eppure oggi anche il Pd e il Pdl si sono messi insieme formando una nuova strana maggioranza per cercare di combattere una guerra in comune, non solo contro i populismi ma anche contro le scellerate politiche europee che hanno contribuito a portare l’Italia sulla strada della crisi economica. La battaglia insieme si può combattere, non è impossibile, e se Pd e Pdl non smetteranno di seguire in modo disciplinato la rotta del buon senso tracciata da Napolitano qualcosa di gustoso potrebbe nascere.

Sarebbe un bene per il paese e sarebbe un bene anche per i due azionisti di maggioranza del governo, che governando come si deve potrebbero dare un nuovo senso alla loro storia – come direbbe chi sappiamo noi – e dimostrare due cose semplici: da un lato che il collante per tenere unita la sinistra può essere qualcosa di diverso dall’antiberlusconismo, e dall’altro che il collante per tenere unita la destra può essere qualcosa di diverso dal culto del berlusconismo.

La strada è stretta e il percorso del governo Letta rischia di essere una corsa sulle uova, ma la missione per quanto complicata non è impossibile, e la “Letta via” alla fine potrebbe davvero aiutare sia il Pd sia il Pdl a disegnare con le giuste misure il perimetro della terza repubblica. La via è questa e non ci sono alternative. Anche perché stavolta se il taxi andrà a sbattere chi ne farà le spese non sarà solo il conducente ma l’equipaggio intero. E senza sconti per nessuno.

 

(Foto di Elisabetta Villa/Getty Images)