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13:45 venerdì 11 luglio 2025
La nuova stagione di Scrubs si farà e ci sarà anche la reunion del cast originale Se ne parlava da tempo ma ora è ufficiale: nuova stagione in produzione, con il ritorno del trio di protagonisti.
La danzatrice del ventre è diventato un mestiere molto pericoloso da fare in Egitto Spesso finiscono agli arresti per incitazione al vizio: è successo già cinque volte negli ultimi due anni, l'ultima all'italiana Linda Martino.
Ferrero (e la Nutella) va così bene che starebbe per comprare la Kellog’s Per una cifra che si aggira attorno ai tre miliardi di dollari. Se l'affare dovesse andare in porto, Ferrero diventerebbe leader del settore negli Usa.
Il cofanetto dei migliori film di Ornella Muti curato da Sean Baker esiste davvero Il regista premio Oscar negli ultimi mesi ha lavorato all’edizione restaurata di quattro film con protagonista l’attrice italiana, di cui è grandissimo fan.
Nell’internet del futuro forse non dovremo neanche più cliccare perché farà tutto l’AI Le aziende tech specializzate in AI stanno lanciando nuovi browser che cambieranno il modo di navigare: al posto di cliccare, chatteremo.
Trump si è complimentato con il Presidente della Liberia per il suo inglese, non sapendo che in Liberia l’inglese è la prima lingua Joseph Boakai, nonostante l'imbarazzo, si è limitato a spiegargli che sì, ha studiato l'inglese nella sua vita.
Ed Sheeran si è dato alla pittura e ha provato a imitare Jackson Pollock con risultati abbastanza discutibili Ma almeno si è sforzato di tenere "bassi" i prezzi delle sue "opere": meno di mille sterline a pezzo, che andranno tutte in beneficienza.
Dopo l’ultimo aggiornamento, Grok, l’AI di X, ha iniziato a parlare come un neonazista In una serie di deliranti post uno più antisemita dell'altro, Grok è pure arrivato a ribattezzarsi "MechaHitler".

Tre frasi per decodificare DSK

25 Maggio 2011

“Dominique Strauss-Kahn est mon ami. Mais ce n’est pas l’ami que je défends : c’est un principe”

Bernard-Henry Levy, su bernard-henri-levy.com

Tra i principali difensori di DSK c’è l’amico di sempre BHL. Che, appunto, sul proprio blog sostiene di difenderlo non in quanto amico, bensì per una questione di principio. Peccato che qualche giorno prima, in un articolo pubblicato su The Daily Beast, ha fatto esattamente il contrario:

And what I know even more is that the Strauss-Kahn I know, who has been my friend for 20 years and who will remain my friend, bears no resemblance to this monster, this caveman, this insatiable and malevolent beast now being described nearly everywhere. Charming, seductive, yes, certainly; a friend to women and, first of all, to his own woman, naturally, but this brutal and violent individual, this wild animal, this primate, obviously no, it’s absurd.

Comprensibile l’indignazione di BHL per il modo in cui l’accusato Strauss-Kahn è stato dato in pasto ai media (in molti Paesi europei mostrare immagini di un uomo in manette non è concesso, negli Stati Uniti sì, e qui forse ci sarebbe qualcosa da ridire…). Meno comprensibile la sua arringa, che sembra quasi una testimonianza in tribunale: lo conosco da anni, non può essere stato lui.

“L’onnipotenza come antidoto all’impotenza”

Pierluigi Battista, sul Corriere della Sera

PG Battista tira in ballo il Philip Roth de L’animale morente e di Controvita, l’Anthony Hopkins di Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni per dissezionare il binomio del potere e denaro ai tempi del Viagra. Un’analisi senza sconti dei patetici “satiri incanutiti” che si aggirano tra le stanze del potere, “da Arcore a un albergo di New York.”

Un articolo colto, e molto “zeitgeisty”. Peccato però che, nel caso specifico, eviti di toccare il punto principale. Dicesi: stupro. Se davvero DSK è colpevole di ciò di cui è accusato (e naturalmente fino alla sentenza vale la presunzione di innocenza), l’ex direttore del Fondo Monetario Internazionale si sarebbe macchiato del più odioso dei crimini contro la persona, dopo l’omicidio. Qui c’entrano poco i satiri incanutiti e i festini di Arcore. Non si parla di morale, ma di violenza contro una persona. Due cose che mai andrebbero confuse, nell’avviso di chi scrive. Anche se l’Economist (vedi sotto) mette qualche pulce nell’orecchio circa un presunto legame tra le due cose.

“La tolleranza porta il rischio di creare una cultura di immunità che assottiglia i confini tra un rapporto consensuale, molestie e stupro vero e proprio”

Charlemagne, sull’Economist

Tra i vari articolo apparsi sulla stampa anglofona (o almeno tra quelli che abbiamo letto noi), quello dell’Economist sembra l’unico a combinare alla consueta pruderie anglosassone (la tesi di fondo è che, sotto sotto, guardare sotto le lenzuola dei politici non è poi così una cattiva idea) una lucidissima considerazione su quello che l’affare DSK è realmente: un caso di presunto stupro, non una semplice scappatella. L’aspetto più interessante dell’articolo, seppure contestabile, sta proprio nell’analizzare il (presunto) nesso tra “la tolleranza europea davanti alle marachelle dei politici” e il rischio di “una cultura del silenzio” davanti a violenze e molestie.

European tolearance of cavorting politicians carries the risk of creating a culture of silence and immunity that too easily blurs the lines between a consensual affair, harrasment and outright assault. Henry Kissinger may have thought that power is the ultimate aphoridisiac. But power can also be a means of extorting sexual and other favours. If state and media conspire to keep quiet about the debauchery of politicians, might it not be easier to hide other misdeed, such as corruption?

Conclusione? Il dato più importante, sostiene l’editorialista che si nasconde sotto lo pseudonimo di Charlemagne, è che “una modesta immigrata africana ha ottenuto una risposta pronta dalla polizia” anche quando le sue accuse riguardavano uno degli uomini più potenti. “È il caso di domandarsi: sarebbe accaduto lo stesso anche a Roma o a Parigi?”


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